Alì definisce il nuovo polo logistico il primo magazzino green della grande distribuzione. La definizione non ci pare appropriata
I supermercati Alì hanno lanciato una campagna promozionale per convincerci che il nuovo hub logistico che vorrebbero realizzare a Granze di Camin rappresenterebbe addirittura il primo magazzino green della grande distribuzione. Analizzando gli argomenti a sostegno di questa tesi, la definizione ci appare però decisamente fuori luogo. Vediamo il perchè.
Il primo motivo per cui questo progetto sarebbe green, è che un terzo dell’area su cui sorgerebbe il nuovo magazzino rimarrebbe a verde. Peccato che i restanti due terzi dell’area, ossia 10 ettari di terreni agricoli verrebbero cementificati per la costruzione di capannoni, strade e parcheggi. E’ evidente come, sul fronte del consumo di suolo, un progetto che asfalta 2/3 dei terreni disponibili non possa essere considerato ecocompatibile. La sfida della sostenibilità ambientale richiede piuttosto di recuperare e rigenerare cubature esistenti, salvaguardando quel po’ di aree verdi che ci sono rimaste. Nel Comune di Padova, che ha la percentuale di consumo di suolo più alta di tutto il Veneto, questo obiettivo dovrebbe essere particolarmente importante come d’altronde è indicato nel programma di questa Amministrazione comunale e nel nuovo Piano degli Interventi. Lascia quindi molto delusi che un importante gruppo come Alì affronti il tema del consumo di suolo con questa superficialità, arrivando a scrivere sul proprio sito che “Dal punto di vista tecnico il progetto non è considerato come un intervento che va ad erodere il consumo di suolo”. Su questo siamo d’accordo: con questo progetto il consumo di suolo non verrà certamente eroso ma verrà anzi aumentato e di molto per giunta.
Un’altro elemento esibito a suffragio della tesi green, sono i 35.000 kg di Co2 all’anno che si risparmierebbero facendo a meno delle navette che oggi fanno spola tra le diverse sedi dell’azienda ottenendo così un riduzione di traffico complessivo di circa 25.000 km all’anno. Un chilometraggio che equivale a quello fatto in un anno da un paio di utilitarie e che ci appare quindi del tutto irrisorio rispetto ai volumi di traffico movimentati dai supermercati Alì. Perché non ci dicono anche quanti camion in più arriverebbero e ripartirebbero da questo nuovo hub logistico? Sarà un magazzino tanto grande da poter rifornire l’apertura di due nuovi supermercati ogni anno in aggiunta ai 117 punti vendita già oggi esistenti in Veneto ed Emilia Romagna, e pensato per far crescere anche le vendite online del gruppo. Si tratta di un impatto certo non trascurabile, tanto che secondo i tecnici comunali sarà necessario valutare di intervenire con una nuova uscita dalla tangenziale a servizio della zona industriale. Se venisse approvato il progetto ci pare che le navette uscirebbero dalla porta ma nuovi T.I.R. rientrerebbero dalla finestra, con conseguenze su traffico e inquinamento a Padova tutt’altro che “green”.
I supermercati Alì cercano di rendere più appetibile il loro progetto annunciando anche la creazione di 250 nuovi posti di lavoro grazie al loro nuovo magazzino. Anche su questo aspetto però crediamo sia opportuno ricordare che, mentre crescono punti vendita e occupati della grande distribuzione organizzata, calano i piccoli negozi e i loro addetti. A Padova gli esercizi al dettaglio di prodotti alimentari sono diminuiti del 20% in soli 10 anni, secondo dati Confcommercio 2023, anche a causa della crescita della grande distribuzione organizzata e dell’aumento del commercio online. Una crisi che impoverisce la nostra città, confermata dal Comune di Padova che tra il 2022 e il 2023 ha censito un saldo negativo di negozi di commercio al dettaglio con superfici di vendita inferiori ai 250 mq. Ci pare che questo nuovo magazzino, più che un esempio di logistica green come vorrebbero farci credere, sarebbe piuttosto un buonissimo affare per Alì, che farebbe enormi guadagni se i terreni che ha acquistato come agricoli venissero ora dichiarati edificabili. Secondo le nostre stime ne ricaverebbe un plusvalore fondiario superiore ai 30 milioni di euro.
Con una nota riportata nel suo sito, Alì dichiara infine che la mancata approvazione del progetto da parte del Consiglio Comunale comporterebbe lo spostamento della sede direttiva e logistica dell’azienda, con inevitabili ripercussioni da un punto di vista socio-economico sulla città. A riguardo notiamo che oggi i supermercati Alì hanno aperto 17 nuovi punti vendita negli ultimi 12 anni e non sono certo un’azienda in crisi, nonostante non abbiano ancora realizzato il nuovo hub logistico. Anziché minacciare di andarsene da un’altra parte se non otterranno quello che vogliono, potrebbero individuare modalità di crescita che siano davvero ecosostenibili e non l’ennesima colata di cemento su terreni agricoli.
Sandro Ginestri, Vicepresidente Legambiente Padova