I Colli di cemento di Monteortone

Il neonato Comitato spontaneo di Monteortone si mobilita per dire NO alla colata di cemento che minaccia gli Euganei

La “finestra” che da Monteortone abbraccia i Colli Euganei potrebbe essere chiusa da una colata di cemento da 150 mila metri cubi. Alla lottizzazione non si oppone nemmeno la minoranza del Comune di Teolo che ha votato favorevolmente, al fianco dell’amministrazione, la proposta di sfregio del territorio. Per questo ancora una volta il compito di preservare il patrimonio paesaggistico e naturale degli Euganei spetta ai cittadini e al neonato Comitato spontaneo di Monteortone.

IL PROGETTO. La vicenda parte da lontano ed è stata illustrata puntualmente lunedì sera ad oltre duecentocinquanta persone, nella sala parrocchiale di Monteortone. Uno spazio verde, a ridosso di un hotel abbandonato e di un albergo in piena funzione rischia di trasformarsi in un’area residenziale che prevede l’edificazione di 60mila metri cubi di cemento per realizzare 9 edifici alti quattro piani che accoglieranno 100 appartamenti. Insomma un campus o una cittadella in un luogo privo di servizi e che offre un panorama unico, che andrà vanificato dalle costruzioni. Accanto a questo stralcio è prevista la realizzazione di un’area da 90mila metri cubi per la messa in piedi di un hotel da 30 camere alto quattro piani, con piscina e ristorante, affiancato da un’area di 15mila metri cubi destinata a bungalow. La destinazione d’uso era già stata siglata in un accordo del 2003 con un’immobiliare fallita a cui è seguita la proposta di continuazione del progetto da parte di Luna srl, che lo scorso febbraio, con il pieno appoggio del consiglio Comunale di Teolo ha ottenuto una variante ed ha stretto un accordo pubblico privato. Il Comune di Teolo da questa mega operazione ricaverà però solo 150 mila euro, una cifra davvero assurda a fronte dello scempio del paesaggio, delle problematiche idriche e di traffico, a cui non si somma nemmeno la creazione di una sala pubblica o di servizi per i cittadini.

GLI AFFARI DEI PRIVATI E I GIRI DI DENARO. Un buon affare per l’imprenditore di Luna srl, già protagonista di un progetto per costruire un parco acquatico sotto il monastero di San Daniele (bocciato da vari iter) e che poi ha anche abbandonando il progetto di ricostruzione di tre alberghi abbattuti. Anche per questo ai residenti, oltre che per l’impatto ambientale, il progetto da subito è apparso anacronistico e inaffidabile. Chi può garantire che dopo aver costruito la parte residenziale il privato proceda alla realizzazione del polo termale? Inoltre, non c’è nemmeno la sicurezza che gli appartamenti siano appetibili per le nuove esigenze abitative e di stili di vita.

GLI INTERVENTI DEL COMITATO. Le questioni i dubbi e le opposizioni al progetto sono state illustrate con chiarezza dall’ingegnera Elisabetta Pendini che ha dato una panoramica puntuale sul progetto, da Giorgio Bassan che ha ricostruito le vicende dell’iter partito alla fine degli anni ’60 e dagli ambientalisti Elisabetta Borsato, Francesco Miazzi e Gianni Sandon che hanno raccontato le numerose battaglie in difesa del territorio. A cui si sono aggiunti altri interventi che hanno fatto un focus sull’orientamento degli accordi e delle convenzioni di 20 anni fa, che nel corso degli anni potrebbero aver perso la loro continuità giuridica. Non è mancata una stoccata all’amministrazione di Teolo da parte di Vincenza Riefolo, portavoce del comitato, che ha auspicato il “distacco” di Monteortone di Teolo e di Tramonte dal Comune di Teolo e l’annessione al Comune di Abano Terme. All’incontro erano stati invitati anche i rappresentanti dell’amministrazione di Teolo, il presidente del Parco Colli Riccardo Masin ed altri rappresentanti delle categorie economiche, che però hanno evitato di partecipare, in modo da glissare le osservazioni e le domande dei cittadini. Erano però presenti i consiglieri del Comune di Abano Terme, il sindaco di Montegrotto Terme Riccardo Mortandello e Marco Maggia vicepresidente di Federterme, che hanno illustrato le loro posizioni al pubblico.

LA BATTAGLIA PER LA DIFESA DEL TERRITORIO. Il Comitato ora cercherà di bloccare l’iter di fregio del territorio presentando le osservazioni al progetto, giocando la carta della valutazione di impatto ambientale e quella della valenza economica e sociale del progetto. Una battaglia ancora tutta da combattere, che ancora una volta vede scendere in campo i cittadini come custodi del territorio e del futuro dei Colli Euganei.

Resta però un’amara domanda: perché si permette di costruire in un terreno vergine, quando a pochi metri dal luogo della lottizzazione è presente un’area cementificata ed abbandonata, cioè quella dell’hotel Michelangelo? La politica dovrebbe rispondere a questa domanda, dato che esiste una legge sul consumo di suolo ma soprattutto per il buon senso di preservare il territorio e di prendersi cura delle aree dismesse ed abbandonate e del futuro dei cittadini.

Gli interventi della serata possono essere riascoltati cliccando su questo link

Giada Zandonà, Redazione Ecopolis