La Soprintendenza regionale ha approvato in via definitiva il vincolo sull’area del Catajo.
Un provvedimento coraggioso e opportuno che mette in salvo un lembo di territorio delicatissimo dal punto di vista ambientale e paesaggistico dalla cementificazione, cui degli speculatori e la stessa Amministrazione di Due Carrare sembravano averlo condannato.
Certo che il vincolo potrà essere impugnato e sottoposto al giudice amministrativo, ma la sconfitta di Deda, dei suoi fondi americani, del Sindaco Davide Moro e della sua maggioranza risulta chiara, evidente e incontestabile.
Questo risultato, che sembrava impossibile, premia la mobilitazione di un grande fronte, eterogeneo ma compatto, composto da comitati, associazioni ambientaliste e di categoria, amministratori e forze politiche, ma soprattutto da migliaia di cittadini del nostro territorio. Un doveroso ringraziamento a Legambiente Padova e Italia Nostra sezione di Padova per l’affiancamento costante ai comitati.
Dal nostro punto di vista questa vicenda ci consegna dei messaggi importanti: da una parte la mobilitazione di un territorio può fermare le devastazioni ambientali anche quando la lotta sembra impari; dall’altra parte sempre più persone e forze associative hanno la consapevolezza che la tutela dell’ambiente, della salute, della cultura, della bellezza e dell’economia radicata nel territorio sono aspetti congiunti e vanno difesi nel loro insieme per mirare a uno sviluppo sano e duraturo.
Nel porgere il nostro plauso alla Soprintendenza regionale vogliamo sottolineare che il Vincolo sul Catajo, al di là della vicenda specifica, è indubbiamente una decisione della massima importanza che segna una svolta a livello nazionale nelle politiche di tutela del paesaggio e per questo destinata a fare scuola. Ci auguriamo che questo provvedimento orienti le scelte della Regione Veneto riguardo alla politica del territorio, dal momento che la nostra è una delle regioni europee più devastate dal cemento e al contempo quella che ospita migliaia di ville venete che sono una miniera d’oro per il turismo internazionale.
Ci auguriamo anche che il provvedimento incoraggi una politica a favore delle aree protette come il Parco Colli e per la risoluzione delle emergenze puntuali ma gravissime del nostro territorio come l’inquinamento prodotto dai cementifici o il rischio rappresentato dalla ex C&C.
Come comitati il nostro compito va infatti oltre l’opposizione al centro commerciale; noi non siamo “contro” qualcuno o qualcosa, ma “per”: ci sta a cuore in particolare difendere, rilanciare e valorizzare una vasta area come la Bassa padovana in cui viviamo, mortificata per decenni da scelte politiche, amministrative e urbanistiche di basso profilo; eppure dotata di un ricco patrimonio storico, ambientale e artistico che può rappresentare un volano strategico, con positive ricadute anche economiche. Per questo è nostra intenzione impostare un ciclo di incontri proiettato nel medio-lungo periodo, e che partirà a breve con due incontri pubblici: uno sulla viabilità dell’area, caratterizzata da diverse ipotesi alcune delle quali decisamente negative; l’altro sui punti di forza economica e ambientale della Bassa e sulle strategie per il recupero del territorio degradato.
Annachiara Capuzzo, Maurizia Rosada – Comitato La nostra Terra
Francesco Miazzi, Gianni Sandon, Christianne Bergamin – Coordinamento Associazioni ambientaliste Parco Colli Euganei