Percorsi fotografici: la pace possibile contro le guerre

Eduardo_Castaldo

Dal 16 al 31 Gennaio 2014 sono allestite presso l’Agorà del Centro Altinate a Padova le due mostre fotografiche “Coltivare la pace” ed “Ero un bambino”. La prima delle due mostre, “Coltivare la Pace”, presenta le foto di Eduardo Castaldo ed è realizzata da ACS (impegnata da anni in Palestina a supporto del settore agricolo e della popolazione rurale) e Associazione per la Pace Padova – con il contributo di Banca Popolare Etica.

Le foto della mostra sono state scattate nei campi e tra le famiglie contadine coinvolte nel progetto di emergenza finanziato nel 2007-2008 dal Consolato Generale Italiano di Gerusalemme. Il programma di emergenza è stato occasione per estendere un sistema di produzione agricola che, da un lato, consenta di aumentare il reddito dei produttori, e, dall’altro, migliori la salute dell’agro-ecosistema, salvaguardandone la biodiversità coniugando così i temi della sicurezza alimentare e della lotta alla povertà con quelli dello sviluppo sostenibile e della responsabilità ambientale.

Il ricorso ai principi dell’agricoltura biologica fa sì che l’agricoltore presenti un prodotto sicuro e sano, incoraggiando nella propria comunità il consumo di prodotti locali. Non meno importante è stato l’aspetto di “land reclamation”, ovvero il recupero ad attività agricola di terreni incolti o non coltivati da molto tempo. Promozione del biologico, dunque, come strategia di sicurezza alimentare e di responsabilizzazione dei contadini; e sostegno alla vendita dei prodotti ad un prezzo equo per garantire la sostenibilità delle attività.

Il secondo viaggio fotografico, dal titolo “Ero un bambino – voci e immagini dal Nord Kivu”, racconta, attraverso le immagini di Alessandro Anderloni e i testi di Alessandro Anderloni e Francesco Meneghetti, la storia dei più di 35.000 bambini coinvolti nella guerra che dal 1998 si combatte nella Repubblica Democratica del Congo.

Oro, diamanti, cassiterite e coltan sono le vere cause di quella che viene presentata al mondo come una guerra etnica e tribale. Ne sono vittime i bambini reclutati, dall’età di quattro anni, e utilizzati come soldati e sentinelle i maschi, come sguattere e schiave sessuali le femmine.

ACS, Caritas Italiana e Confini Vaganti accolgono gli ex bambini soldato nei centri del Nord Kivu, regione ridiventata in questi mesi campo di battaglia. In quei centri, nell’aprile 2012, si è recato Alessandro Anderloni, attore, autore e regista, fondatore del gruppo teatrale Le Falìe, per dare inizio a un progetto di teatro con gli ex bambini soldato del Centro di Trattamento del Trauma di Guerra di Rutshuru.

“Vedere, ascoltare, respirare, camminare su quella terra è stato come essere accolti nel grembo di Mamma Africa. Ho ascoltato le terribili storie di bambini rubati all’infanzia e addestrati a uccidere. Ho giocato con loro e mi sono perso nello sguardo di occhi adulti.
Ho attraversato villaggi di fango, ho visitato i campi dei rifugiati in fuga dalla guerra, ho visto la lenta e inesorabile morte della seconda foresta del mondo. Da quel viaggio ho portato a casa immagini e parole che Le Falìe e ACS raccolgono in questa mostra fotografica. Ora che laggiù si è ricominciato a sparare, e che il vile arruolamento di bambini soldato è tornato a crescere, mi chiedo se sarà possibile mantenere la promessa che ho fatto a quei ragazzi: di tornare e di raccontare con loro e di loro storie.” (Alessandro Anderloni – 15 luglio 2012)

INFO: Ingresso gratuito. Per le classi delle scuole medie e superiori vengono organizzate visite guidate gratuite della durata di circa 1h e 30 (prenotazioni eas@acsitalia.it tel. 049-8648774).

A.C.S – Associazione di Cooperazione e Solidarietà