Un paio di anni fa il nostro Circolo la Sarmazza di Saonara Vigonovo ha realizzato un frutteto biologico didattico di piante antiche su un fondo di un nostro socio attraverso un contratto di comodato d’uso gratuito.
Biologico perché questo tipo di coltivazione, rispettosa dell’ambiente e compatibile con un’alimentazione corretta per la nostra salute, è da sempre nel DNA della nostra associazione. Didattico perché la finalità era quella di mostrare a tutti, grandi e soprattutto bambini, che cambiare si può, che l’agricoltura ha bisogno di modelli di sviluppo virtuosi e incentrati sul ciclo naturale e non sullo sfruttamento del terreno. Piante antiche perché sono quelle della tradizione, oggi quasi introvabili, ma le più forti, le più resistenti, quelle che meglio affrontano la lotta contro i nemici naturali senza gli inquinanti chimici usati dall’uomo.
Bel progetto, ma ci siamo subito posto il problema dell’appezzamento che confinava sul lato est, terreno che purtroppo da anni veniva dato dal proprietario in gestione a terzi affinché lo coltivassero con le tradizionali colture delle nostre zone. Quali erano le garanzie che fossero utilizzate modalità di coltivazione rispettose dell’ambiente e coerenti con una tipologia di agricoltura biologica? Praticamente nessuna.
E quindi era inevitabile il pensiero che tutto il nostro progetto fosse a rischio per la contaminazione che le nostre piante avrebbero potuto subire da trattamenti chimici usati nell’apprezzamento contiguo, o quantomeno incompleto, per l’impossibilità di introdurre insetti preziosi nella fase di impollinazione come le api che notoriamente non possono convivere con sostanze pesticide o animali anfibi che avrebbero potuto abitare in una zona umida creata ad hoc.
Perciò da subito è iniziata una trattativa per convincere anche il proprietario del terreno confinante ad affidarci in comodato il suo pezzo di terra. All’inizio il rifiuto è stato netto, troppo diversa la soluzione da noi prospettata rispetto agli usi e costumi perpetrati da decenni. Ma piano piano le cose sono cambiate. Con il passare del tempo che scandiva la crescita degli alberi messi a dimora nel nostro terreno, con la maturazione dei primi frutti, man mano che questa persona verificava la nostra costanza, la nostra passione, il nostro amore per le piante, cominciava ad avvicinarsi, prima quasi furtivamente e poi sempre più in maniera evidente, fino a guardare da vicino e poi a fare le prime domande, ad incuriosirsi, a informarsi, a confrontarsi.
Fino a condividere con noi la gioia di ospitare nel frutteto il ritrovo finale delle biciclettate organizzate dal Circolo alla scoperta del nostro territorio. Ed allora questo anziano contadino ha cominciato a pensare che forse si, si poteva fare, in fondo non era una cattiva idea trasformare anche il suo terreno in un frutteto di piante antiche, robuste, che contengono nel loro DNA la forza per combattere i nemici, senza farsi contaminare da sostanze chimiche che inquinano i frutti che poi noi mangiamo.
E che questo frutteto fosse a disposizione della comunità, per il piacere di tutti di passeggiare in mezzo ad una natura libera da inquinamento e pronta ad offrirci i suoi doni sani, buoni, profumati come oggi difficilmente si riesce a trovare.
E così, finalmente, dalla prossima primavera, con il nuovo appezzamento potremo avere altro spazio per piantare alberi da frutto e creare qualche orto sociale per i soci interessati ad esercitarsi nelle tecniche di coltivazione biologica, potremo allestire le arnie per le api che avranno a disposizione migliaia e migliaia di fiori da impollinare, e potremo preparare uno stagno dove ospitare rane e rospi e, perché no?, tritoni, il tutto in nome di una bio diversità che è garanzia di equilibrio e di salute dell’ambiente.
Legambiente La Sarmazza, di Saonara-Vigonovo