Elogio alla complessità: ecco il tema trattato in questa terza pillola di Alfabeti per l’ecologia.
La biodiversità è fondamentale per il mantenimento della vita, perché tutto è legato su questo pianeta. Gli studi geologici, meteorologici, ecologici, oceanografici e biologici in genere, hanno ormai messo in evidenza con chiarezza che la vita d’ogni singolo organismo é parte di un processo su grande scala che coinvolge il metabolismo di tutto il pianeta. L’attività biologica é una proprietà planetaria, una continua interazione di atmosfere, oceani, piante, animali, microrganismi, molecole, elettroni, energie e materia, tutti parte di un unico globale.”1
Il ruolo di ciascuno di questi componenti é essenziale per i mantenimento della vita. La globalità significa complessità. E la complessità é necessaria per la vita del sistema vivente: semplificazione significa instabilità, minore difese, degradazione. Le correlazioni tra i costituenti del sistema naturale, le diversificazioni, le individualità, quindi la sua complessità, permettono al sistema stesso di essere più flessibile, di adattarsi ai mutamenti dell’ambiente, di avere più probabilità di sopravvivere e quindi di evolversi. Viceversa la sua specializzazione significa povertà di variabilità interna, maggiore vulnerabilità.
Dal punto di vista biologico, quindi, si può senz’altro affermare che aumento della complessità dei rapporti e aumento della biodiversità significa aumento della stabilità dell’ecosistema. Complessità biologica é quindi sinonimo di stabilità.
Le capacita tecnologiche dell’uomo hanno oggi creato un sistema artificiale la cui potenzialità, per quanto riguarda le modifiche che può arrecare all’ambiente, é enorme.
In genere queste modifiche si traducono in distruzione di alcune specie biologiche e del patrimonio genetico, quindi in distruzione della complessità biologica, in riduzione della biodiversità e dell’adattamento ai mutamenti. Da tutto quanto sopra, deriva che una seria analisi socio-economica non può prescindere dalla conoscenza scientifica dei grandi equilibri biologici e dal peso che in essi hanno i concetti di rinnovabilità e di limitatezza delle risorse e le leggi della termodinamica.
“Il punto fondamentale di novità scientifica consiste nella constatazione che il sistema in cui viviamo, il pianeta Terra, é un sistema finito e, in quanto tale presenta dei vincoli di territorio, vincoli di assorbimento dei rifiuti e degli inquinanti vincoli relativi ai grandi cicli della vita (aria, acqua, ossigeno ecc.), vincoli che limitano l’aumento indiscriminato della popolazione e della produzione. La realtà fisica è quindi soggetta a constraints, vincoli appunto, e questi possono determinate dei limiti. Un esempio solamente se la popolazione aumenta ha bisogno di più cibo, per avere più cibo è necessario o produrre di più per ettaro, ma questo comporta l’impoverimento dei suoli, l’erosione, l’inquinamento delle falde e l’eutrofizzazione dei mari o deforestare per ottenere altri campi da coltivare, ma questo comporta perdita di biodiversità, fa saltare gli equilibri dei cicli vitali del carbonio e dell’ossigeno (effetto serra) e provoca cambiamenti di clima che si ripercuotono sull’agricoltura e così via.
La Terra viene da molto lontano, da 4500 milioni di anni di evoluzione. E’ una storia, quella dell’evoluzione biologica, complessa e meravigliosa, una storia di energia e di materia di molecole e di cellule; una storia che ha dato luogo a forme viventi di grande diversità, vegetali e animali, fino ad arrivare all’uomo.
Grazia al flusso continuo di energia solare e alla fotosintesi, sulla superficie della Terra, la biosfera, sono nate e si sono moltiplicate numerose specie biologiche: questo è il capitale naturale che abbiamo avuto in prestito, un capitale di biodiversità, fatto dall’aria e dalla terra, dai fiumi e dai mari, dalle foreste e dagli animali. La biodiversità è fondamentale per il mantenimento della vita, perché tutto è legato su questo pianeta”. 2
Nella prossima puntata: Tempi storici, tempi biologici
Lucio Passi – Portavoce Legambiente Padova
1 Lucio Passi, Enzo Tiezzi, verso il nuovo ambientalismo. Editoria ed Ambiente, 2013
2 Federico M. Pulselli, Simone Bastianoni, Nadia Marchettini, Enzo Tiezzi, La soglia della sostenibilità, Donzelli, 2007