A che punto siamo con l’educazione alla pace?

downloadLa proposta di legge di iniziativa popolare dal titolo “Istituzione e modalità di finanziamento del Dipartimento della Difesa civile, non armata e nonviolenta” sulla quale  i movimenti pacifisti italiani stanno raccogliendo le firme per la sua presentazione in Parlamento, prevede tra gli altri compiti quello di promuovere l’educazione alla pace.

Ma a che punto siamo con l’educazione alla pace in Italia?

Indubbiamente nel nostro paese esistono molte “scuole di pace” promosse prevalentemente dagli Enti Locali. Sono soprattutto i Comuni che si sono attivati da molti anni ed hanno creato delle “Scuole” che hanno fatto tre tipi di attività: ricerca tramite convegni, divulgazione prevalentemente mediante conferenze e formazione degli studenti. Una delle prime ad essere nata è stata senz’altro la “Scuola di Pace” di Boves, operativa dal 1983, che ha al suo attivo decine di pubblicazioni.

Ma sono tantissimi i Comuni che hanno attivato esperienze simili. Molti infatti, pur senza arrivare a creare una vera “scuola di pace”, hanno optato per interventi, a volte sporadici a volte strutturati, nelle scuole, dando spazi ad associazioni ed esperti: è questa la strada che ha seguito per parecchi anni anche il Comune di Padova.

Qual è il limite di queste iniziative? Che se cambia l’amministrazione comunale i fondi per le “Scuole di Pace” o per questi interventi di personale esperto vengono ridotti o tagliati: è esattamente quello che è successo anche nel Comune di Padova dove i fondi sono passati da 40.000 a solo 10.000.

Come togliere aleatorietà a questi interventi nelle scuole  garantendo ad essi continuità nel tempo, che è quello appunto che le istituzioni garantiscono?

Diamo allora uno sguardo alla situazione internazionale.

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha prodotto negli anni una serie di indicazioni per gli stati proprio sull’educazione alla pace. Tra i tanti vorrei segnalare  l’importante  Dichiarazione e Programma di azione per una cultura di Pace  approvata nel settembre 1999 che definisce che cos’è una cultura di pace. Un’altra  significativa  risoluzione dell’Onu è stata quella che ha creato  il Decennio internazionale per una Cultura di Pace e Nonviolenza per i Bambini del Mondo nel periodo 2001-2010.

Sulla scorta di queste importanti deliberazioni internazionali sono sorti in vari Paesi del mondo dei Comitati Nazionali che volevano fare conoscere queste risoluzioni e soprattutto stimolare i governi e le istituzioni educative per fare in modo che questi documenti dell’ONU si traducessero in piani d’azione concreti, leggi nazionali, finanziamenti adeguati. E’ solo in questo modo infatti che si evitano i pericoli di iniziative locali poco organiche e legate all’aleatorietà delle scelte  di amministratori locali più o meno sensibili a questi temi.

Il paese che ha ottenuto di più è stato la Spagna che nel 2005 ha approvato una Legge Nazionale (27/005) per la promozione dell’educazione e della cultura della pace e la ha dotata di finanziamenti consistenti.

In Francia una legge del 2013 prevede nel curriculum della formazione degli insegnanti anche la formazione alla cultura della prevenzione ed alla risoluzione nonviolenta dei conflitti.

In Italia è sorto un Comitato Italiano Decennio per l’educazione alla pace ed alla nonviolenza per i bambini italiani. Questo comitato ha prodotto molti materiali ed ha organizzato dei convegni internazionali. Il risultato istituzionale più significativo è stato l’emanazione delle “Linee Guida” prodotte dal Ministero della Istruzione Università e Ricerca, che invita le scuole a fare educazione alla pace ed alla nonviolenza.  Se da una parte le Linee Guida non sono vincolanti né sono state dotate di finanziamenti, dall’altra sono un segno di impegno rispetto all’indifferenza della maggior parte degli Stati rispetto alle indicazioni dell’ONU sull’educazione ad una cultura della pace e di nonviolenza.

Credo che dal profilo internazionale delineato rapidamente e dalle esperienze italiane emergano le necessità di dare un quadro complessivo istituzionale, regolato dalla legge, che dia continuità agli interventi di educazione alla pace perché “sporadicità e aleatorietà” non sono buone consigliere dei progetti educativi.

Per questo sabato 21/2 dalle 10 alle 13 in Piazza delle Erbe a Padova raccoglieremo le firme su questa proposta di legge.

 Sergio Bergami – MIR Padova