Ripensare le aree verdi della ZIP

orti presidio 2“Dove c’era l’erba ora c’è una città .. E quella casa in mezzo al verde ormai, dove sarà…” A. Celentano

Siamo ancora lì, in una piccola oasi verde di quasi sette ettari ai confini della Zona Industriale di Padova.

Sospesa la famigerata variante al piano regolatore del 2012 (QUI un articolo di ecopolis), che ci avrebbe ricoperto con l’ennesima colata di cemento, abbiamo tirato un sospiro di sollievo e ci siamo potuti dedicare con una prospettiva diversa alle nostre attività. Ad esempio il progetto degli Orti Sociali, che coinvolge quindici “ortolani volontari”, ha trasformato questo pezzo dimenticato di Z.I. in un orto-giardino magnifico, inserito tra l’altro nel progetto nazionale di Italia Nostra “Orti Urbani”, che si rivolge a tutti coloro che, privati o enti pubblici, disponendo di  aree verdi le vogliano destinare all’arte del coltivare nel rispetto della memoria storica dei luoghi e delle regole etiche stabilite da Italia Nostra in accordo con l’ANCI (QUI maggiori informazioni).

Dal 2012 il clamore suscitato dal tentativo di cementificare l’area ci ha reso noti a livello cittadino, anche grazie alle azioni di Legambiente, con dimostrazioni di sostegno da parte di privati cittadini e personaggi pubblici insperate, basti ricordare le visite di Marco Paolini, di Don Albino Bizzotto e la gradita sorpresa di Luca Mercalli.

Le firme raccolte dai contrari alla cementificazione sono state consegnate all’Assessore all’Urbanistica del Comune di Padova.

Nel frattempo la Z.I. è precipitata in una crisi profonda, di cui le cause non sono certamente locali ma comuni a tutto il mondo occidentale. Negli ultimi cinque anni si contano a decine i capannoni vuoti, un’emorragia che sembra non finire mai. Alcuni sono inoltre diventati sede di attività che poco hanno a che fare con la missione della ZIP (penso ad esempio ai numerosi magazzini di ciarpame all’ingrosso).

Pur essendo la ZIP  un’area adatta all’industria, ben infrastrutturata e servita (a parte qualche criticità, come il fallito collegamento con il porto di VE attraverso l’idrovia), è evidente che le ragioni del progressivo declino sono in buona parte esterne alla gestione dell’area.

Per l’Italia, ad esempio, un rapporto di Bankitalia del 2005 (lo trovi QUI) indica in alcuni punti le cause: pressione fiscale, costo del lavoro, costo dell’energia, varie (burocrazia ecc.).

Tra i vari progetti e proposte fatti negli ultimi anni sulla rigenerazione della ZIP (ricordiamo il progetto VIRIDIS, il progetto SIAM ed il lavoro fatto dall’Università di Ferrara in mostra attualmente al S.Gaetano) non ci pare che ci sia mai stata una visione diversa dell’area, da sempre legata ad un modello di sviluppo che sta inesorabilmente tramontando.

Per questo lanciamo una piccola provocazione.

E’ terminato da poco il percorso di Agenda 21 del Comune di Padova, avviato dalla proposta di numerose associazioni di creare un parco Agro-paesaggistico nell’area metropolitana di Padova e oltre. Le linee guida proposte seguono gli indirizzi europei, che vedono nelle strategie e nelle politiche di valorizzazione delle aree agricole e degli spazi verdi urbani e periurbani una risposta concreta per migliorare la qualità della vita, rilanciare una produzione agricola di qualità, adattare il territorio ai rischi del cambiamento climatico e contenere consumo di suolo e perdita di biodiversità.

Nei 1050 ettari della ZIP il 18 % circa è destinato a verde. La manutenzione del verde è diventata solo un costo gravoso sui bilanci degli enti, molte aree sono coltivate da terzisti, senza un progetto organico. Ecco che forse pensare ad un utilizzo diverso di queste aree verdi potrebbe dare nuovo slancio a tutta l’area, e all’economia della città. Pensate agli scenari e alle suggestioni possibili di un’azienda agricola di una cinquantina di ettari in piena ZIP…

Per approfondire leggi qui la scheda “Il presidio minacciato dai capannoni”, secondo di una serie di approfondimenti che raccontano storia, situazione attuale e prospettive future sui Luoghi del Paesaggio per il Parco agro-paesaggistico-metropolitano.

Stefano Pagnin, Circolo Wigwam il Presidio

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