Auditorium in Fiera? Purché la zona sia rigenerata

cantro congressiL’Auditorium assieme al Palacongressi da realizzare alla Fiera? È un’idea condivisibile, purché inneschi un necessario processo di rigenerazione della Fiera e del suo intorno.

Poche settimane fa, lo ricordiamo, la stampa locale ha dato notizia che la Giunta Comunale ha incaricato Massimiliano Pellizzari, neo presidente di Fiera Immobiliare, di presentare un adeguamento del Palacongressi, firmato dall’architetto giapponese Kengo Kuma e già appaltato, affinché possa essere utilizzato anche come Auditorium.

Secondo quanto affermato dall’assessore Stefano Grigoletto, si tratterà dell’Auditorium più grande del triveneto, inserito in una struttura polifunzionale che potrà ospitare una pluralità di manifestazioni in grado di assicurarne la sostenibilità economica.

Premesso che la proposta dell’ex Sindaco reggente Ivo Rossi di realizzare l’Auditorium a Palazzo Foscarini, in piazza Eremitani, aveva molti pregi in quanto veniva a creare con il Pollini, il Conservatorio, il Museo ed il centro Altinate una cittadella della musica e della cultura, che offriva anche l’opportunità di recupere per le stesse finalità culturali le palazzine liberty di piazzale Boschetti, sottraendole alla speculazione edilizia, la soluzione in Fiera va valutata con favore in quanto è una delle possibili alternative, indicate da anni dalla stessa Legambiente, a quella assolutamente inaccettabile di piazzale Boschetti.

Vanno, però, fatte alcune considerazioni: le grandi opere di interesse generale all’interno della città devono essere previste con una particolare attenzione al contesto urbano in cui si pongono e devono innescare processi di ricomposizione, secondo un progetto che va condiviso con i cittadini.

Così come il nuovo ospedale, qualora venga confermata l’ultima localizzazione, dovrà costituire l’elemento ordinatore per il recupero del degradato rione di S. Lazzaro, l’organizzazione della nuova stazione di Mortise e la connessione funzionale dei due rioni, la nuova struttura polifunzionale che ospiterà il Palacongressi e l’Auditorium dovrà innescare un processo di rigenerazione della Fiera di Padova e del suo intorno.

Se le funzioni legate alla convegnistica, infatti, possono essere previste a ridosso dei capannoni della Fiera senza particolari motivi di incompatibilità, lo stesso non si può dire per attività prettamente culturali come quelle musicali. È una questione di immagine e di qualità urbana della stessa città, che trova, peraltro, risposta nelle previsioni del PAT, il Piano di Assetto Territoriale di Padova che è efficace dal 4 ottobre 2014.

Cosa dice al riguardo il PAT? dalla Relazione leggiamo testualmente: “La visione di medio e lungo periodo è stata arricchita da alcune strategie emerse nella fase di discussione e partecipazione che ha evidenziato alcuni ambiti strategici generatori di trasformazioni nel medio e lungo periodo, quali: – la zona Fiera, da riconvertire come distretto delle arti e della cultura, integrandosi con la vicina cittadella universitaria; …”

Il tavolo partecipativo di discussione del PAT presso Agenda 21 aveva espresso le seguenti indicazioni: “Integrare le funzioni direzionali e di grandi servizi urbani, previste per il comparto compreso tra stazione ferroviaria, Piovego e via Venezia, con attività in grado di evitarne la desertificazione negli orari non lavorativi, quali: potenziamento della residenza e dei servizi connessi di vicinato; formazione di un Distretto delle arti, della cultura e della creatività digitale, integrato con la vicina cittadella universitaria e in sintonia con una possibile ristrutturazione, specializzazione e diversificazione delle attività dell’Ente Fiera.”

In sostanza il PAT indica già le funzioni per realizzare quella rigenerazione urbana dell’ambito della Fiera e delle sue adiacenze, che consentirà al Palacongressi/Auditorium di trovarsi inserito in un contesto urbano adeguato, che migliorerà l’assetto e la vivibilità della zona a nord est del centro storico.

Esistono tutti i presupposti affinché la nuova struttura polifunzionale costituisca il primo passo del processo di trasformazione dell’area della Fiera. È sufficiente che il Sindaco affronti il problema nel primo Piano degli Interventi, lo strumento attraverso il quale vengono attuate le strategie del PAT.

Un’ultima considerazione: come emerge dal PAT, la partecipazione costituisce un momento di grande utilità per arricchire le proposte di trasformazione della città. Ci auguriamo che il sindaco Bitonci ne tenga conto, adottando tale procedura in ogni proposta di intervento che interessi in modo significativo il territorio di Padova, a cominciare dal nuovo ospedale.

 Lorenzo Cabrelle – Legambiente Padova