DELTA DEL PO: UN LABORATORIO A CIELO APERTO

Un seminario itinerante ha portato decisori locali e professionisti a conoscere le infrastrutture che stanno cambiando la gestione dell’acqua nel territorio

 

Quando la portata del Po scende, l’acqua salata risale nell’entroterra per chilometri compromettendo ecosistemi, agricoltura e risorse idriche. È una delle minacce più concrete che il Delta del Po affronta a causa dei cambiamenti climatici, insieme alla crescente alternanza tra siccità prolungate e precipitazioni intense. Per rispondere a queste sfide, il territorio ha sviluppato infrastrutture e soluzioni innovative che amministratori locali e tecnici provenienti da tutto il bacino padano hanno potuto conoscere grazie  al seminario “Delta del Po: un laboratorio a cielo aperto” organizzato da Legambiente Veneto, Consorzio di Bonifica Delta del Po e ANBI Veneto.

Durante la giornata sono state visitate sei tappe strategiche. L’impianto irriguo di Goro mostra come l’acqua di bonifica viene riutilizzata per l’irrigazione grazie a un intervento del PSRN (Programma di Sviluppo Rurale Nazionale) che punta sulla gestione sostenibile della risorsa idrica. Il ponte dismesso di Ca’ Mello testimonia quanto terreno si è abbassato negli anni per la subsidenza, un fenomeno che rende queste terre ancora più vulnerabili agli eventi estremi. La barriera antisale sul Po di Tolle a Scardovari è stata costruita per bloccare la risalita dell’acqua salata che minaccia agricoltura ed ecosistemi d’acqua dolce, proteggendo la sicurezza idrica del territorio. Il bacino di Volta Vaccari ha presentato l’approccio delle soluzioni basate sulla natura per trattenere acqua dolce, mentre l’idrovora di Ca’ Dolfin ha fatto vedere come funzionano questi impianti che garantiscono la sicurezza idraulica della zona riducendo il rischio di inondazioni.

L’interesse verso le pratiche e le opere di adattamento è arrivato anche da fuori Veneto, con partecipanti da altre regioni del distretto del Po che cercano di capire quali best practices possono essere replicate per rafforzare la resilienza climatica dei loro territori.

“Il Delta del Po riassume in sé molte delle problematiche derivanti dal cambiamento climatico e dalle attività umane, che interessano l’asta del grande fiume, acuite da problematiche proprie come la risalita del cuneo salino e la subsidenza. Le sperimentazioni, le progettualità e le nuove opere che il Consorzio di bonifica realizza, oltre alla quotidiana azione di manutenzione, dell’infrastruttura idraulica rappresentano attività d’importanza esistenziale per questo territorio” ha commentato Rodolfo Laurenti, direttore del Consorzio di bonifica Delta del Po.

“I cambiamenti climatici stanno mettendo a dura prova un sistema di gestione del territorio e delle risorse naturali pensato e realizzato nel corso di secoli. Oggi, nel distretto del fiume Po, abbiamo bisogno di ragionare su di un nuovo modello gestionale, in grado di rispondere ad esigenze molto diverse e spesso in contrasto tra di loro. L’obiettivo di Climax Po è proprio quello di stimolare il dialogo al fine di individuare soluzioni che non sono più procrastinabili. In tal senso, il Delta del Po, con la sua complessità rappresenta un’ottima area su cui lavorare e in cui sperimentare soluzioni innovative in grado di continuare a garantire il delicato equilibrio tra uomo e natura che si è consolidato nei secoli e che fa di quest’area una delle aree più belle che ci siano in Italia e in Europa” ha sottolineato Francesco Tornatore dell’Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po.

Il seminario itinerante “Delta del Po: un laboratorio a cielo aperto” rientra nel ciclo “LIFE CLIMAX PO – Edizione 2025: Adattarsi al Clima che cambia”, parte del progetto europeo Climax Po cofinanziato dal programma LIFE. Per maggiori informazioni: www.lifeclimaxpo.adbpo.it

Redazione Ecopolis