C’è un clamoroso colpo di scena nella decennale battaglia di amministrazioni locali, associazioni ambientaliste e comitati locali, singoli cittadini contro l’elettrodotto aereo di Terna fra Dolo e Camin.
La società elettrica ha ritirato il secondo progetto, che era stato ripresentato a distanza di quattro anni dalla bocciatura del primo da parte del Consiglio di Stato.
Il procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale dalla stessa Terna ha dichiarato infatti testualmente, con un proprio comunicato, che si riserva di “presentare in autorizzazione un nuovo progetto che condividerà preventivamente con le istituzioni locali e i cittadini“.
In altre parole un vero e proprio processo di concertazione come da sempre la Legambiente auspica quando si tratta di costruire grandi opere che interessano vaste porzioni di territorio. Difficile anche per chi da tanti anni lotta con tutte le proprie forze contro questo mostro incombente sulla Riviera del Brenta credere ai propri occhi che leggono queste parole. Ne è testimonianza la grande risonanza avuta sui media, TG3 e stampa locale, perfino le campane a festa hanno sottolineato l’importanza dell’evento e la gioia che contagiato tutta la popolazione.
È la vittoria di tutto un movimento che ha creduto nella forza della propria proposta, nella strenua difesa dell’ambiente e del paesaggio, nella tutela della salute, nella creazione di un corridoio ecologico fra Padova e Venezia libero da sovrastrutture che per anni ne hanno minacciato la progettazione (ricordiamo la vecchia idea di “camionabile” non ancora stralciata dalla programmazione regionale). Una vittoria tanto più esaltante quanto ottenuta contro un gigante economico e politico come Terna che per anni ha fatto orecchie da mercante sulla richiesta di interramento, quasi irridendo chi sosteneva di non essere contrario all’opera ma semplicemente richiedeva una modalità più moderna, più rispettosa dell’ambiente e della salute dei cittadini.
Indubbiamente decisiva è stata la grande coesione dimostrata da tutte le forze in campo: le numerose amministrazioni che hanno finanziato le perizie tecniche e legali determinanti per sostenere la battaglia, i comitati che non hanno mai smesso di mettere in piedi azioni (raccolta firme, banchetti informativi, spettacoli, azioni dimostrative) per tenere vivo anche mediaticamente il tema, e molti singoli politici (consiglieri regionali, deputati, senatori) che singolarmente hanno appoggiato l’iniziativa quali testimonial della richiesta.
Grande soddisfazione quindi, ma anche la coscienza che la battaglia non è ancora definitivamente vinta, che la parole fine si potrà mettere solo quando verrà approvato un progetto che preveda l’interramento dell’intera tratta Dolo Camin e allora sì che le campane suoneranno a festa per giorni e giorni.
Ma intanto Legambiente rilancia, anche alla luce di questa buona notizia, e auspica, contemporaneamente al completamento dell’idrovia Padova mare ed all’interramento dell’elettrodotto Dolo Camin che si svilupperà sullo stesso percorso, la creazione di un’area naturalistica con l’istituzione di un “parco di interesse locale” che protegga definitivamente quest’area da qualsiasi opera invasiva.
Mauro Dal Santo – Circolo Legambiente La Sarmazza