Sicurezza idraulica e comuni scoordinati

La sicurezza di poter vivere sereni in un territorio, di abitarci e lavorarci, è un valore primario per ogni cittadino. Il territorio, il paesaggio e l’ambiente sono beni comuni e la messa in sicurezza dal rischio idrogeologico costituisce un diritto primario. Dunque, uno dei compiti principali di chi governa lo Stato e le Regioni è quello di garantire, con opere straordinarie e con il monitoraggio e la manutenzione continui, tale sicurezza.”

Questo è l’incipit del documento programmatico che il Coordinamento Comitati Brenta Bacchiglione ha ribadito il 28 settembre a Villatora di Saonara, indicando i seguenti obiettivi:

– il completamento dell’idrovia come opera prioritaria ed assolutamente urgente;

– l’abbandono della Camionabile e della Bovolentana, opere collegate al GRAP (Grande Raccordo Anulare di Padova) non necessarie e dannose per l’integrità del territorio che attraversano;

– il consolidamento e la manutenzione straordinaria degli argini fluviali e canalizi;

– l’auto coordinamento dei sindaci dei territori soggetti a rischio idraulico, per l’attuazione dei citati interventi e dei già progettati bacini di contenimento a monte.

Il Coordinamento Comitati Brenta Bacchiglione è un organismo che mira a promuovere dal basso un’azione comune per la salvaguardia delle aree soggette a rischio idraulico del corso inferiore dei due fiumi. Attualmente tale organismo rappresenta sette comitati di sette diversi comuni padovani ed i comitati della riviera del Brenta e del Miranese.

Se il coordinamento tra i comitati sta dando buoni frutti e si pone come punto di riferimento per i cittadini che intendono organizzarsi per partecipare attivamente alla difesa del proprio territorio, non ugualmente sembra avvenire da parte delle amministrazioni comunali.

Schierati decisamente a favore dell’idrovia sono solo Saonara e Vigonovo, altri comuni hanno manifestato interesse al completamento del canale, senza però prendere decisioni. Più successo, invece, sta avendo la proposta di chiedere al Presidente della Regione di indire una Conferenza dei Servizi (più appropriatamente Conferenza dei Sindaci), per discutere la migliore scelta strategica per la sicurezza idraulica del territorio, sulla base dello studio di fattibilità dell’idrovia.

Questa richiesta è già stata formalmente deliberata dai comuni di Saonara, Vigonovo, Veggiano, Ponte S. Nicolò, Bovolenta e Abano. Anche Mira, che è decisamente contraria alla camionabile ma ha qualche perplessità sull’idrovia, sembra avere deciso di sottoscrivere l’appello e probabilmente trascinerà con sé anche Dolo. Solo Vigonza ha rifiutato di aderire, mentre altri comuni del veneziano ci stanno pensando.

È evidente che se ci fosse un coordinamento tra i comuni, alla stregua di quello che opera per i comitati, i risultati sarebbero più incoraggiati. Un fronte comune degli enti locali, in una materia come quella della difesa idraulica del territorio, non potrebbe essere sottovalutato dalla Regione.

Lo studio di fattibilità dell’idrovia, che dovrebbe essere alla base della Conferenza dei Sindaci, è stato appaltato dalla Regione lo scorso aprile, con una spesa di 160.000 euro, per verificare la convenienza economica del completamento di quell’opera. Il completamento è previsto nella classe Va di navigazione, al fine di garantire, con una portata di almeno 450 mc/sec, la funzione di scolmatore delle acque di piena del Brenta e del Bacchiglione, in aggiunta a quella trasportistica iniziale. Il termine di consegna dello studio, che doveva indirettamente verificare anche la compatibilità della camionabile con l’idrovia, è scaduto a settembre.

È tempo quindi che i comuni, non in ordine sparso ma coordinati tra loro, chiedano a Zaia di essere convocati per definire congiuntamente, sulla base delle risultanze del citato studio di fattibilità, le scelte strategiche più opportune per la salvaguardia dei loro territori.

Lorenzo Cabrelle – Legambiente Padova

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