Nuovo Ospedale? Un danno per la salute pubblica

PSpadovaIn Consiglio Regionale Veneto, a Venezia, solo il consigliere Pettenò ha votato contro l’allocazione di 150 milioni per tre anni per il nuovo Ospedale a Padova. Qui a Padova tutto tace, quasi rassegnati all’inevitabile, tutto deciso e tutti contenti, sembra.

La popolazione invecchia, per fortuna. Gli acciacchi e le patologie cronico-degenerative (diabete, ipertensione, artrosi, insonnia, ipoacusia, cataratta, ecc.) permettono di solito una vita dignitosa, rimanendo a casa propria fino quasi alla fine, a condizione che vi sia una rete sociale e sanitaria vicina, accessibile e gratuita.
Epidemiologi, demografi, esperti di salute pubblica, assessori alla sanità, tutti indicano nei servizi sanitari di base il fattore sanitario più importante per una vita lunga e in discreta salute.

Questo significa medici di Medicina Generale appoggiati da infermieri del distretto per visite, analisi e medicazioni a domicilio; poliambulatori con possibilità di analisi di laboratorio e strumentali e con specialisti consultabili in tempi ravvicinati; carrozzine e girelli distribuite ai tanti nostri anziani con qualche disabilità (certe piazzette di quartiere al mattino ne sono simpaticamente piene). Tutte queste cose sono presenti e potenziabili. Significa inoltre accessi brevi all’ospedale per Day Hospital, Day Surgery, esami e terapie impegnative.

E possibilità di ricoveri, sempre più brevi, in reparti di 2° livello ad alta tecnologia e ad alto costo, per gli interventi chirurgici maggiori, o gli inevitabili aggravamenti.
Sono considerazioni condivise da tutti, quasi banali per chi vuole programmare il Servizio Sanitario a favore della popolazione di oggi e ancor più se si tiene di conto del prossimo futuro. Le risorse, i soldi di tutti, possono e devono essere indirizzate a questo tipo di Servizio Sanitario non a favorire interessi di aziende private (magari riunite in cordata o al carro di qualche lobby), di Primari, di Professori di Facoltà, di politici e amministratori.

Il nuovo ospedale vincolerà i nostri soldi per la sanità per i prossimi 10 anni, con una ricaduta modesta sulla nostra generale salute, anzi con un peggioramento dei servizi sanitari di base a cui verranno necessariamente tolte risorse finanziarie e umane. I soldi sono pochi: o vanno di qui o vanno di là.

Claudio Carrara, medico di medicina generale, specialista in igiene e sanità pubblica

9 thoughts on “Nuovo Ospedale? Un danno per la salute pubblica

  1. a parte tutto il resto, nessuno si rende conto di quanto lungo e disagevole sarebbe il trasloco di tutto il polo ospedaliero dalla parte opposta della città ? si pensi solo ai flussi di spostamento del personale o alla collocazione di tutti i servizi di accoglienza per i parenti dei malati fuori sede…

  2. Carissimo Claudio, replico alla tua con un link, questo:

    http://www.pane-rose.it/files/index.php?c3:o5374:e1

    è un mio articolo pubblicato sul mattino di padova – pensa te ! ed è per questo che te lo invio- nell’ottobre del…2005.
    Come vedrai, diciam tutti , e da anni, le stesse cose su questo tema, ma loro vanno belli dritti lo stesso. E tutto il management sanitario locale ben dietro! E tutti in fila. Che bellezza!
    Ciao
    Gianni

  3. pur condividendo la preoccupazione ti faccio presente che in Paesi decisamente più civili del nostro (per es. Norvegia e Finlandia) ogni elemento di un polo ospedaliero (per es. Pneumologia) si sposta ogni 10 anni al fine di ricondizionare e aggiornare la struttura edilizia alla pulizia, ai nuovi compiti e alle nuove apparecchiature e servizi… e ti assicuro funziona, malgrado il clima e l’invecchiamento sociale analogo al nostro!

  4. Sono d’accordo con lei. Ma mentre non c’è necessità di un nuovo ospedale, tanto meno finanziato con il project financing, c’è bisogno di un centro traumatologico per il nord-est del Veneto in cui il trauma venga risolto in reale urgenza (anche le fratture dell’anziano). Naturalmente i costi di una tale struttura sono decisamente inferiori. La scelta di inserire nelle schede ospedaliere l’ospedale di Camposampiero come centro traumatologico per il nord -est (peraltro senza finanziarne la trasformazione) è la conseguenza della solita cattiva politica non interessata ad una sanità efficiente per i cittadini.

  5. Non serve un Nuovo Ospedale!
    Oltretutto stanno/continuano radicalmente a ristrutturare il “vecchio” con tanto di gru per allargare/adeguare il policlinico esistente.
    Passate a vedere!
    Da cittadino esperto e avendo lavorato dentro(ospedale) e ora fuori faccio due proposte.
    1-recuperare l’esistente, inserendolo nel Parco delle Mura in un progetto di ri-qualificazione energetica e nuova viabilità che dia ai cittadini/pazienti la possibilità di usufruire (primo passo verso la salute) del Parco che,sostituirebbe l’inquinante parcheggio che attualmente circonda l’ospedale.
    I centocinquanta milioni della Regione sarebbero probabilmente suff. per i lavori.
    Eviterebbero la finanza di progetto.
    Buona l’idea di Maurizio Nazari di recuperare gli ospedali periferici riqualificandoli ad “uso specifico” in modo da creare un trait d’union tra ospedale centrale ad alta intensità di cure e periferici a contatto con i bisogni territoriali sempre più spostati alla riabilitazione e alla cronicità’.
    2-creazione ( a padova città una per ogni rione di 15.000 abitanti /10 medici di MG) delle Case della Salute(Utap,Uccp…) sorta di snodo socio/sanitario territoriale cui i cittadini potrebbero rivolgersi per i propri bisogni 24 ore su 24 con nuove modalità di “alleanza terapeutica”.
    Oltretutto ogni “casa” (ne sarebbero necessari da 15 a 20)recupererebbe un edificio dismesso(pubblico o privato) secondo i principi della riquificazione energetica.
    Su questo potrei parlarvi a lungo giacché me ne sto interessando personalmente.
    Ma avremo altre occasioni
    A presto Maurizio Borsatto MMG

  6. Caro Maurizio, se il parco Treves non fosse storico e vincolato, troverei la tua proposta molto interessante. ti ricordo che il parco Treves divenne “giardino discarica” dell’ospedale tra la caduta del fascismo e gli anni 70 (al momento del restauro la morfologia del parco era irriconoscibile; scomparsa la cavallerizza sotto montagne di pappagalli e padelle arrugginite materiale ospedaliero decomposto e, mi risulta, resti umani)
    dopo il crollo della torre medievale per la presenza di un gigantesco platano e le trasformazioni botaniche effettuate durante il restauro potrei accettare la tua proposta se declassassimo il parco a spazio riservato a chi può passeggiare e con una intelligente gestione di un verde efficiente e non storico (spero tu ne conosca la differenza) si può fare qualcosa di buono (senza l’ipocrisia di un far finta).
    stante poi gli abbattimenti all’ex Busonera per costruire ancora e ancora e quello all’ex CTO non è certo il caso di ascoltare medici e infermieri che vedono oggi ma non si accorgono che è già domani…
    Prego Legambiente di scoprire se è stata cancellata la norma FASCISTA di 70 mq per ogni letto esistente nell’ambito dello stesso ospedale.
    ti ricordi il premio Nobel Finsen che affermava che la salute è legata alle piante e al vecchio dottor Sole?

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