Le Osservazioni al Piano degli interventi

Legambiente ha presentato le Osservazioni al Piano degli Interventi. Tredici osservazioni per un piano che richiede alcuni essenziali approfondimenti.

 

Legambiente ha presentato 13 osservazioni al Piano degli Interventi che, dopo l’adozione il 12 aprile scorso, dovrà essere discusso e approvato in via definitiva dal Consiglio Comunale nel prossimo autunno.  Alcune sono di carattere generale sull’impostazione del piano, altre di carattere più specifico su alcune delle diverse tematiche affrontate o relative alle norme e agli elaborati grafici, ma in sostanza è positivo il nostro giudizio sugli obiettivi di fondo e le scelte strategiche del piano. In particolare quelli relativi alla drastica riduzione del consumo di suolo rispetto al piano previgente, all’incentivazione degli interventi di recupero e rigenerazione urbana, ala valorizzazione ed al potenziamento dell’agricoltura urbana e periurbana, così come quelli connessi ad una visione policentrica dell’organismo urbano ed al progetto di una “Città dei rioni” intesa come un arcipelago di quartieri dotati ognuno di un sufficiente grado di autonomia funzionale, tale da offrire a tutti i cittadini una vasta gamma di servizi comunitari, amministrativi, socio-sanitari, commerciali di prossimità, nonché spazi per lo studio e per la sperimentazione di nuove attività lavorative raggiungibili a piedi in non più di 15 minuti.

Ciò premesso, abbiamo però dovuto constatare come non sempre a questi indirizzi di fondo siano corrisposti strumenti operativi sufficientemente incisivi ed efficaci e come in diversi casi – a causa immaginiamo dei tempi decisamente ristretti concessi agli estensori del piano a fine mandato amministrativo – alcune delle tematiche enunciate non si siano di fatto tradotte in concrete e convincenti soluzioni progettuali. Per detta ragione come associazione riteniamo che, prima del ritorno del piano in Consiglio, debbano essere richieste ai progettisti alcune importanti modifiche normative ed un maggiore approfondimento di alcune indicazioni progettuali. Accenniamo qui molto sinteticamente alle principali Osservazioni presentate.

Una prima osservazione riguarda il territorio rurale. Il Piano suddivide le aree destinate all’agricoltura in due sottozone: nella prima si esclude molto opportunamente ogni possibilità di nuova edificazione, mentre nelle seconde  – già caratterizzate da presenze edilizie – si applicano le normative della legge regionale. Ciò che noi chiediamo è che, al di là di detta classificazione, le problematiche del territorio e del paesaggio rurale – riprendendo le precise indicazioni del Piano del Verde – vengano affrontate in forma unitaria perimetrando gli ambiti per i quali richiedere l’elaborazione di piani guida (masterplan) finalizzati a studiare e definire gli interventi più idonei a promuovere il miglioramento dei diversi agro-ecosistemi, il sostegno alle pratiche di agricoltura multifunzionale, la formazione di filiere corte per la trasformazione e commercializzazione dei prodotti, il disinquinamento delle acque, la creazione di nuove centralità e la formazione di un’organica rete di mobilità dolce a servizio delle aziende agricole e del turismo sostenibile.

Una seconda Osservazione richiede la modifica delle normative relative alle aree destinate a verde pubblico, che nella versione attuale lasciano ampi margini per l’edificazione, sia pure a fini sportivi e/o ricreativi pubblici e privati. Anche in questo caso, riprendendo le indicazioni del Piano del Verde per la formazione di una organica rete ecologica a scala urbana e territoriale, riteniamo che nelle aree destinate a verde ricadenti lungo gli areali di connessione ecologica, vada esclusa ogni possibilità edificatoria ed ogni ipotesi di impermeabilizzazione del suolo.

Sempre ai fini di garantire un’idonea dotazione di spazi verdi per la città ed in particolare per il Centro Storico, si chiede che l’indicazione dell’area dell’ex Caserma Prandina quale spazio destinato al verde pubblico non sia in futuro modificabile con una semplice deliberazione di riclassificazione dell’area ad altra destinazione d’interesse generale, senza che ciò comporti (come previsto dalle norme attuali) Variante al Piano degli Interventi. La nostra Osservazione richiama, d’altra parte, la necessità di rispettare un luogo fortemente caratterizzato dalla propria storia: un luogo con una propria vocazione che non può essere cancellata o snaturata. Allegata all’Osservazione vi è anche una specifica proposta di rigenerazione dell’area avanzata da venti associazioni culturali e ambientaliste sulla base degli esiti del processo partecipativo a tal fine organizzato da Agenda21.

Le Osservazioni successive affrontano le problematiche poste da alcuni ambiti urbani caratterizzati da rapidi processi di trasformazione urbana (Nuovo polo ospedaliero di San Lazzaro e connesso Distretto della ricerca, delle cultura e della creatività digitale, Zona Industriale,Area Borgomagno, Campo di Marte…)    e affermano la necessità che per questi ambiti il Piano definisca appositi Masterplan o comunque fornisca indicazioni più cogenti, perimetrando all’interno dei diversi ambiti le aree assoggettabili a “Programmi di Rigenerazione Urbana Sostenibile” ai sensi della legge regionale 14/2017.

Sempre ai sensi della Legge 14/2017 si chiede che per le 80 aree di recupero urbano previste dal piano vengano predisposte apposite schede progettuali che definiscano con chiarezza quali debbano essere le caratteristiche di ordine edilizio, urbanistico, socio-economico ed ambientale degli interventi, agganciando – per quanto concerne le destinazioni d’uso – detti interventi al fabbisogno di servizi emerso nei diversi rioni dalle indagini preliminari del piano.

Con riferimento alla “Città dei rioni” si evidenzia inoltre la necessità di predisporre schede descrittive delle principali nuove centralità previste, nelle quali – oltre alla perimetrazione delle aree interessate – vengano evidenziate le problematiche relative, le criticità ambientali e i fattori di degrado, gli obiettivi generali e quelli specifici finalizzati alla loro riqualificazione e rigenerazione, le soluzioni proposte per l’organizzazione degli spazi pubblici, la moderazione del traffico, la creazione di punti di aggregazione e vita sociale.

Altre specifiche osservazioni riguardano in particolare l’obbligo, negli interventi di nuova edificazione e/o di recupero, di destinazione di una quota delle volumetrie all’Edilizia Residenziale Sociale, l’introduzione dell’obbligo di attivazione di processi partecipativi nella costruzione della città dei 15 minuti, l’incentivazione all’uso temporaneo degli stabili dismessi e la riclassificazione a  parco o a fini agricoli di alcune aree che il piano parzialmente destina a nuovi interventi di edilizia residenziale.

Infine chiediamo al Comune di cancellare la lottizzazione prevista in zona ponte Quattro Martiri tra via Bembo e via Guasti che risulta essere la più grande area di nuova urbanizzazione prevista per i prossimi cinque anni, con un’edificabilità di circa 36.000 metri cubi. Una previsione che richiama la destinazione a zona di perequazione che l’area aveva con il precedente Piano degli Interventi, ma che oggi risulta in netto contrasto con gli obiettivi di contenimento del consumo di suolo che il nuovo Piano si pone.

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Sergio Lironi, Presidente onorario Legambiente Padova