La situazione del consumo di suolo a Padova, già di per sé allarmante – qui il rapporto ISPRA 2016 – sarà aggravata dall’attuazione delle prescrizioni del PAT (Piano di Assetto del Territorio), adottato nel 2009 ed approvato nel 2014, a nostro giudizio profondamente sbagliato e pertanto da rivedere (ne abbiamo parlato qui).
L’allora neosindaco Bitonci ha addirittura peggiorato la situazione approvando una variante al Piano degli Interventi che aumenta l’enorme edificabilità già prevista dal vecchio PRG.
È quindi necessario un deciso cambio di rotta per le politiche urbanistiche padovane, ponendo un freno alle lottizzazioni ed al consumo di suolo, e il solo modo per farlo è rimettere in discussione la stessa capacità insediativa del Piano degli Interventi. Cosa dicono rispetto a questi temi i candidati Sindaco?
Abbiamo esaminato i programmi e sentito i loro argomenti nell’incontro pubblico in cui hanno risposto ai quesiti di UrbanMeta (un gruppo di lavoro interdisciplinare che ha prodotto un ottimo documento di analisi – leggi qui – in cui sono riprese molte delle tesi di Legambiente). Ecco le strategie dei candidati più rappresentativi:
tutti, ad esclusione di Bitonci (Lega Nord), hanno condiviso il documento di UrbanMeta e la proposta di predisporre un MasterPlan come strumento di coordinamento della trasformazione urbana, nonché di rivedere la pianificazione attraverso processi partecipativi. Le ricette però sono diverse.
Sergio Giordani (rappresentato al dibattito di UrbanMeta da Fabio Amato) propone una pianificazione che limiti i contenziosi e persegua il risparmio del suolo sfruttando la decadenza dei vincoli. A ciò aggiunge un’attenzione un po’ generica all’agricoltura urbana incentrata sui tetti verdi e sugli orti sociali. Il programma prevede lo stop al consumo di suolo e la rigenerazione dei vuoti urbani e delle aree dismesse, il progetto di città policentrica è invece solo a scala metropolitana.
Simone Borile (M5S) affida la revisione della pianificazione a tavoli di partecipazione in cui ai tecnici si affianchino sociologi e cittadini. Gli obiettivi sono di bloccare la cementificazione e promuovere la riconversione delle aree dismesse pubbliche e private, l’incentivazione degli orti urbani e la protezione dei cunei verdi. Il programma propone, in modo generico, di ridurre del 50% la superficie edificabile non espressa del PAT.
Arturo Lorenzoni (Coalizione Civica) accoglie tutte le proposte di UrbanMeta in quanto coincidono con il suo programma. Lo stop al consumo di suolo dovrà avvenire rivedendo il dimensionamento del PAT, e dando attuazione al Parco Agro-paesaggistico Metropolitano. Il programma è innovativo e molto articolato: la città policentrica viene declinata a livello di quartiere e di rione, con il decentramento dei servizi necessari.
Sulle grandi opere tutti concordano nel recupero della Fiera e della Zona Industriale come motori dell’innovazione e dell’economia. Sull’ospedale, posizioni diversificate: Giordani deciderà entro 3 mesi dalla nomina tenendo conto delle ricadute dell’intervento sulla città; Borile è per Padova est se ci sarà la copertura finanziaria ed un tavolo di concertazione per ripartire le funzioni tra vecchio e nuovo ospedale; Lorenzoni propone invece un progetto coraggioso (a cui sta pensando anche l’Università) per rigenerare l’esistente.
Deliberatamente non abbiamo commentato il programma di Massimo Bitonci in quanto delusi dal mancato rispetto degli impegni assunti nella precedente campagna elettorale e dalla sua visione di città, confermata nella risposta ai quesiti di UrbanMeta dove non ha parlato di revisione del PAT ma di far ripartire tutti i cantieri fermi.
Lorenzo Cabrelle – Legambiente Padova
Il collegamento al documento di analisi di Urbanmeta non funziona. Potete attivarlo, oppure
inviarmelo via posta elettronica? Grazie.
Enrico Schiavon