Zaia intervenga sui battelli fluvio-marittimi

porto offshore VE1Egr. Presidente Zaia

Se è vero che l’ass. Conte porterà quanto prima in Giunta un bando per il progetto preliminare dell’idrovia Padova-Mare, prevedendo anche la funzione navale, credo occorrerà il suo intervento per modificare alcuni aspetti, che avrei preferito fossero stati affrontati e discussi in una Conferenza Servizi di tipo istruttorio, convocata preliminarmente al bando.

Così non è stato ed ora tocca a Lei provvedere.

Nel suo recente libro: “Il futuro europeo della portualità italiana” il pres. Paolo Costa a pag 240, parlando dei battelli che faranno la spola tra il TOS e la terraferma  – le  “mamavessel”, le chiama – scrive che avranno un pescaggio di 5,50 mt. Anche le chiatte, da queste portate a riva, affondano – così si legge a pag 389 – per 3,75 mt , mentre i rimorchiatori-spingitori arriveranno a 4 mt.

Se è vero che il Fissero Tartaro Canal Bianco, come pure il Po e l’idrovia tra Padova e l’Adriatico non consentono – a detta dell’ing. Bondesani (Sistemi Territoriali)  –  la navigazione nei canali interni ad imbarcazioni con pescaggio superiore  ai 2,50 mt, il destino del progetto della Padova-Mare appare già segnato.  Potrà essere solo un grande collettore d’acque e noi tutti perderemo l’occasione unica per allargare il porto, dargli una profondità spaziale, rendendolo competitivo a livello continentale. Una bella responsabilità politica !

Dal momento che la costruzione del Terminal off shore (TOS) interessa tutta l’economia veneta, il suo sforzo, caro Presidente, non può che essere nella direzione di garantirgli le migliori possibilità di successo.

Come si può pensare che tutto il traffico da e per il  TOS – come immagino volessero l’ing. Mazzacurati e l’uomo che lui ha imposto  a capo dell’Autorità portuale veneziana, P. Costa – si concentri solo su punti a ridosso della costa e della laguna?  Una rottura di carico a Marghera, Chioggia, Porto Levante,  (e Dogaletto, aggiungo io ) per trasferire i carichi su imbarcazioni compatibili alla navigazione interna, produce molti più problemi di quanti non ne risolva.  Avvantaggia però tutte le strade che si dipartono a Mestre ed il cui elenco troviamo nei PTRC da Galan in poi.

Tocca quindi a lei modificare quel collegamento, permettendo a battelli fluvio-marittimi di arrivare direttamente dal TOS ad un porto interno e viceversa.  Una soluzione forse potrebbe essere quella di portare a 2,80 il pescaggio minimo, consentendo così ad un tipo di battello (allegato), già proposto nel 2005 dall‘UNII (Unione Navigazione Interna) di fare da shuttle al posto delle “mamavessel”.

Converrà con me che un insuccesso del TOS e del suo porto, rende praticamente inutili anche  la TAV Corridoio 5 , come pure gli altri progetti autostradali in project f.

Mancherebbe loro la merce da trasportare!

In conclusione:  il fallimento del TOS, per il quale basterebbe  non arrivare ai volumi prospettati (3 mln di TEU a regime nel 2030, scrive P. Costa) comporta l’inutilità e quindi lo spreco di tutti gli investimenti  al suo contorno.

Il diavolo sta nei dettagli, caro Presidente.  Provveda!

Distinti saluti

Dr. C. Crotti

(presidente ASS.  “SALVAGUARDIA IDRAULICA DEL TERRITORIO PADOVANO E VENEZIANO”