Sta giungendo al termine la seconda edizione del progetto Portabici: anche quest’anno carica di biciclette, sì, ma anche di soddisfazioni, emozioni e storie.
Un’iniziativa in cui tutto ruota attorno alla bici.
Si comincia con la raccolta delle biciclette usate che le persone scelgono di donare al progetto, si organizzano i corsi di ciclomeccanica per migranti e semplici cittadini, per favorire l’inclusione e trasmettere con professionalità le basi di un mestiere e si conclude con la distribuzione delle biciclette rimesse a nuovo a chi non può permettersela o alle cooperative che si occupano di persone in difficoltà
Ma il progetto Portabici, al di là degli obiettivi che possono esser colti a prima vista, vuole essere anche un modo per comunicare storie, per far sentire una voce positiva che parli più forte delle notizie di cronaca, delle strumentalizzazioni e dei crescenti pregiudizi. Sì, perché si parla di biciclette ma soprattutto di persone.
È sull’onda di questi propositi che oltre alle biciclette abbiamo raccolto le foto di alcuni tra donatori, riceventi, partecipanti ai corsi e operatori, il tutto a creare una piccola galleria di volti delle persone messe in collegamento dalle azioni del progetto (qui le foto). Abbiamo scelto poi di dare forma anche ai racconti di chi, prima di riparare biciclette, ha attraversato il mare e ha vinto più di mille battaglie. Perché dietro l’apparente timidezza di questi ragazzi possono nascondersi vissuti straordinari e che troppo spesso non conosciamo, ignoriamo, giudichiamo.
Il progetto Portabici è stato anche un’opportunità per dialogare e collaborare con alcune realtà che si impegnano attivamente in favore del territorio e della sua società.
Abbiamo approfondito così la conoscenza del Gruppo Polis. Articolato in quattro cooperative (Polis Nova, Il Portico, Gruppo Re Sinfonia), il gruppo gestisce una lunga serie di progetti, iniziative e attività sociali, per un bacino di oltre quattrocento utenti.
Una prima macroarea si dedica alla gestione di servizi per persone con disagio psichico o psichiatrico e disabilità mentale, mentre un altro settore si occupa dell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate attraverso attività produttive vere e proprie. In un terzo sistema di attività, infine, si declina l’impegno contro la violenza di genere e l’emarginazione sociale: vengono gestiti un centro diurno di servizi e mensa (La Bussola), quattro strutture di accoglienza per richiedenti asilo, una casa dall’indirizzo protetto per donne e famiglie vittime di violenza (Casa Viola). Parallelamente al tutto si sviluppano poi progetti mirati, come ad esempio un servizio educativo per uomini maltrattanti, e percorsi di accompagnamento all’inserimento lavorativo, abitativo e di riequilibrio sociale.
Abbiamo donato alcune delle nostre bici proprio a Casa Viola, perché spesso le sue ospiti non possiedono molto, e possono trovare nella bicicletta un mezzo semplice per spostarsi. Le biciclette resteranno alla Casa per chi ha intrapreso la difficile strada per ricostruire la propria vita e quella dei propri figli.
La bicicletta dunque si muove con le persone, ma le persone in fondo si muovono con le loro storie. Con Portabici abbiamo costruito attorno a questo mezzo un progetto per compiere dei gesti di aiuto concreti, sì, ma che possano farsi portatori di tutti quei messaggi positivi di cui la nostra società, oggi forse più che mai, ha un enorme bisogno.
Il progetto è stato avviato nel 2017 con il sostegno dei fondi 8×1000 della Tavola Valdese ed è proseguito nel 2018 grazie al contributo dell’Assessorato al Sociale del Comune di Padova. Ringraziamo per la collaborazione ReFuture, La Mente Comune, Accademia Ciclosofica, Città SoLaRe, Populus, Il Sestante, La Mimosa, Gruppo Polis, Percorso Vita, Scout Neruda.
Qui per saperne di più.
Elena Talarico – SCN Legambiente Padova