Parcheggi al centro, il Comune fa il passo del gambero

All’inizio della settimana abbiamo letto sui giornali di Padova diverse dichiarazioni di Sindaco e Vicesindaco sulla necessità di nuovi parcheggi nel centro storico.

Uscite in contrasto, secondo Legambiente, con le scelte delle città più moderne, che per ridurre il traffico e l’inquinamento nelle aree urbane lavorano sui parcheggi scambiatori al limitare delle stesse, collegati al trasporto pubblico.

Contraddicono inoltre le linee guida del redigendo Pums (piano per la mobilità sostenibile) che affermano che «dal punto di vista dell’offerta di sosta la scelta operata dal PUMS fa riferimento alla necessità di potenziare l’offerta di sosta nella parte più esterna della città, favorendo l’integrazione tra i modi di trasporto pubblico-privato/gomma-ferro».

Non si tiene inoltre conto dell’attuale sovrabbondante offerta di stalli, parcheggi e silos già oggi disponibili, di ben 9000 posti auto (senza contare i parcheggi pertinenziali), a servizio del centro o di aree limitrofe. Per l’esattezza 8.993, contro i soli 3.103 parcheggi scambiatori più esterni, secondo il Comune-APS. Già nell’ultimo piano del traffico (PGTU), approvato dal Consiglio Comunale, si leggeva che l’offerta di sosta nell’area centrale della città supera la domanda.

Non è dunque giustificata la richiesta di ennesimi parcheggi in centro: e il dibattito se farli o non farli (soprattutto alla Prandina) andrebbe inserito in quello più generale di come riorganizzare la politica della sosta e rendere più sostenibile la mobilità.

La nostra città è tra le più inquinate d’Italia, dall’inizio dell’anno ha già visto 51 superamenti del limite giornaliero del Pm10 (contro i 35 giorni ammessi per legge in un anno). Necessario dunque dotarsi di innovativi piani di traffico, al fine di ridurre la mobilità privata e le emissioni di PM10 e Ozono e di gas che alterano il clima.

I parcheggi, di conseguenza, devono servire a ridurre, non aumentare, le auto che entrano quotidianamente in città e nelle aree centrali. Per questo bisogna puntare, in primo luogo, su parcheggi esterni all’area centrale collegati ad una efficiente struttura di trasporto pubblico, a partire da quelli dell’Euganeo o della Fiera collegabili ad una navetta: basti pensare che il tram della nostra città,  se pienamente utilizzato, arriverebbe a trasportare 50.000 passeggeri.

Auspichiamo dunque che si sviluppi un vero dibattito pubblico sulla politica della sosta e sulla mobilità sostenibile e che non si proceda con decisioni calate dell’alto: perché la prospettiva sicura, che si voglia o no, sarà una riduzione del traffico privato, perché dunque continuare a sobbarcarsi di infrastrutture che già oggi sono obsolete?

Lucio Passi – responsabile politiche antismog Legambiente Padova

5 thoughts on “Parcheggi al centro, il Comune fa il passo del gambero

  1. Non serve nessun parcheggio prandina, il centro di Padova è piccolo, si gira a piedi, la smettano i padovani di usare la macchina altrimenti…i loro figli moriranno sempre più giovani

  2. Credo che si debbano aumentare le corse del tram alla mattina presto per consentire a più persone di poter sfruttare questo mezzo. Per me che vivo a cinque minuti dal bassanello sarebbe molto comodo per andare al lavoro in via Trieste. Ma non è quasi mai possibile perché tra le 8 e le 8,30 e già pieno. Sono costretta a prendere auto e se non piove ad andare in bici

  3. Non c’è niente di sicuro nella “riduzione del traffico privato”, a meno che non lo si voglia bloccare/impedire (cosa che emerge chiaramente da queste righe come da altre vergate dalla stessa mano e dalla stessa cellula padovana di Legambiente): ne consegue che la città, in relazione alle possibili infrastrutture per il parcheggio, non si sobbarcherebbe nulla di “obsoleto”.

  4. Non servono parcheggi ma alberi che depurino l’aria piena di veleni
    Ora che è piovuto l’aria non puzza più di smog
    Francesca Compagnone

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