Padova e i suoi canali

La manutenzione ordinaria del territorio come prerequisito per uno sviluppo sostenibile: Padova e i suoi canali. Un progetto necessario.

 

I canali che attraversano il centro storico di Padova sono un elemento centrale della storia e identità culturale della città. Padova è nata nei pressi di un fiume che le forniva difesa, cibo, energia per i mulini e connessioni via acqua col territorio veneto, e nei secoli si sono avvicendati importanti interventi idraulici per gestire i fiumi e canali circostanti che hanno inciso profondamente sulla struttura urbana e le relazioni fra città e territori limitrofi. La complessa rete di canali presente nel centro storico di Padova, che rappresentava una via di trasporto interna alla città e un collegamento con Venezia ed il Veneto, testimonia l’importanza nei secoli del rapporto fra la città e le acque.

Negli ultimi decenni il rapporto fra Padova e i suoi canali si è deteriorato. Col decadere dell’interesse per i corsi d’acqua come via di trasporto, diversi tratti di canali storici sono stati tombinati o interrati, mentre la sedimentazione ha pregiudicato la navigabilità dei canali rimanenti e ne ha innalzato il livello, aumentando il rischio idraulico e celando parzialmente le mura rinascimentali della città. Oggi i canali sono percepiti da parte della cittadinanza come luoghi degradati a causa dell’acqua torbida e inquinata, della proliferazione di vegetazione infestante in alveo e lungo le sponde e della presenza lungo gli argini di rifiuti e micro-spaccio. Esondazioni e allagamenti in città e territori limitrofi hanno contribuito ad ampliare il distacco fra i cittadini e le acque di Padova, avvertite come una minaccia per la sicurezza di persone, case e attività economiche.

Proprio per prendersi cura dei canali cittadini, il Comune di Padova e la Fondazione CARIPARO hanno co-finanziato il progetto Padova e i suoi canali. Il progetto è iniziato a giugno 2021, con un partenariato fra Comune di Padova (capofila), la Cooperativa sociale Piovego, l’associazione Amissi del Piovego e l’Università di Padova – Dipartimento di Ingegneria Industriale (attraverso il gruppo di ricerca LASA – Laboratorio di Analisi dei Sistemi Ambientali), e durerà 12 mesi.

“Padova e i suoi canali” vuole attuare una gestione paesaggistico-ambientale dei canali del centro storico cittadino basata sul monitoraggio regolare del territorio e la sua cura costante, ogniqualvolta necessario, e dimostrare così i benefici ambientali, sociali ed economici di quella che in due parole si può definire come manutenzione ordinaria.

Come si traduce tutto ciò nella pratica di questo progetto (e delle iniziative pilota che lo hanno preceduto, ad esempio le due edizioni del progetto Valorizziamo i canali cittadini svoltesi nel 2018-2020 per un totale di 22 mesi)? Per prima cosa, si va a formare i lavoratori, scelti fra disoccupati e migranti residenti in città, sul tema dei canali e della loro gestione ambientale. Una volta pronti ad operare nel particolare contesto terra-acqua dei canali del centro storico di Padova, questi lavoratori – riuniti in squadre – si occupano regolarmente del monitoraggio ambientale dei canali e, qualora necessario, di svolgere azioni di manutenzione ordinaria. Le azioni di manutenzione ordinaria, essenzialmente manuali e svolte con l’ausilio di imbarcazioni e semplici strumenti (roncole, motoseghe, decespugliatori, …), includono la pulizia dei canali dai rifiuti (galleggianti o presenti su sponde e fondali, ad es. biciclette) e dagli oggetti ostacolanti la navigazione (ad es. tronchi schiantati), e attività di gestione della vegetazione come sfalci, potature, diradamenti selettivi e taglio di piante infestanti. Tutto questo nei tratti dei canali difficilmente raggiungibili da grandi mezzi meccanici (se non con grandi difficoltà operative e conseguente aumenti di costi e rischi per il personale) e adottando tecniche il più possibile rispettose di biodiversità e paesaggio.

Da questa descrizione emerge come un approccio alla gestione ambientale–paesaggistica dei canali del centro storico di Padova basato sulla manutenzione ordinaria possa portare diversi benefici – sociali, ambientali e economici – alla città. Svolgere una manutenzione ordinaria permette di poter lavorare con cura e rispetto per la natura, dando priorità a interventi manuali regolari ma soft e minimizzando il ricorso a tecniche impattanti. Alcuni esempi: solo lavorando senza la pressione di svolgere uno sfalcio in fretta è possibile dedicarsi alla rimozione selettiva di arbusti infestanti come l’Amorpha fruticosa preservando invece specie autoctone di pregio. Solo prendendosi il tempo di rimuovere la plastica prima di tagliare l’erba con un decespugliatore si evita di frammentare i rifiuti in coriandoli di plastica impossibili da recuperare e che andranno poi a finire come (micro)plastica nella catena alimentare fluviale. Se un albero nato al limitare dell’acqua è da eliminare in quanto potenziale fonte di rischio idraulico o perché copre le storiche mura veneziane, solo agendo in ottica di prevenzione quando l’albero è giovane si può intervenire con un segaccio a mano, se invece si attendono anni è inevitabile un intervento con motoseghe o grossi mezzi meccanici, molto più impattante per la vegetazione spondale che rappresenta un importante habitat per la biodiversità urbana, e inoltre molto più costoso.

Quest’ultimo esempio mostra anche che la manutenzione ordinaria genera benefici economici, semplicemente perché costa poco. Il progetto nasce dalla constatazione che, nella gestione corrente del territorio in Italia, la manutenzione ordinaria è spesso trascurata – a maggior ragione in un concetto logisticamente difficile come quello anfibio dei canali patavini – in quanto scarsamente remunerativa in termini di visibilità politica e poiché sottoposta a un regime amministrativo, ad es. basato sugli appalti, che favorisce la realizzazione di interventi intermittenti, spesso svolti velocemente in quanto sotto-costo, e quindi di scarsa qualità. Tuttavia, nel lungo periodo, la mancanza di manutenzione ordinaria rende necessari interventi emergenziali che fanno lievitare i costi per le pubbliche amministrazioni.

Che poi, a ben vedere, buona parte dei costi della manutenzione ordinaria nei canali di Padova proposti nel progetto sono i costi di interventi principalmente manuali, e cioè gli stipendi degli operatori che intervengono con le imbarcazioni per pulire i canali. Insomma, i costi sono soprattutto posti di lavoro locali nella gestione sostenibile dell’ambiente, i famosi green jobs. I posti di lavoro locali, oltretutto riguardanti manodopera formata per lavorare con alta qualità e in sicurezza in un contesto così complesso come quello del progetto, sono costi o sono benefici per il territorio? E i benefici sociali della manutenzione ordinaria non si limitano a questo: la cura della vegetazione e la pulizia dei canali permettono di valorizzare i tanti scorci paesaggistici di cui sono ricche le acque di Padova – si pensi alle mura rinascimentali che si specchiano nei canali – e tali attività assieme alla presenza regolare di operatori rendono i canali non solo più decorosi ma fanno da deterrente a comportamenti devianti come il micro-spaccio, aumentando così la sicurezza reale e percepita. Così si promuove la frequentazione dei canali e dei loro argini da parte della cittadinanza in un circolo virtuoso, in quanto sono le persone stesse a fare da deterrente ai comportamenti devianti.

Insomma, le acque di Padova hanno bisogno di cura, e Padova ha tanto da guadagnare dal prendersi cura delle proprie acque. I canali sono una meravigliosa fonte di biodiversità urbana e una loro gestione appropriata è ecologicamente importante anche per l’intero Veneto, dato che Padova rappresenta uno snodo centrale dei corridoi ecologici, ad esempio fluviali, che connettono Prealpi, Colli Euganei e Berici e le zone umide dell’area costiera Adriatica. E molteplici sono anche i benefici sociali ed economici della manutenzione ordinaria. Essa è quindi un importante strumento, addirittura un prerequisito, per reinventare il rapporto fra la città e le sue acque in una prospettiva di gestione integrata e perciò veramente sostenibile. La vera sfida per i diversi enti pubblici con competenze sui corsi d’acqua è quindi trovare le risorse e le soluzioni amministrative per mettere questo strumento gestionale veramente a regime, oltre la fine del progetto, facendo sì che la manutenzione dei canali torni a essere veramente ordinaria. Il dibattito sull’importanza della manutenzione ordinaria, rappresentata da interventi piccoli ma diffusi svolti in ottica di prevenzione, in contrasto con singoli ma costosi e impattanti interventi emergenziali, è un dibattito attivo a livello italiano e internazionale, come dimostrano importanti progetti europei finanziati su questo tema in contesti prestigiosi come la Laguna di Venezia. Padova può dire la sua in tale dibattito, forte della grande complessità e bellezza dei propri canali.

Alberto Barausse, Università di Padova – Dipartimento di Biologia
Elena Benetello e Dario Smania, Cooperativa Sociale Piovego