ELEVATA PRESENZA DI BATTERI FECALI NEL BRENTA

Operazione Fiumi, la campagna itinerante di Legambiente Veneto ha fatto tappa a Fontaniva per analizzare le acque del Brenta

 

 

Dopo la prima data in Polesine, Operazione fiumi” sbarca a Fontaniva, lungo il fiume Brenta. I primi risultati dei sette campionamenti svolti dai volontari e le volontarie di Legambiente lungo il suo corso (Bassano del Grappa, Fontaniva, Cartigliano, Cadoneghe, Vigonovo, Piove di Sacco e Chioggia) riguardano come sempre gli escherichia coli, ovvero i batteri fecali. Nello specifico, i campioni prelevati hanno evidenziato diverse criticità puntuali, non emerse nelle precedenti edizioni della campagna, probabilmente influenzate dalle abbondanti piogge avvenute nei giorni precedenti al campionamento. A Cadoneghe e a Piove di Sacco, per esempio, i valori registrati sono stati rispettivamente di 15.531 e 12.033 MPN/100ml, dunque si è superato rispettivamente di tre volte e del doppio il valore limite consigliato allo scarico di 5000 (MPN/100ml). Mentre a Fontaniva e alla foce di Chioggia, seppur entro il limite allo scarico, la concentrazione batterica rilevata è superiore di tre volte il valore di 1.000, consigliato da Arpav come indicatore di buona qualità delle acque interne. Nei punti campionati a Bassano del Grappa e a Cartigliano, invece, non sono stati riscontrati valori critici.

Si resta ancora in attesa per quanto riguarda i dati su glifosate e pfas, più complessi da rielaborare (saranno infatti pronti per fine anno). Tuttavia si segnala che lAgenzia Regionale per la Protezione Ambientale (Arpav) nel corso del 2024, lungo i corpi idrici fluviali del bacino idrografico del fiume Brenta, ha monitorato 26 stazioni per il monitoraggio della qualità chimica e 6 stazioni per il monitoraggio della qualità biologica; punti, questi, che sono diversi e dunque complementari ai sei indagati con Operazione fiumi”. La fotografia scattata da Legambiente, infatti, non sostituisce i monitoraggi ufficiali ma si affianca alle indagini di Arpav che monitora con continuità i corsi dacqua restituendo ogni anno un quadro completo dello stato di salute dei bacini idrografici della regione. Secondo Arpav, lo stato chimico è risultato buono in tutti i corpi idrici monitorati tranne che in 2 corpi idrici del fiume Brenta, in cui sono stati rilevati superamenti della concentrazione media annua di pfos lineare dello Standard di Qualità Ambientale. Inoltre, tra gli inquinanti specifici sono stati rilevati 6 superamenti dei valori medi annui previsti dalla normativa: 2 per AMPA (prodotto di degradazione del Glifosate), 1 caso di Metolachlor, Glifosate, Metolachlor ESA, Azoxystrobin. Il monitoraggio morfologico, condotto negli anni precedenti al 2024, ha evidenziato, in prevalenza, condizioni inferiori a Buono, in particolare sufficiente e scarso.

«Quest’anno i nostri campionamenti ci restituiscono concentrazioni di batteri fecali più elevate  – dichiara Francesco Tosato, portavoce di Operazione Fiumi” – evidenziando delle criticità forse dovute alle acque di dilavamento, contaminate da reflui zootecnici, probabilmente provocate dalle forti piogge nei giorni precedenti i prelievi. Linvito che rivolgiamo alle autorità competenti è di attenzionare il fenomeno individuando e risolvendo le cause di questi valori, che ci auguriamo siano solo unanomalia che però potrebbe ripetersi considerato il contesto climatico mutato che prevede l’intensificarsi dei fenomeni estremi. Restiamo in attesa di avere i risultati relativi ai nostri campionamenti per il Glifosate e i PFAS, ma intanto per quanto riguarda lo stato chimico del Brenta lAgenzia regionale ci fornisce un quadro sui cui è doveroso prestare attenzione: erbicidi e pesticidi riscontrati diffusamente lungo il fiume, nonché superamenti degli standard di qualità relativamente ai Pfas, la cui presenza deve stimolare unattenzione particolare da parte di tutti. Oltre alla qualità delle acque, un elemento di riflessione importante per il fiume Brenta rimane il miglioramento della condizione morfologica che potrebbe aiutare ad indirizzare la corretta gestione delle sue acque, da tutelare maggiormente, insieme allintero ecosistema fluviale, per cui torniamo a sollecitare le amministrazioni locali e la Regione per lavvio di un percorso per la realizzazione del Parco Regionale del Fiume Brenta».

Proprio la gestione delle acque e ladattamento ai cambiamenti climatici sono il tema centrale scelto per la campagna di questanno, per evidenziare la necessità di una costante ricerca di soluzioni per mitigare ma soprattutto per adattare le città e i territori a questi cambiamenti sempre più estremi e ricorrenti, in unottica di tutela della cittadinanza, insieme alle attività di prevenzione e di informazione destinate proprio alle persone che vivono lambiente veneto. Su questo insiste Franco Sarto, presidente del circolo Legambiente Alta Padovana: «Il problema strategico è la lenta ma continua riduzione della falda da cui si preleva l’acqua per il consumo umano per 1 milione e mezzo di persone del Veneto, ma soprattutto per l’agricoltura. Ci sono diversi progetti per rimettere lacqua in falda, ma purtroppo restano prevalentemente sulla carta. Il principale modo per combattere i periodi di siccità sarebbe la creazione delle aree dinfiltrazione artificiali, ovvero aree di solito coltivate a piante d’alto fusto realizzate nella fascia di ricarica dell’alta pianura che vengono allagate in momenti dabbondanza dacqua: chiediamo che questo sistema venga finanziato e realizzato in maniera sistematica dalla Regione».

La campagna itinerante Operazione fiumi – Esplorare per custodire”, realizzata con il supporto tecnico di ARPAV, il contributo di COOP Alleanza 3.0 e BCC Veneta Credito Cooperativo e con il patrocinio delle Autorità Distrettuali di Bacino del fiume Po e delle Alpi Orientali.

Redazione Ecopolis