La pedonalizzazione del Liston: un intreccio tra storia e moderno

Liston_pavimentazione_Cornoldi_Verdi_padova3Febbraio 1983: 35 anni fa, a Padova, viene pedonalizzato il Liston, la lunga passeggiata che da piazza Garibaldi, passando di fronte al Municipio e al Bo, arriva al canton del Gallo (la mappa è qui). Nasce la prima isola pedonale della città, quasi per caso.

Il tratto di strada interessato doveva rimanere chiuso al traffico temporaneamente per il rifacimento delle fognature. Se oggi il Liston è percorribile solo a piedi è perché trent’anni fa – a cantiere in corso – si notò che l’area, sottratta alle auto, comunque attirava i passanti, nonostante i disagi dei lavori.

Oltre alla valenza ambientalista, bisogna sottolineare che fu un intervento di arredo urbano attento, ambizioso e molto documentato.

Nel 1983 fu affidato a due architetti, Adriano Cornoldi e Adriano Verdi, l’incarico di disegnare una nuova veste per via Cavour e 8 febbraio. Su indicazione dell’amministrazione, essi non progettarono un rifacimento del lastricato precedente, bensì una pavimentazione uniforme, adatta alla pedonalità. Fu studiata per “illustrare” gli allineamenti degli antichi palazzi preesistenti, una soluzione adottata per conservarne la memoria, pietrificandoli, e percompletare l’immagine di una parte di città storica che ha subito alterazioni e distruzioni” soprattutto nel ‘900.

Le vecchie sedi stradali, strettissime al confronto delle attuali, furono pavimentate in blocchetti di porfido (richiamo al vecchio acciottolato non irriproducibile), mentre la restante pavimentazione, quella compresa entro il margine degli edifici scomparsi, è in macigni di trachite, come i relativi sottoportici. “Il margine di separazione fra le due aree viene sottolineato da una cordonata in pietra d’Istria, ben evidente per il suo colore chiaro tra la trachite e il porfido(…). In questo modo sono evidenziati ad esempio i limiti degli edifici della Contrada del Bò e di S. Martino, distrutti nel 1922 per far posto al Municipio.

In via Cavour, entro il limite del settecentesco palazzo Zaborra, demolito nel 1888, alcuni tratti del pavimento in trachitesono campiti da divisioni trasversali che ricordano l’originale struttura edilizia per setti tipica della tipologia storica della città”.

Ciò è stato possibile grazie a una ricerca analitica condotta su carte storiche (in particolare mappe catastali di epoca diversa), vedute e foto d’archivio. Infatti per i progettisti un intervento, realizzato di un’area di formazione storica, deve necessariamente “partire dallo studio delle trasformazioni intervenute nel tempo, soprattutto dal momento in cui la struttura della città nel suo massimo sviluppo (metà 1800) abbia subito alterazioni, per poter innestare l’introduzione del nuovo. Storia e moderno vanno combinati (…) Qui si vuole affermare la possibilità di introdurre nuovi elementi, secondo coerenza di caratteri e di disegno. (A.C.)

Anche l’assenza delle auto è fondamentale per leggere questa parte della città storica. Adriano Verdi scrive: “con l’eliminazione del traffico veicolare si è compiuto il passo nella direzione giusta: senza il rumore dei motori si possono nuovamente udire i suoni della voce, dei passi, si torna a riconoscere la diversità dei luoghi; senza il disturbo degli autoveicoli posteggiati nelle piazze, lungo le strade o, addirittura, sotto i portici, si torna a scoprire per intero la carica dei valori formali dell’ambiente”.

Facciamo nostre le riflessioni di Adriano Cornoldi: “L’arredo urbano è il decoro di una città, è l’espressione concreta della diffusa aspirazione ad un modo di vivere nuovo. E non si tratta solo di realizzazioni clamorose: si tratta innanzitutto di attenzione esperta e sistematica alla manutenzione, riparazione, pulizia, restauro, ripristino delle pavimentazioni, degli intonaci, delle facciate; si tratta del controllo di luci, insegne, pubblicità, vetrine; si tratta delle ricostruzione del verde e di luoghi e manufatti per la sosta e la ricreazione”.

Speriamo che oggi anche il tracciato del tram e l’arredo urbano delle zone attraversate, sia progettato con altrettanta cura ed ambizione.

Andrea Nicolello-Rossi, Legambiente Padova

Per leggere l’articolo completo clicca qui. Tutte le citazioni sono tratte da Soluzioni di arredo urbano a Padova, Mario Acampora, Adriano Cornoldi, Adriano Verdi, Cleup Editrice, 1985