“Fai attenzione a far cadere un seme per terra, perché nascerà sicuramente una pianta” mi dice Dulshan mentre lavoriamo insieme nel giardino del suo ostello a Mirissa, sulla costa sud dello Sri Lanka.
Chi visita l’isola la potrebbe definire il “Giardino dell’Eden”: una distesa verde e rigogliosa, inserita tra i 25 maggiori hotspot del pianeta in termini di biodiversità. Possiede una varietà incredibile di zone climatiche ed animali.
Si contano 92 specie di mammiferi, 242 farfalle, 435 uccelli, 107 pesci e 98 serpenti che abitano le foreste pluviali, le riserve naturali, le alte montagne, le piantagioni di tè e riso, i rigogliosi frutteti e le fertili pianure costiere.
Dopo aver affrontato le conquiste portoghesi, olandesi e britanniche, una guerra civile durata 30 anni e il devastante Tsunami del 2004, ora lo Sri Lanka si trova ad affrontare la grande sfida della crescita economica e della gestione del turismo, con le tipiche conseguenze della deforestazione, cementificazione ed inquinamento.
All’inizio del XX secolo, il 70% dell’isola era occupata da foreste, nel 2010 quel numero è sceso al 23%. Non esiste un vero sistema di raccolta differenziata. La maggior parte delle famiglie, disinformata sul tema ambientale, brucia in giardino i propri rifiuti.
Inoltre, la stessa industria del turismo, nella sua filosofia “usa e getta”, non si preoccupa della sostenibilità o meno delle proprie azioni.
Ci sono buone ragioni, però, per essere fiduciosi. Mentre preparavamo il nostro viaggio in Sri Lanka, abbiamo infatti scoperto su Workaway – sito attraverso il quale si può lavorare in maniera volontaria per progetti che si ritengono interessanti – moltissime iniziative di tipo ecologico valide. I giovani sono al lavoro per proteggere la loro terra.
È così che abbiamo conosciuto Dulshan, 28 anni, un master a Londra e 5 anni di lavoro a Dubai. Ha scelto di tornare a casa ed aprire un ostello, il Berg House Hostel Mirissa.
L’intero ostello è stato arredato utilizzando solamente materiali recuperati e i rifiuti sono differenziati per alimentare il sistema di compostaggio in giardino.
Abbiamo conosciuto Nora e Fernando, lei tedesca, lui dello Sri Lanka, che dopo aver vissuto in diversi paesi hanno deciso di stabilirsi a Weligama, aprire un ostello, Wanderlust, e un ristorante biologico. Per farlo, stanno insegnando agli agricoltori locali come coltivare in maniera biologica. Organizzano poi giornate di pulizia della spiaggia ed altre campagne di sensibilizzazione.
Esiste poi la piattaforma Good market con sede a Colombo, che mette in contatto solo parti certificate “ecologiche” dal punto di vista sociale e ambientale e che ogni giorno ha nuovi associati.
Viaggiando per il Paese scopriamo continuamente storie di una nuova generazione educata ed impegnata che lavora per creare un sistema economico e sociale sostenibile. E ci riesce facile stringere amicizia.
Dulshan ci invita anche a cenare a casa dei suoi genitori. Suo padre ci apre la porta di casa e ci stupisce parlando un italiano fluente. È stato per 10 anni in Italia a raccogliere olive in Toscana.
Ci parla con grande affetto del nostro popolo e delle meraviglie della nostra terra. Sorridiamo e pensiamo ai nostri boschi, alle riserve naturali, ai laghi, i mari e le montagne e poi alla nostra generazione, che ha deciso di volerli proteggere.
Tommaso Trevisi – redazione ecopolis
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