Este, Centro storico: il cemento viaggia in strada?

Este_castello_camion_via Martiri Libertà_legambienteIl costante passaggio di camion, appartenenti alla società del Gruppo Zillo, sotto le mura del Castello di Este, è una questione che tocca molto da vicino la salute e il riposo della cittadinanza che soggiorna, lavora e vive nell’area più centrale e storica della città.

In attesa di conoscere gli sviluppi del processo di messa in liquidazione dello stabilimento cementizio che inizierà dalla “messa in mobilità” degli operai dalla metà di questo mese, il Gruppo societario Zillo prevede di sopravvivere per almeno 6 anni ulteriori, ovvero fino a che non avrà esaurito la possibilità di guadagnarsi le quote di CO2 attraverso la pratica della “compravendita di crediti di emissione”. Una pratica, questa, talmente “immorale” da essere stata stigmatizzata persino da Papa Francesco nella sua enciclica “Laudato si”.

Il Consiglio comunale ha purtroppo dimostrato tutta la sua debolezza, accettando passivo la decisione dell’Amministrazione Comunale estense di rigetto della petizione sul transito dei camion, adducendo motivi alquanto discutibili e producendo dati falsi.

La replica dell’Amministrazione che più ha convinto i consiglieri, fatta propria anche fuori del Consiglio senza necessarie verifiche, sono stati i dati riferiti sui transiti dei camion prima, durante e dopo la convenzione con la Cementizillo del 2012.

E’ stato dichiarato dal Sindaco, riportato anche nella lettera di risposta ai firmatari della petizione, che: “rispetto ai passaggi di camion antecedenti la definizione del protocollo d’intesa ad oggi, da una rilevazione dei transiti effettuata nella settimana che va dal 2 al 7 marzo 2015, risultano essere transitati complessivamente 111 camion giornalieri a fronte di un transito medio che, da rilevazioni ufficiali dell’Amministrazione comunale, nel 1993 era di 1.178 camion giornalieri e nel 1999 era di 902 transiti giornalieri”. Una cifra indubbiamente spropositata.

Ebbene, abbiamo prontamente chiesto al Comune di effettuare una verifica dei dati e abbiamo riscontrato che i rilevamenti attribuiti dal Sindaco al 1993, in realtà, sono antecedenti al 1990 (allegati al Piano del Traffico approvato il 26/6/1992 con delibera 3763).

Ironia della sorte vuole che furono proprio quei dati a convincere l’Amministrazione Cappellari (della quale facevo parte) ad emanare nel 1993 l’ordinanza n. 41 (e non la 43, come erroneamente si continua a scrivere negli atti ufficiali) che vietava la circolazione, per le vie cittadine, ai veicoli di massa a pieno carico superiori a 5 tonnellate.

Tale ordinanza è rimasta in vigore anche durante l’amministrazione Toso. E’ stato in seguito alla caduta di questa che, nel ’96, la situazione è degenerata (periodo del Commissario e della Giunta Mengotto), con il proliferare di deroghe concesse ai camion in servizio per conto delle cementerie. Si pervenne ad una intensificazione insostenibile di traffico, come risulta dai dati (anno 1999) riportati dal nuovo Piano del Traffico approvato nel 2001.

Ma c’è un rilievo ulteriore più recente, stranamente non citato, quello dell’aggiornamento del Piano del Traffico al novembre 2008, effettuato dall’Amministrazione Piva.

Lo Studio Sintagma, cui era affidato il Piano, riguardo al transito di mezzi pesanti nel tratto della SR 247 di nostro interesse, nella Relazione Tecnica (pag. 13) scrive: “Il dato fornito dalla Polizia Municipale di Este, per il giorno 1/10/2007, è di 34 mezzi transitati; considerando però che i camion entrano vuoti e tornano carichi verso Padova, si contano ben 68 passaggi”.

Dunque, se la matematica non è un’opinione, risulta la metà rispetto a quanto rilevato a marzo 2015.

A questo punto risulta assolutamente incomprensibile la necessità, sbandierata dal Sindaco, di mantenere l’installazione dei varchi attuali, voluti al fine di “contenere il numero dei camion in Centro Storico”, se poi questi mancano dell’autorizzazione ministeriale, necessitano dell’apporto aggiuntivo dei Vigili per la comminazione delle adeguate sanzioni, limitando il servizio delle videocamere ad una mera funzione di videosorveglianza.

Alla fine una domanda viene naturale porsi: perché a nessuno dei consiglieri è venuto in mente di fare una seria verifica dei dati dichiarati? Soprattutto avendo la possibilità di accedere molto più facilmente alle fonti di quanto possa farlo un comune cittadino? Ciò avrebbe potuto smentire sin da subito l’errore (per non dire la menzogna) del Sindaco e della Giunta.

Attendiamo fiduciosi una risposta.

Flores Baccini, Circolo Legambiente Este