L’impegno del sindaco per il Parco Agro-Paesaggistico Metropolitano

parco-agro-paesaggisticoL’amministrazione di Padova ha manifestato vivo interesse per il progetto del Parco Agro-paesaggistico Metropolitano, le cui finalità e linee guida attuative sono state illustrate alcuni giorni fa al vicesindaco Arturo Lorenzoni dall’Associazione costituitasi per rendere operativo il progetto.
Il vicesindaco si è dimostrato entusiasta del progetto ed ha espresso la volontà di assumersi, con il sindaco Giordani, la responsabilità di presentarlo al tavolo della Comunità Metropolitana e di curarne il successivo coordinamento intercomunale.

La proposta del Parco

nasce nel 2012 per iniziativa di un gruppo di Associazioni ambientaliste e di organizzazioni di categoria, che hanno chiesto ai sindaci della comunità metropolitana padovana di approvare un protocollo d’intenti per la realizzazione del Parco agro-paesaggistico Bacchiglione–Brenta come strumento per la salvaguardia del paesaggio e la valorizzazione multifunzionale delle attività agricole nel territorio.

A tale iniziativa era seguito un approfondimento, attuato con le metodologie partecipative di Agenda 21, che aveva portato alla stesura, nell’aprile del 2014, delle Linee Guida per un Piano d’Azione finalizzato alla formazione del Parco.

Alcuni Comuni ed Associazioni negli ultimi anni hanno dato applicazione a diverse azioni previste dalle Linee Guida ma, di fatto, sono mancati il coordinamento e l’integrazione di queste azioni nell’ambito di una strategia condivisa che avrebbe avuto necessità di una valida cabina di regia e della partecipazione convinta di tutti i comuni, a partire dal capoluogo di provincia.

La constatazione di questo sostanziale insuccesso nel dar vita, secondo criteri prefissati ed omogenei, al Parco Agro-paesaggistico Metropolitano ha spinto l’Associazione a proporre ai sindaci della comunità metropolitana una lettera aperta (clicca qui), integrata da un dossier* in cui sono stati riportati i documenti progettuali ed alcuni elaborati esemplificativi di studi e progetti di settore, alcuni già attuati.

Ma, in dettaglio, cosa dice la lettera aperta?

In sintesi si sottolinea la necessità che il primo atto del Piano d’Azione per l’attuazione del Parco sia la condivisione di un Piano ambientale e paesaggistico che individui come finalità fondamentali: la tutela e valorizzazione delle risorse naturali e dell’ambiente, la promozione di un’agricoltura multifunzionale e generatrice di servizi eco-sistemici ed il miglioramento della qualità del vivere e dell’abitare della popolazione residente.

Il Piano in particolare dovrà promuovere la sicurezza e sovranità alimentare, favorire la biodiversità e la qualità ambientale, valorizzare le economie locali connesse all’agricoltura e quindi l’occupazione e l’inclusione sociale, ridurre il consumo di suolo riqualificando il paesaggio rurale e urbano con lo sviluppo di pratiche agricole ecologicamente più sostenibili.

Le linee guida attuative del Piano dovranno indicare le possibili misure di sostegno per una graduale evoluzione qualitativa dell’attività agricola ai fini di una maggiore redditività economica per gli agricoltori, promuovendo nuove forme di economia e occupazione, compatibili con l’ambiente rurale, nel campo del turismo e della fruizione del tempo libero, ripensando inoltre l’agricoltura secondo modelli organizzativi avanzati e nuove forme di impresa che favoriscano l’incontro tra domanda e offerta qualificata e la realizzazione di filiere produttive autogestite, volte alla valorizzazione dei prodotti locali e alla loro trasformazione e commercializzazione.

Le linee guida dovranno altresì disciplinare i processi di trasformazione del territorio, avendo cura di assicurare la partecipazione informata ed attiva di tutti i soggetti interessati, affinché l’elaborazione del piano venga concepita quale processo dinamico che si confronta ed interagisce in tempo reale con le azioni e le iniziative già avviate.

Le finalità del Parco Agro-paesaggistico Metropolitano sono quanto mai suggestive. Confidiamo che il sindaco ed il vicesindaco di Padova mantengano la promessa di farsi carico della loro attuazione.

Lorenzo Cabrelle – Legambiente Padova

*Clicca qui http://www.legambientepadova.it/ecopolis_img/dossier_paam.pdf per l’intero dossier (17MB) scaricabile entro il 25 marzo.

3 thoughts on “L’impegno del sindaco per il Parco Agro-Paesaggistico Metropolitano

  1. Se il parco agro-paesaggistico metropolitano sarà soprattuto inteso, come sembra al di là delle tante parole usate per definirlo e delinearlo, in funzione di grimaldello, leva, funzione per ottenere il “… ridurre il consumo di suolo (ridurre il consumo di suolo) riqualificando il paesaggio rurale e urbano con lo sviluppo di pratiche agricole ecologicamente più sostenibili.”, e quindi impedire come sempre e da sempre che la “città faccia la città, e che la campagna faccia la campagna”, la proposta otterrà ben pochi consensi nei comuni contermini a Padova: e Padova, semmai dovesse decidere di applicare autonomamente l’idea di parco agro-paesaggistico in modo esteso e importante sul proprio territorio comunale, non farà che favorire ulteriormente l’edificazione dei comuni contermini aumentando ancora quella ‘losangelisazzione’ del territorio padovano nel suo insieme di cui eminenti figure di Legambiente Padova sono storicamente così indirettamente e direttamente colpevoli.

  2. Cosa dire? Secondo Luca Luciani che “la città faccia la città” sembra voler dire disco verde a tutte le lottizzazioni che aggrediscono e distruggono i residui spazi verdi all’interno del tessuto urbano (spazi che, ricordiamolo, erano destinati dal piano regolatore originario a verde pubblico) per consentire la realizzazione della grande Padova di 240.000 abitanti, senza tenere conto che il trend demografico degli ultimi anni è stato negativo e che esiste un impressionante patrimonio edilizio inutilizzato. Per Legambiente, la Grande Padova è la Padova della comunità metropolitana, dove la capacità insediativa complessiva va ridimensionata sulla base di aggiornati e veritieri studi demografici e quindi suddivisa tra tutti comuni secondo criteri oggettivi legati alle linee di sviluppo del territorio vasto. Le zone agricole e le aree inutilizzate che, ancorché edificabili, non sono più necessarie per il fabbisogno abitativo, vanno salvaguardate nella loro naturalità e organizzate secondo le finalità del Parco Agro-paesaggistico Metropolitano. I due scenari di trasformazione del territorio sono visibilmente diversi. Lasciamo ai lettori il diritto di valutarli nel merito, ricordando però che la Comunità Europea ha fissato al 2050 lo stop definitivo al consumo di suolo. Non vorremmo che si arrivasse a quella data dopo aver maramaldeggiato quel che resta delle nostre aree verdi.

  3. Le aree verdi, intese come quelle previste dall’attuale piano regolatore, vanno difese e trasformate in aree verdi effettivamente fruibili dalle persone: anche questo, anche la realizzazione di parchi o la loro espansione, significa che la “città faccia la città”: se il parco agro-paesaggistico rientra in questo obiettivo e riesce a coordinarsi con altri spazi verdi dei comuni contermini mi sembrerebbe un ottimo risultato. Intere parti/zone della città dovrebbero poi nel tempo essere sottoposte a riqualificazione/rigenerazione urbana consentendo un’edilizia di qualità, a risparmio energetico, in grado di far vivere al meglio possibile le persone, e a sviluppo verticale (senza alcuna accusa di speculazione edilizia, mediazioni per ridurre impatti -visivi, urbanistici, ambientali- spesso inesistenti e ingigantiti ad arte, e senza i continui ‘sgambetti istituzionali’ in cui i protagonisti di Legambiente Padova sono chiaramente esperti fin dalle esperienze attive dei movimenti marxisti degli anni ’70 del secolo scorso). Le altre aree edificabili della città, nell’eventualità che ci fossero effettivamente investitori che volessero intraprendere nuove edificazioni, invece, andrebbero accompagnate e guidate verso la migliore attuale possibile edilizia (qualità abitativa e risparmio energetico) nel maggiore possibile rispetto ambientale in base alle regole già presenti nel regolamento edilizio del comune di Padova. Per quanto riguarda le riqualificazioni del già edificato, spesso edificato male e disastrato, esistono già leggi nazionali/regionali che ne consentirebbero il recupero: vanno facilitate e non rallentate ad arte. Anche tutto questo significa che la “città faccia la città”. Di certo non significa “che la città faccia la città” l’eventuale proposta di un parco che ha in realtà come vero obiettivo il bloccare nuovamente in modo STRUMENTALE il potenziale sviluppo della città nel suo complesso (aree verdi comprese).

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