E’ centrale, per l’ambientalismo scientifico, la tesi che dalla rivoluzione industriale in poi, la crescita dell’economa e della società abbia ignorato le fondamentali leggi della termodinamica.
“Tutte le azioni umane sottostanno a una ferrea legge – spiegava Enzo Tiezzi1– nota come secondo principio della termodinamica o legge dell’entropia, che afferma che tutta l’energia passa inesorabilmente da forme di energia utilizzabili a forme di energia non più utilizzabili, e che tutte le attività umane (anche, e particolarmente, quelle che creano ordine e organizzazione) producono inevitabilmente disordine, crisi, inquinamento e, in ultima analisi, decadenza nell’ambiente. Tiezzi, per spiegare gli effetti dell’entropia proponeva spesso questo esempio: consideriamo un mucchio di pietre, disposte casualmente su un prato. Leggendo le parole “mucchio di pietre” tutti pensiamo a tante pietre disposte una sull’altra, ma in modo disordinato. Se però andiamo a organizzare quel mucchio di pietre in una forma ben precisa, allineandole regolarmente una sull’altra a formare pareti con spazi vuoti alternati, fino ad avere una serie di caratteristiche determinate, allora diciamo che quella é una casa, con porte e finestre. Naturalmente per far questo serve lavoro, ed in altre parole, uso di energia.. Se invece abbandoniamo una casa (ovvero non investiamo in essa energia e lavoro), é prevedibile che, dopo un certo tempo, sia diventata un mucchio di pietre disordinato: c’é, dunque, un passaggio spontaneo dall’ordine al disordine. Al contrario, è improbabile che questo mucchio, col tempo, per azione del vento o per quella casuale dei passanti, possa assumere spontaneamente tutte le caratteristiche tipiche di una casa.
La Terra è un sistema chiuso, vale a dire un sistema che scambia con l’esterno energia e non materia. Nel nostro sistema chiuso si verifica una diminuzione d’entropia, a patto che ci sia un flusso continuo d’energia solare, che questa venga fermata tramite la fotosintesi delle piante e che il calore in eccesso venga scaricato nell’universo, cosa che la nostra atmosfera fino ad ora ha permesso. La dispersione del calore di ritorno nell’universo può essere però bloccata dall’aumento dell’anidride carbonica in atmosfera, l’effetto serra, aumento che è in diretta relazione con la combustione delle energie fossili..
La vita sulla terra ha adoperato due “trucchi” per svilupparsi. Il primo è stata la fotosintesi, con cui le piante hanno imparato a trattenere e sfruttare l’energia solare per crescere. Ma siccome la vita sulla terra ha continuato a progredire, se alla morte di ogni singolo organismo il carbonio da lui fissato fosse finito in atmosfera, sarebbe aumentata spaventosamente la concentrazione della CO2 nell’aria. Allora ecco il secondo “trucco”, quello di prendere queste biomasse e di relegarle nelle sacche interne del pianeta escludendole dal ciclo vitale. Negli ultimi decenni, però, l’uomo ha invertito una tendenza di centinaia di milioni d’anni, estraendo da queste sacche petrolio, carbone ecc. in tempi brevissimi. La concentrazione di CO2 in atmosfera, è quindi rapidamente aumentata. Prendere le energie fossili dalle sacche dove sono state immagazzinate dalla natura, che le ha utilizzate come pattumiere dell’attività biologica planetaria, per togliere il carbonio in eccesso dai cicli vitali e realizzare quella giusta miscela d’ossigeno e anidride carbonica che è alla base dell’evoluzione biologica, è come spargere in un solo giorno in una città la spazzatura da essa accumulata sin dalla sua nascita.
Dall’uso appropriato della seconda legge della termodinamica dipende la qualità della nostra vita o la distruzione della Terra: l’uomo ha il potere e la capacita di accelerare ulteriormente il processo di degradazione (per fini di profitto, di consumismo, di egemonia) portando alla morte del pianeta in decine/centinaia di anni, o di rallentare il processo stesso a ritmi naturali offrendo all’umanità e alla natura ancora milioni di anni di vita. La logica conseguenza di quanto detto é la ricerca del concetto di equilibrio biologico e dei modi complicati, difficili, delicati per mantenerlo.
Nella prossima puntata: La vita è una proprietà planetaria
1 Lucio Passi, “Enzo Tiezzi, Verso il nuovo ambientalismo” La Biblioteca del Cigno – Editoria & Ambiente
Lucio Passi – Portavoce Legambiente Padova
Mentre sono d’accordo con l’invito ad un razionale uso delle risorse, mi lasciano perplesso molte delle affermazioni.
La terra non è un sistema chiuso, ma un sistema aperto che scambia con l’universo flussi di energia e anche di materia (probabilmente l’inizio della vita sulla terra ha a che fare con apporto di materia dallo spazio).
Non credo esista una giusta miscela d’ossigeno ed anidride carbonica alla base dell’evoluzione biologica: quella precedente alla rivoluzione industriale è il risultato di variazioni dinamiche che hanno favorito alcune specie rispetto ad altre.
Alla fine la spinta all’uso razionale delle risorse dovrebbe venire da motivazioni etiche, spirituali e di giustizia sociale piu’ che da preoccupazioni sulla durata della vita sulla terra (vita che inevitabilmente si spegnerà, cosi’ come inevitabilmente si spegne qualsiasi individuo).
Gentile lettore,
attualmente (non certo durante la costituzione del pianeta) la Terra si può considerare un sistema chiuso perchè la quantità di materia che riceve dallo spazio è irrilevante ai fini dell’evoluzione del sistema stesso.
Lucio Passi
Caro Passi,
continuo a non capire. Ed il flusso dell’energia ad esempio dal sole, senza il quale la vita sulla terra si spegnerebbe rapidamente?