Raccolta differenziata: Padova si ferma sotto il 50%. Ma una soluzione c’è.

Nei quartieri di Padova dove è stata introdotta la raccolta differenziata porta a porta, è stato raggiunto nel primo semestre del 2014 il 69,6% di differenziazione dei rifiuti, contro il 34,6% dei quartieri in cui la raccolta differenziata (RD) avviene ancora mediante i cassonetti stradali*[1]. L’obiettivo di legge del 65% di RD sarebbe quindi a portata di mano se il porta a porta venisse esteso a tutta la città di Padova.

Nella classifica dei Comuni ricicloni 2014 si piazza al Nord il Comune di Trento (117.000 abitanti) con il 70,9% di raccolta differenziata, mentre al Sud svetta il comune di Salerno, che, con più di 130.000 abitanti, raggiunge il 65% di raccolta differenziata. Menzione speciale per il Comune di Milano (1,3 milioni di abitanti) che, grazie al porta a porta, continua a crescere nella percentuale di RD arrivando al 52%. Milano, inoltre, merita di essere citata anche per lo sforzo (a cui è seguito l’ottimo risultato) di raggiungere tutta la popolazione, mettendo in atto una comunicazione mirata diffusa in dieci lingue, a dimostrazione del fatto che le barriere linguistiche possono essere superate anche in un contesto difficile come quello della raccolta differenziata.

Padova, nonostante la lenta crescita con l’avvio cauto del porta a porta in alcuni quartieri periferici, si ferma al 47,8%. Nei quartieri più densamente popolati come Arcella o Guizza non viene applicato il porta a porta per timore che, data la presenza di grandi condomini, questo sistema di raccolta di prossimità non possa funzionare. Se questo timore fosse fondato non si spiegherebbero i risultati di Salerno, Trento e soprattutto di Milano.

Il motivo dell’arretratezza di Padova, a fronte del successo della Regione Veneto (prima regione d’Italia nella differenziata), va ricercata nella politica di gestione dei rifiuti adottata negli ultimi 50 anni da AMNNIUP prima, APS poi e HERA oggi. Finché il core business si fonderà sulla pesante eredità dei 10 inceneritori del gruppo HERA (l’ultimo in progetto a Firenze) la differenziata ed il recupero dei materiali faticheranno a trovare spazio. Crisi economica e aumento della differenziata hanno messo in difficoltà l’approvigionamento di rifiuti agli inceneritori, mentre non si vedono all’orizzonte investimenti in settori innovativi della gestione dei rifiuti e della loro valorizzazione in termini di recupero dei materiali. Non sarà un caso che l’Emilia Romagna, dominata dalla gestione HERA, sia solo decima nella classifica di Comuni Ricicloni tra le regioni con comuni che hanno superato l’obiettivo del 65% di RD nella classifica.

Il porta a porta va esteso a tutto il Comune di Padova, come già avviene  per l’82% dei comuni della Regione Veneto (pari al 68% della popolazione)[2]; solo così si potrebbe finalmente chiudere la prima linea dell’inceneritore di S. Lazzaro. Riciclare più rifiuti significa risparmiare energia e materie prime, creare lavoro e diminuire l’emissione dei gas serra.

tabella_rifiuti

Capoluoghi di Provincia che hanno raggiunto il 65% di Raccolta Differenziata (estratto da Comuni Ricicloni 2014)

Legambiente Padova

[1] Dati riferiti a rifiuto secco, umido, vetro, plastica e lattine. Fonte: Ente di Bacino Padova2

[2] Fonte dati ARPAV Osservatorio rifiuti – dati anno 2013

8 thoughts on “Raccolta differenziata: Padova si ferma sotto il 50%. Ma una soluzione c’è.

  1. 1) chiamati termovalorizzatori, quando effettivamente lo siano, comunicano un senso completamente diverso alla questione: contribuiscono a produrre energia di cui questo paese ha maledettamente bisogno visto che a risorse energetiche proprie tende allo zero (e visto gli esiti di estrazione del petrolio potrebbe essere finanche meglio così); 2) ci sono immense zone dell’Italia che non hanno termovalorizzatori (l’Abruzzo, per esempio: ca 1.300.000 abitanti) e non dimostrano nemmeno una grande capacità relativamente al riciclaggio: vogliamo continuare a rimpinzare discariche enormi e immonde e a pagare profumatamente i paesi del nord europa perchè ci ‘termovalorizzino’ loro i nostri rifiuti; 3) la civilissima e bella Vienna, già da molto tempo, possiede in città uno dei più grandi termovalorizzatori d’Europa: di colpo su questo argomento si sono rincretiniti?; 4) io abito alla Guizza e personalmente eseguo una accuratissima raccolta differenziata. Se tutti la facessero come me, senza falsa modestia, rasenteremmo il 100% (nella differenziata è previsto anche il secco non riciclabile che comunque è da avviare al termovalorizzatore). Ma quello che voi di Legambiente Padova continuate a tacere, strumentalmente e colpevolmente, è che l’aumento della differenziata si ottiene anche attraverso l’educazione/formazione e il progressivo ricambio generazionale e non soltanto con OBBLIGHI che finiscono per pesare ulteriormente sulle tasche dei contribuenti già allo stremo. Imporre la differenziata a grandi e piccoli condomini significa obbligarli a fare dei lavori aggiuntivi (spesso non di poco conto), spesso sacrificando porzioni di verde, per ricavare opportune aree adatte ad ospitare i bidoni della raccolta differenziata.

  2. Gent.mo Luca Luciani,
    mi permetto di informarla che gli inceneritori non termovalorizzano alcunchè e producono energia elettrica solo perche “incentivata” dalla nostra legislazione. Sono una forma arcaica, arretrata ed antieconomica di trattamento dei rifiuti e fonte certa e documentata scientificamente di danni alla salute (questi ovviamente non vengono mai calcolati), tant’è che solo l’Italia, considerati gli interessi affaristici, è l’unico paese al mondo che li costruisce ancora. In particolare:
    1. L’incenerimento dei rifiuti li trasforma in nanoparticelle tossiche e diossine;
    2. L’incenerimento necessita di sostanze come acqua, calce, bicarbonato che aumentano notevolmente la massa iniziale dei rifiuti;
    3. Da una tonnellata di rifiuti vengono prodotti fumi e 300 kg di ceneri solide e altre sostanze (la scienza spiega che nulla si crea e nulla si distrugge, solo si trasforma, in questo caso in qualcosa di più dannoso e pericoloso);
    – le ceneri solide vanno smaltite per legge in una discarica per rifiuti tossici nocivi, rifiuti estremamente più pericolosi delle vecchie discariche;
    – i fumi contengono 30 kg di ceneri volanti cancerogene, 25 kg di gesso;
    – l’incenerimento produce 650 kg di acque inquinate da depurare;
    4. Le micro polveri (pm 2 fino a pm 0,1) derivanti dall’incenerimento se inalate dai polmoni giungono al sangue in 60 secondi e in ogni altro organo in 60 minuti;
    5. Le patologie derivanti dall’inalazione sono: cancro, malformazioni fetali, Parkinson, Alzheimer, infarto e ictus. Lo comprovano migliaia di lavori scientifici;
    6. Gli inceneritori, detti anche termovalorizzatori, sono finanziati con il 7% della bolletta dell’Enel associandoli alle energie rinnovabili insieme ai rifiuti delle raffinerie
    di petrolio al carbone. Senza tale tassa sarebbero diseconomici;
    7. In Italia ci sono diverse decine di inceneritori, sarebbe opportuno disporre
    di centraline che analizzino la concentrazione di micro polveri per ognuno di essi, insieme all’aumento delle malattie derivate sul territorio nel lungo periodo. Ad esempio qui a Padova non esistono centraline che verificano le nanoparticelle e non ci sono in corso studi epidemiologici per verificare gli impatti sulla salute della popolazione.
    8. I petrolieri e i costruttori di inceneritori (e molto spesso i politici corrotti) sono gli unici beneficiari dell’incenerimento dei rifiuti.
    Consiglio a tutti di visionare il documentario “Sporchi da Morire” che potete trovare qui:
    http://www.sporchidamorire.com/doc/index.php?lang=it

  3. Gentile Luciani, a Camin abbiamo affrontato senza problemi il passaggio al porta a porta, anche i condomini più grandi non hanno dovuto fare chissà quali modifiche o perdere porzioni di verde. Semmai è migliorata la situazione delle strade che erano invase da bidoni di tutti i colori, brutti, intriganti, puzzolenti, pericolosi.
    Ma la cosa che dovrebbe farla riflettere è che il termovalorizzatore sta funzionando bruciando rifiuti della provincia perchè quelli di Padova sono pochi, visto che anche a lei come a gran parte delle persone civili della città piace riciclare. Con la nuova fusione con Hera aspettiamoci a breve anche scoazze per l’inceneritore da Bologna.
    Attualmente siamo arrivati a bruciare, ovvero disperdere in aria, 200 mila tonnellate di rifiuti, ma sembra che la potenzialità della nuova linea sia superiore, purtroppo.
    Le accuse poi rivolte a Legambiente mi sembrano veramente fuori luogo.
    Saluti

  4. … affatto fuori luogo, per quanto riguarda il mio pensiero e la mia coscienza. Per mia esperienza diretta e indiretta, secondo me, Legambiente Padova è la più manicheista, la più ex extraparlamentare, la più integralista, a volte la meno scientifica, e la più strumentale, di tutte le altre Legambiente d’Italia.

  5. … allora continuiamo a depositare i rifiuti in immense discariche che lasceremo in eredità imperitura alle future generazioni e continuiamo a pagare profumatamente gli altri stati che termovalorizzando i nostri rifiuti, oltre ai molti soldi che gli diamo per farlo, ne trarranno anche energia aggiuntiva (ovviamente stiamo parlando di quelli energeticamente efficienti, controllati, e con tutti i filtri efficaci e in funzione) …

  6. Gent.mo Luca Luciani,
    mi scusi se insisto ma la invito a visionare il documentario “Sporchi da Morire” che può trovare qui:
    http://www.sporchidamorire.com/doc/index.php?lang=it
    e che da quello che dice capisco non ha avuto modo di vedere.
    Nel documentario si parla del termovalorizzatore di Vienna che lei cita ad esempio virtuoso e si dimostra che chi lo gestisce non conosce né fa controlli sulle componenti più tossiche per la salute e cioè le nanoparticelle che scaturiscono dall’incenerimento. Sempre nel documentario si portano le evidenze scientifiche sul fatto che non esistono filtri al mondo in grado di fermare le nanoparticelle che contengono metalli pesanti e diossine altamente dannose per la salute. Inoltre si portano esempi virtuosi delle alternative concrete e già disponibili sia all’incenerimento che alle discariche. Mai sentito parlare di riciclo e di lavorazione dei materiali a freddo??? Si creano molti più posti di lavoro dei termovalorizzatori/inceneritori ed i materiali una volta lavorati diventano fonte di introiti in quanto vengono pagati dalle industrie che li richiedono come materie prime e/o semilavorati.

  7. Gentilissmo Michele Pizzardo,

    a Padova, giustamente, la raccolta differenziata c’è già. Qualunque cittadino può portare il proprio livello di raccolta al 100% (ovviamente comprendendo la parte del secco non riciclabile). Personalmente io credo di raggiungere, o sfiorare, il 100%. Quindi sì, almeno sommariamente, conosco le dinamiche e le potenzialità del riciclo. Allo stesso tempo penso che le discariche siano la cosa peggiore che si sia mai potuta immaginare in relazione allo smaltimento dei rifiuti e piuttosto che simili scempi ambientali, naturalistici, e paesaggistici, accetto il danno minore e contenuto dei termovalorizzatori (specie quelli di ultima generazione energeticamente efficienti, controllati, e con tutti i filtri efficaci e in funzione). Detto questo, se attraverso l’educazione e il ricambio generazionale, dovessimo raggiungere il 100% nella capacità di riciclare (resta sempre il secco non riciclabile) non potrei che rallegrarmene. Nell’attesa però, almeno per quanto riguarda le mie opinioni, niente discariche e nessuna ulteriore IMPOSIZIONE economica.

  8. Gentile sig Michele,
    Mi chiamo Leonardo Marino e sono uno studente alla scuola internazionale di Lund, Svezia.
    Sto lavorando ad un progetto scolastico in cui confronto la quantitá di rifiuti riciclati in diverse cittá e nazioni.
    Mi chiedevo se lei avesse dei dati riguardanti la percentuale di rifiuti riciclati nel comune di Padova.
    Grazie in anticipo!

    /Leonardo

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