IL SUCCESSO DEL REFERENDUM SULLA CITTADINANZA

Dopo la mobilitazione straordinaria degli ultimi giorni è stato raggiunto l’obiettivo delle 500.000 firme, ma c’è ancora tempo per firmare.

 

La campagna referendaria per la modifica della legge sulla cittadinanza è partita lo scorso 5 settembre, per riuscire a portare il quesito al voto insieme a quello sull’autonomia differenziata.

Se fino alla scorsa settimana erano state raccolte poche decine di migliaia di sottoscrizioni, il 24 settembre si è arrivati al traguardo delle 500.000 necessarie, anche grazie agli appelli e agli inviti pubblici arrivati da molti personaggi dello spettacolo, dello sport e della politica, da Luigi Ciotti a Roberto Saviano, da Matteo Garrone a Zerocalcare, da Julio Velasco ad Alessandro Barbero.

Una velocità di raccolta sottoscrizioni prima impensabile e ora possibile grazie alla firma digitale, con Spid o Cie, sulla piattaforma del ministero della Giustizia, che si è addirittura bloccata per le troppe richieste, permettendo però di toccare il record di 155.000 firme in un giorno.

In Veneto hanno firmato oltre 45.000 persone, la quinta regione per partecipazione dopo dopo Lombardia, Lazio, Piemonte ed Emilia Romagna.

Il referendum, promosso dall’associazione Italiani senza cittadinanza, appoggiata da molte organizzazioni come Arci, Libera, COSPE, ActionAid e da alcuni partiti, propone una modifica alla legge del 1992 per portare a cinque anni, invece degli attuali dieci, gli anni di residenza legale continuativa richiesti per poter avanzare la domanda di cittadinanza italiana che, una volta ottenuta, sarebbe automaticamente trasmessa ai propri figli e alle proprie figlie minorenni. Resterebbero invariati gli altri requisiti già stabiliti come la conoscenza della lingua italiana, il possesso di adeguate fonti economiche, l’idoneità professionale, l’ottemperanza agli obblighi tributari, l’assenza di cause ostative collegate alla sicurezza della Repubblica.

Come sostengono i promotori, questa semplice modifica “rappresenterebbe una conquista decisiva per la vita di molti cittadini di origine straniera che, in questo Paese, non solo nascono e crescono, ma da anni vi abitano, lavorano e contribuiscono alla sua crescita.”

Si tratta di circa due milioni e mezzo di persone che oggi non possono partecipare agevolmente a percorsi di studio all’estero, rappresentare l’Italia nelle competizioni sportive senza restrizioni, votare, partecipare a concorsi pubblici. Oggi la normativa italiana è tra le più restrittive d’Europa, e la modifica proposta la allineerebbe alla maggioranza dei Paesi.

Le 500.000 firme raccolte sono sufficienti per proseguire l’iter con i passaggi in Cassazione e presso la Corte costituzionale, ma c’è tempo fino al 30 settembre per firmare e dare ancora più forza ad una richiesta che nell’immediato avrebbe un effetto più grande di quello dello ius scholae o dello ius soli, di cui tanto si è dibattuto nei mesi scorsi.

Per firmare è sufficiente andare sulla piattaforma del Ministero della Giustizia (https://pnri.firmereferendum.giustizia.it/referendum/open/dettaglio-open/1100000) o direttamente sul sito del comitato promotore (https://referendumcittadinanza.it/), dove si possono trovare tutti gli approfondimenti.

Marina Molinari, Redazione Ecopolis