Sono gli Amissi del Piovego a proporre la candidatura delle Mura cinquecentesche della nostra città a Patrimonio dell’Unesco.
Quest’anno infatti avrà luogo la quinta edizione del Salone Mondiale del Turismo nei Siti Unesco (WTE), con una grande novità rispetto al passato: se i quattro appuntamenti precedenti avevano avuto luogo sempre e solo ad Assisi, per il 2014 verranno organizzate parallelamente iniziative nella cittadina umbra e in altre città italiane. E così Padova ospiterà, dal 19 al 21 settembre, presso il Palazzo della Ragione questo importante evento.
Già da alcuni anni è stata promossa dal Consiglio Comunale la candidatura della Cappella degli Scrovegni a Patrimonio dell’Unesco. Insieme ad essa è stata fatta una lista di altri possibili siti cittadini meritevoli di questa nomina; a questi, gli Amissi del Piovego, associazione culturale e ambientalista di voga alla veneta, propongono di aggiungere anche quello che secondo loro è il più grande monumento cittadino, ovvero il sistema difensivo rinascimentale: le Mura veneziane.
L’importanza del patrimonio monumentale, culturale e ambientale da un lato e la volontà di rendere più visibili le mura (per esempio abbassando le golene) dall’altro, sono dunque le ragioni che portano a chiedere una rivalutazione di questi siti e la loro candidatura a Patrimonio Unesco.
Con un perimetro di circa 11 km e un sistema complesso dotato di porte d’acqua e di terra, torrioni, baluardi, gallerie e quant’altro, le nostre mura hanno condizionato la forma e lo sviluppo della città dal Rinascimento ad oggi. L’opera di costruzione è iniziata, in forma provvisoria, intorno al 1509 e, con una progettualità più precisa, volta a tener conto delle strategie dei veneziani sull’area padovana (da cui prendono il nome), dal 1510.
Nel corso dei secoli la città si è evoluta e con essa anche la percezione e l’impiego delle mura, vissute come un ente in continuo mutamento di destinazioni, anche discutibili; è questo il caso della discarica dei rifiuti del Castelnuovo e della Golena di San Prosdocimo.
Ricordiamo infine che, presso i Musei Civici agli Eremitani, dal 28 marzo al 20 luglio è stata organizzata una mostra dal titolo Padova è le sue mura volta a celebrare i cinquecento anni della costruzione della nostra cinta muraria.
Maurizio Ulliana, Presidente Amissi del Piovego
sintesi a cura di Laura Fasanetto, redazione di ecopolis
Personalmente, come ho avuto modo di esprimere alle autorità comunali negli ultimi anni, (anche tramite osservazione al P.A.T.), la questione è più ampia, estesa a tutta la città intra moenia, per la quale proponevo l’iscrizione nella lista del Patriminio UNESCO, poiché oltre ad aver conservato gran parte della sua eccezzionale cinta muraria (a differenza di molte città italiane medio-grandi), il centro storico di Padova, sviluppatosi assieme alla cortina difensiva ma anche successivamente, dopo il Cinquecento, presenta interventi architettonici ed urbanistici unici (dal “Salone”, ai simboli della presenza galileiana, al Prato della Valle, al Pedrocchi, etc), di indiscusso valore storico-culturale.
Inoltre, teniamo presente che le richieste per entrare nella lista UNESCO sono sempre in aumento, e quindi i tempi si allungano; tentare l’inserimento “per parti” della ns. bellissima città (iniziato con l’Orto Botanico, poi la Cappella Scrovegni), la ritengo un’operazione parziale, che non dà la percezione a chi vive la città (residenti, turisiti, etc…) della ricchezza dei suoi caratteri identitari. Proporrei quindi l’iscrizione per : “Il centro storico di Padova entro le mura veneziane”.
Ho contattato i fautori della Quinta edizione del salone mondiale del turismo, tale Cristiano Marzolesi, che ho anche incontrato per proporgli una collaborazione. Nonostante mie ripetute telefonate non sono più riuscito a parlargli, neppure chiamando l’organizzazione. Inoltre non ho ricevuto alcuna ulteriore comunicazione neppure dal loro ufficio stampa presso il quale mi sono accreditato. Qualcuno ne sa qualcosa?
Tanto per dovere di cronaca.
Arrivano un po’ in ritardo: è partita (mi sembra nel 2011) la candidatura transnazionale “Opere di difesa veneziane tra XV e XVII secolo”, che comprende Bergamo (capofila), Peschiera, Venezia, Chioggia, Palmanova in Italia, Zara, Sebenico e Curzola per la Croazia, e Cattaro-Castelnuovo per il Montenegro. La Commissione nazionale italiana Unesco ha approvato lo scorso settembre (cioè 2013) e il progetto è stato ufficialmente iscritto nella Tentative list, passaggio necessario per l’inserimento nella World heritage list
gentile Giuliana, qui infatti vale proprio il contrario: perchè Padova amministrazione non si è mai curata di entrare nel progetto trasnazionale capeggiato dal Comune di Bergamo?
perchè si lascia ad una piccolissima associazione la provocazione? chi poteva agire negli anni passati lo ha fatto?
senza dimenticare la Regione: se ci sono Croazia e Montegnero è merito del Friuli e delle nuove azioni per riannodare i fili con quelle nazioni vicine. Non era un ruolo per la “grande” Regione Veneto, in linea con le tradizioni millenarie delle Repubblica veneziana che guardava all’adriatico?