Due settimane fa la giunta comunale ha approvato il progetto definitivo per trasformare il parcheggio dell’ex area Boschetti in un parco dedicato a Tito Livio.
Di che si tratta e cosa ne pensano i padovani?
Il piano prevede sia un ponte composto da barche, per collegare il parco con l’area monumentale, sia la costruzione di un porto fluviale con spiaggetta. Il sindaco Massimo Bitonci, in conferenza stampa, afferma che le due palazzine liberty saranno recuperate, destinando il piano-terra a funzioni commerciali e il primo piano ad uso residenziale. Lo spazio tra le due palazzine sarà infine coperto da un velario per concerti ed eventi all’aperto.
Ecopolis ha chiesto il parere sul progetto ad alcuni rappresentanti delle associazioni locali.
Elio Franzin, ex presidente e figura storica degli “Amissi del Piovego”, giudica estemporaneo il progetto del nuovo porticciolo, a meno che non si provveda al completamento della navigabilità sull’intero anello fluviale: la prima cosa da realizzare è la conca per il salto d’acqua presso il ponte di S. Agostino.
Titti Panajotti, presidente di Italia Nostra, sottolinea invece che lo spazio del parco è già minimo e se si cominciano a mettere piastre e vele, chi ne farà le spese sarà ovviamente il verde. Per le palazzine, inoltre, meglio sarebbe prevederne un uso dedicato al turismo giovanile e/o economico.
Chi non ne vede nessun aspetto positivo è invece il Comitato Difesa Alberi e Territorio. Il comitato denuncia innanzitutto la mancanza di trasparenza nell’approvazione di un progetto che non è mai stato sottoposto all’attenzione dei cittadini. La resa grafica del progetto, proseguono, evidenzia una grande piastra per metà occupata da edifici, passerelle, vele, viali di asfalto e per metà è sistemata a semplice prato: una superficie verde solo di alcune migliaia di mq che, per di più, viene spezzettata da ampi sentieri d’asfalto e praticamente priva di alberi. Siamo ben lontani dagli standard europei per i parchi urbani, la cui superficie minima è di 5000 mq. Ben altro ci si aspettava, concludono, a fronte delle promesse elettorali del sindaco, in una città che vanta il primato negativo di neanche un quarto di albero a persona, dei consistenti abbattimenti di alberi negli ultimi anni, della cementificazione che distrugge intere aree verdi. Per il Comitato, insomma, si tratta di un progetto deludente, che organizza gli spazi con “la stessa filosofia di un tipico mediocre praticello condominiale, metà asfalto e metà erba”.
Legambiente Padova, pur apprezzando il ripristino della destinazione d’uso a verde pubblico e la pedonalizzazione di via Trieste, non può che condividere le critiche sopra espresse. Vi aggiunge la raccomandazione che il nuovo parco divenga un “porta di accesso” all’area culturale della città, connettendosi in modo organico a quel “liston della cultura” che, passando per l’area monumentale dell’Arena, degli Scrovegni e degli Eremitani, raggiunge le basiliche del Santo e di Santa Giustina. In quest’ottica le palazzine vincolate dalla Soprintendenza potrebbero assumere, oltre ad una funzione abitativa legata al turismo giovanile, anche quella di promozione turistica di Padova. Il circolo di Legambiente auspica dunque che la Giunta, che finora ha sbagliato nel rifiutare un progetto partecipato, prenda in seria considerazione le critiche dell’associazionismo padovano, ritirando il piano prima di arrivare al progetto esecutivo.
Lorenzo Cabrelle, redazione Ecopolis
Trovo quel Concorde (che loro chiamano vela) piazzato in centro a padova, ad un passo dagli Scrovegni, architettonicamente imbarazzante.