È il secondo anno che partecipo al campo di volontariato di Legambiente che si svolge a Palinuro, piccola frazione di Centola poco più a Nord di Sapri in provincia di Salerno.
Molti pensano che che nei campi di volontariato si lavori e basta, ma si tratta di una leggenda metropolitana: insieme a molte attività di tutela dell’ecosistema locale, è stato tanto il divertimento e lo svago.
Ho scoperto Legambiente nel 2015, quando ho partecipato al campo di volontariato organizzato da Libera ad Ottaviano in provincia di Napoli. Alle pendici del Vesuvio mi colpirono le parole di Pasquale di Legambiente sulle questioni ambientali, sui rifiuti abbandonati lungo i sentieri del vulcano e sulla biodiversità del luogo.
Al campo liberammo anche i falchi catturati dai “malvagi” bracconieri: un gesto che mi affascinò molto e mi spinse l’anno successivo a diventare socio di Legambiente per poter così partecipare alle numerose attività proposte.
Quest’anno a Palinuro la sistemazione era diversa dal solito: alloggiavamo in un residence, dove un comportamento adeguato era d’obbligo, anche per il rispetto delle persone che vi soggiornavano. Al campo noi volontari, provenienti da tutta Italia, abbiamo pulito un sentiero che percorre un tratto di circa 2 km dall’Arenile dei Francesi alla spiaggia delle Saline.
È in questa stessa spiaggia che ogni anno si assiste ad uno degli eventi più spettacolari della natura, la deposizione delle uova della tartaruga comune “Caretta Caretta”: ed è su di essa e sulla Macchia mediterranea che abbiamo installato dei cartelloni informativi.
Sempre sulla spiaggia, noi volontari abbiamo praticato il Beach Litter, cioè il campionamento dei rifiuti, e il Riciclo Estate, una campagna per sensibilizzare su come fare correttamente la raccolta differenziata anche in vacanza.
Al pomeriggio abbiamo avuto la possibilità di conoscere luoghi, cultura e persone di Salerno; e nella città campana abbiamo avuto anche l’occasione di salire a bordo di Goletta Verde di passaggio da lì. Sempre dopo pranzo, erano previste le ore di formazione – le mie preferite – su biodiversità, discriminazione, ecomafia, raccolta differenziata, riciclo creativo, clima e spreco alimentare.
Al campo non sono mancate chiacchierate, risate e nuotate dopo i lavori: ma l’evento per me più emozionante è stato incontrare persone che si congratulavano con noi per il nostro contributo all’ambiente.
Anche quest’anno sono rientrato a casa molto soddisfatto di come è si svolto il campo di volontariato: lungo è stato il viaggio, ma ne è valsa la pena per un’esperienza che non è stata solo una vacanza, ma l’occasione per concretizzare la mia posizione sulla tutela dell’ambiente, così importante per la sopravvivenza del nostro pianeta.
Jemal Furlani – volontario Legambiente