Quale turismo dopo il coronavirus?

Dopo il lockdown arriva il “turismo a margherita”: lento, attento all’ambiente e ai bisogni di ciascuno.

 

 

Dopo il periodo del lockdown, abbiamo tutti un grande desiderio di uscire, intensificando attività ludiche come quelle del camminare e di pedalare usando una giusta attenzione verso i luoghi vicino alla propria abitazione. Si è fatta strada, rispetto al turismo di massa (ad esempio quello delle grandi navi), il turismo lento che riscopre il benessere di stare all’aria aperta e gli elementi naturali presenti in tante realtà nel nostro Paese.

Questo nuovo modo di pensare è emerso dall’incontro organizzato nell’ambito della  Festambiente  2020 –  Ri-troviamoci in Laguna-  che  si è svolta nei giorni 18-21 giugno  (località Casoni della Fogolana – Comune di Codevigo – PD) abbiamo avuto un’ interessante videoconferenza sul turismo sostenibile a seguito del coronavirus, che ha visto protagonisti: Stefan Marchioro (Dirigente Settore Turismo della Regione Veneto), Pierpaolo Romio (fondatore di Zeppelin e GiroLibero), Maurizio Gubbiotti (Presidente Parco RomaNatura) e Sebastiano Venneri (della Segreteria Nazionale di Legambiente e Responsabile  del Settore Turismo). Gli interventi sono stati coordinati da Ludovica Casellati direttrice del mensile Viagginbici.

E’ stata coniata la formula del “turismo a margherita”: dove pernottando nello stesso luogo il turista si possa muovere a raggio in realtà limitrofe: pensiamo ad un turista che pernotti ad Abano può visitare con tranquillità, Padova, Chioggia, Montagnana, ect.

Per fare questo però bisogna che gli amministratori locali e regionali mettano in atto delle sinergie affinché le piste ciclabili non siano presenti solo sulla carta oppure percorribili a tratti brevi. Ci vogliono  grandi piste ciclabili come quelle presenti nei Paesi Nordici e in qualche realtà italiana come il Trentino Alto Adige. Bisogna trasformare le piste ciclabili temporanee in stabili, garantendone la sicurezza. Bisogna inoltre organizzare nel territorio luoghi di sosta (agriturismi, bicigrill, servizi guida, ect) affinché questo tipo di turismo sia supportato da una capace rete logistica.

Questo tipo di turismo inoltre ben si adatta anche nel periodo di “convivenza con il coronavirus”, perché “spalma” i turisti in territori ampi portando anche reddito a chi svolge attività lontano dai grandi centri cittadini.

Infine il coronavirus ha fatto emergere una maggiore richiesta di trascorre le vacanze nei parchi nazionali e regionali. Questi sono un’altra grande ricchezza nazionale veri e propri scrigni ambientali dove convivono insieme: natura, storia, arte e tradizioni culturali. Solo un turismo lento e consapevole può dare vigore e continuità a questo settore, che si trova ora in una grande sofferenza, soprattutto quello legato a promuovere il turismo di massa.

A noi Associazioni ambientali spetta il grande, ma entusiasmante compito di promuovere anche su questo settore nuovi stili di vita dove la “lentezza” dello spostamento si trasformi in una maggiore conoscenza dei territori percorsi  e delle persone che ci vivono.

Un turismo  rispettoso dell’ambiente che abbia come fine la protezione delle nostre bellezze naturali per garantire  che rimangano lì, incontaminate, per le generazioni di escursionisti future.

Per vedere la registrazione dell’incontro:  https://www.youtube.com/watch?v=Iug2ozokIV0&t=3554s

Maurizio Savioli – Presidente del Circolo Legambiente APS di Piove di Sacco