Città pubblica e costruzione sociale del Piano degli Interventi

Troppo spesso nel passato i piani regolatori hanno delegato all’iniziativa dei privati o di altri enti pubblici, il disegno d’insieme delle trasformazioni urbane.

 

Particolarmente sintomatiche sono state le vicende connesse alla “perequazione urbanistica” o le recenti vicende connesse all’ospedale Giustinianeo e alla nuova pediatria. Riteniamo invece che l’elaborazione del nuovo Piano degli Interventi possa costituire un’occasione unica per comunicare un’idea di città, verso cui far convergere l’azione dei molti soggetti pubblici e privati.

La costruzione di una visione condivisa non può che essere il frutto di un reale processo partecipativo, che va programmato con modalità e tempistiche certe. Considerata la particolare situazione di perdurante pandemia, riteniamo possibili tre fondamentali strumenti partecipativi.

  1. Il primo, rivolto in particolare ai principali “portatori d’interessi” cittadini, potrebbe consistere nell’organizzazione di specifici Forum tematici, ovvero di incontri telematici volti ad affrontare alcune delle tematiche prioritarie del piano. Tra queste vorremmo in particolare proporre alcuni temi:
    • rete ecologica, dove le infrastrutture verdi e blu possono divenire l’elemento strutturante di un nuovo paesaggio urbano e di un nuovo modo di vivere la città e le relazioni sociali.
    • “città degli abitanti” ovvero della qualità dell’abitare, della formazione di una città policentrica articolata in “borghi urbani” caratterizzati da una mixité di servizi e finalizzati alla costruzione di comunità inclusive e quartieri più vivibili.
    • grandi ambiti di trasformazione urbana, per i quali andrebbero definiti appositi Masterplan e tra i quali in particolare indichiamo la fascia urbana compresa tra l’Ansa Borgomagno e la Stanga, il Quadrante Nord-Est in cui è prevista la realizzazione del nuovo Polo Ospedaliero, la Zona Industriale, Il Parco del Basso Isonzo.
    • centro storico, il cui ruolo va ripensato nel quadro di un riequilibrio complessivo delle funzioni urbane e che andrà riqualificato e rigenerato potenziandone gli spazi verdi oggi decisamente insufficienti e realizzando il progettato “Parco delle Acque e delle Mura”
  1. Un secondo strumento della partecipazione è quello che dovrà veder coinvolte le Consulte di Quartiere perché solo attraverso la partecipazione alle scelte d’indirizzo ed alla gestione del proprio quartiere e della propria città, è possibile immaginare un processo di graduale formazione di nuove comunità locali, capaci di pratiche economiche e relazioni sociali originali ed alternative. Per l’elaborazione del PAT vennero attivati una decina di anni fa appositi “laboratori di quartiere”. Un’esperienza importante che nelle condizioni attuali è difficile riproporre in forme identiche ma è possibile dar vita ad un apposito ciclo di conferenze/incontri telematici dedicati specificamente all’esame delle problematiche dei diversi quartieri. Incontri che dovranno essere preceduti da alcune conferenze “a reti unificate” per fornire le informazioni di base sulle finalità, gli obiettivi e l’operatività del Piano degli interventi e da un incontro specificamente dedicato al tema dei “Borghi urbani” e della “città degli abitanti.
  2. Da parte delle Consulte di quartiere è poi emersa la richiesta di un ulteriore essenziale strumento partecipativo, consistente nell’immediata attivazione di un sito web che raccolga e pubblicizzi in tempo reale tutte le segnalazioni, le richieste e le proposte provenienti dalla Consulte, dalle associazioni, enti e dai singoli cittadini, dando vita ad un vero e proprio “Atlante delle Segnalazioni”. Una mappa interattiva per raccogliere in tempo reale le segnalazioni degli abitanti, a cui è associata una scheda descrittiva.

Un Atlante è concepito come strumento aperto, per promuovere la partecipazione di associazioni, cittadini ed enti ed il confronto di idee e proposte utili per l’elaborazione del Piano degli Interventi.

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Sergio Lironi, presidente onorario di Legambiente Padova

sintesi a cura della redazione di Ecopolis