Elevati i limiti del consumo di suolo: un provvedimento da respingere!

La Giunta Regionale, con proprio Provvedimento del 15 maggio 2018, aveva fissato il valore di 392mila mq quale limite massimo per il consumo di suolo a Padova sino al 2050: un valore nettamente inferiore a quello richiesto dal Comune sulla base di dati risultati inattendibili.

Il provvedimento della Regione consentiva al Comune due possibili opzioni: accettare il limite definito dalla Regione e procedere immediatamente al ridimensionamento delle previsioni del proprio Piano Regolatore (PAT e Piano degli Interventi) o rivedere i conteggi richiedendo nel contempo un innalzamento del limite.

Nelle Linee strategiche di mandato 2017-2022, approvate il 13 luglio 2017 dal Consiglio Comunale, l’Amministrazione si impegnava ad azzerare le previsioni edificatorie del piano regolatore vigente, comportanti un consumo di territorio di 6,8 milioni di mq, ritenute del tutto incongrue rispetto al fabbisogno reale e contrastanti con l’obiettivo di favorire interventi di riuso, rigenerazione e riqualificazione dell’esistente.

Ma contraddicendo i propri impegni programmatici, la Giunta comunale, anziché accettare il limite indicato dal Provvedimento regionale, ha richiesto alla Regione una revisione del limite, che infatti con apposito decreto del 29 aprile 2019 è stato elevato a 2,621 milioni di mq, aggiuntivi rispetto agli oltre 2 milioni di mq che negli anni successivi all’approvazione del PAT sono già stati urbanizzati o che sono interessati da Piani Urbanistici Attuativi già convenzionati e/o approvati (dei quali circa la metà non ancora in esecuzione).

Le nuove urbanizzazioni consentite dal nuovo limite comportano un incremento del 5% del territorio urbanizzato e ovviamente una corrispondente distruzione di aree agricole e spazi verdi, in una realtà quale quella della nostra città che per effetto dell’eccessiva cementificazione, dell’inquinamento e dei sempre più frequenti fenomeni di surriscaldamento estivo, già oggi causa gravi problemi per la salute dei cittadini, il diffondersi di malattie respiratorie croniche soprattutto nella prima infanzia e un elevato tasso di morti premature. Secondo gli stessi dati forniti dalla scheda informativa predisposta dagli uffici tecnici comunali, il territorio urbanizzato di Padova è di 52,5 milioni di mq, pari a circa il 56% della superficie territoriale. Con le nuove urbanizzazioni salirebbe ad un valore record del 61%.

La situazione appare tanto più grave se si considera il fatto che, in base alle disposizioni regionali, non verranno computate come consumo di suolo tutte le opere pubbliche (si pensi alle aree del nuovo polo ospedaliero di San Lazzaro), quelle realizzate con lo sportello unico per le attività produttive o con il “piano casa”, quelle inserite in Piani Urbanistici Attuativi già approvati, anche se di fatto non ancora realizzati (al momento attuale circa 1 milione di mq), nonché quelle relative all’ampliamento della zona industriale.  Un prevedibile nuovo esorbitante consumo di suolo del tutto immotivato se si considera che nella nostra città vi sono 878.mila mq di aree dismesse, che migliaia sono gli alloggi e i fabbricati non utilizzati e che da molti anni vi sono cantieri abbandonati di consistenti dimensioni (si pensi al PP1 ed alla lottizzazione di Chiesa della Pace).

In coerenza con quanto scritto nelle Linee strategiche di mandato ed in considerazione del fatto che detto limite riguarda un arco temporale di trent’anni, la nostra richiesta è che si proceda entro l’anno allo stralcio dal Piano degli Interventi di tutti i 483 ettari di aree “residue” non ancora interessate da piani urbanistici attuativi convenzionati o approvati, ovvero anche dei 262 ettari concessi dalla Regione, che rimarranno in disponibilità virtuale per interventi futuri dei quali venga documentata l’effettiva necessità e che potranno essere localizzati sulla base – come stabilisce l’articolo 22 della legge 14/2017 – di procedure concorrenziali ad evidenza pubblica che consentano di valutare i benefici apportati alla collettività in termini di sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

Sergio Lironi – presidente onorario Legambiente Padova

2 thoughts on “Elevati i limiti del consumo di suolo: un provvedimento da respingere!

  1. … si tratta, come più volte fatto notare, di un “valore record” significativamente privo di valore oggettivo (ma di sicuro effetto strumentale): 1) le superfici dei comuni italiani sono diverse: ci sono casi di comuni con una superficie enorme e altri invece con una superficie estremamente limitata; 2) ne consegue che il calcolo della quantità di edificato in relazione alla superficie comunale varia di molto da comune a comune a seconda di quanta superficie questi hanno a disposizione per lo sviluppo e non rispetto al reale sviluppo in termini di quantità di edificato. In passato le politiche che hanno fatto in modo di spingere verso il decentramento dello sviluppo urbano favorendo i comuni contermini e limitrofi, e credo che tu ne sappia qualcosa di persona, hanno causato e causano notevoli danni ambientali e di sviluppo sociale ed economico per la città. Le città per essere tali devono fare le città, e quindi svilupparsi come hanno fatto tutte le città importanti del mondo (se ne hanno la necessità/possibilità). La campagna per essere tale dovrebbe fare la campagna. Lo SPEZZATINO spalmato in ogni direzione all’esterno della superficie del comune di Padova ha dimostrato tutti i DANNI ambientali e sociali che poteva generare: si dovrebbe perseverare in questa direzione? Speriamo che in futuro possa arrivare qualcuno che sappia ancora e di nuovo mettere mano a quei parametri/limiti portando potenzialmente la città di Padova al suo pieno sviluppo (solo se dovesse essercene bisogno, ovviamente). Ovviamente per ‘pieno sviluppo’ intendo anche tutte le aree verdi pubbliche (effettivamente UTILIZZABILI/fruibili dalle persone: e non i fondi privati agricoli: di questi i cittadini non sanno cosa farsene).

  2. Mi sembra incredibile che qualcuno pensi che il disordinato sviluppo urbanistico ed edilizio dei comuni limitrofi al territorio comunale di Padova dipenda dal fatto che non si sia consentito di costruire ulteriormente in città.Padova dal punto di vista dei parchi urbani è diventata da tempo una città di serie C.Sergio Finesso

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