L’Istituto Veneto per i Beni Culturali, ente di formazione per tecnici del restauro con sede a Venezia, si è occupato di numerosi monumenti storici che arricchiscono il panorama della città patavina.
Un esempio è via San Francesco che restituisce lo scenario dell’antico tessuto urbano.
Gli interventi si sono concentrati in particolare sulla chiesa di San Francesco Grande, di cui nel 2005 vennero curate le lunette del chiostro interno raffiguranti le storie della vita e dei miracoli di Sant’Antonio, e la scenografica cappella di San Giuseppe della navata laterale sinistra.
Il ciclo affrescato, che comprende anche le lunette sotto il portico della lunga facciata, presentano le vicende del Santo titolare, è una testimonianza importante dell’arte del XV secolo, anche per la sua presenza non lontano dal cuore antoniano della città.
I cantieri didattici di restauro in via San Francesco sono stati riproposti con successo nel 2010-2011 nell’Oratorio di Santa Margherita e dal 2014 al 2016 sono state recuperate le lunette in facciata e gli archi del porticato grazie al supporto della Regione Veneto e della Fondazione Cariparo. I lavori sono stati coordinati dall’architetto R. Ravagnan, direttore dell’Istituto e dalla Dott.ssa Pregnolato della Soprintendenza alle belle arti.
Tra le diverse iniziative che in questo periodo vengono organizzate per valorizzare gli aspetti storici, artistici e sociali della ricca via, la collaborazione tra Soprintendenza e IVBC contribuisce nuovamente con la realizzazione di pannelli informativi che raccontano i restauri eseguiti.
I lavori potranno così essere conosciuti nei dettagli attraverso un QR Code direttamente collegato al portale dell’Istituto per il restauro, qui un portfolio dei vari interventi mostrerà l’attività di restauro padovana.
I progetti dei restauratori nella chiesa riguardano non solo le attività di formazione ma anche l’impegno professionale diretto di molti di loro dopo il conseguimento del titolo.
Il pannello offrirà l’occasione di apprezzare nuovamente le storie di San Francesco, restituite a cittadini e turisti, ricostruendo con un altro tassello la storia della cittadella francescana: composta dall’antico ospedale e da edifici religiosi l’insieme sta ritrovando nuova vita e memoria.
Le lunette affrescate tra il XIV e il XV secolo sono state attribuite alla scuola squarcionesca grazie all’osservazione diretta dopo la pulitura dai depositi delle polveri inquinanti, i solfuri dei gas di scarico delle auto che percorrevano la strada avevano ormai compromesso la leggibilità delle immagini.
L’intervento è stato eseguito utilizzando le resine ioniche, un prodotto ecosostenibile utile per riscoprire attentamente le tracce dell’antica stesura.
Le scene mostrano il passaggio dai canoni di rappresentazione medievali a quelli rinascimentali con l’introduzione della prospettiva utile ad inserire le figure nello spazio.
I restauratori e gli studenti dell’Istituto operano con l’obiettivo di ricostituire una continuità professionale, territoriale e storica nell’area urbana di Padova, collegando infatti i diversi monumenti che ci permettono di leggere la storia della città attraverso il tempo.
Si va delineando un articolato museo diffuso: i volontari, come quelli di Salvalarte, si occupano della cura e della valorizzazione garantendo la libera fruibilità di luoghi riscoperti con lo studio e i restauri.
E saranno proprio i volontari di Salvalarte che, a partire da giugno fino a metà settembre, apriranno in via San Francesco l’oratorio di Santa Margherita e la Scuola della Carità, ogni giovedì sera dalle 20.30 alle 22.30.
Francesca Andreotta, Ivbc