Portello: w la pedonalizzazione, ci guadagna anche la porta

porta_Portello_scavata_riscopertaIl cantiere per la riqualificazione della piazza del Portello iniziato il 20 gennaio ha concluso la prima fase, con la riapertura il 25 febbraio del passaggio pedonale attraverso la Porta. Un sospiro di sollievo per i commercianti, ma anche la possibilità finalmente per tutti, favorevoli e contrari, di capire meglio che cosa si stia facendo.

E’ certo che la Porta liberata, dopo 2 secoli, dai 70 cm di interramento all’interno delle mura ha riacquisto le sue splendide proporzioni (leggi qui Lidia Kobal)e rivelato molti tesori: parte della soglia originale in pietra d’istria, un singolare fregio dipinto alla base della parete est, un marciapiede in cotto sul lato ovest, le fondazioni degli edifici adiacenti; e ancora, nell’area della piazza, un pozzo a campana, mentre ancora si cercano i resti della pesa pubblica e delle mura carraresi. Il dislivello dalla soglia alla sommità del ponte è stato risolto con un convincente tracciato multi-lineo, che richiederà però qualche attenzione per il ghiaccio invernale ed il rischio che ciclisti attirati dalla scorrevole discesa inforchino pedoni che sbuchino sulla porta interna.

E’ anche certo che la sperimentazione della circolazione delle auto, a senso unico, da via Gradenigo a via Loredan passando per via Marzolo, non ha prodotto gli ingorghi temuti. Quindi nessun pericolo che sia sacrificata l’area pedonale in via Marzolo.

Anche la questione delle fognature che, come scrivevo lo scorso giugno su ecopolis (leggi qui), si è strettamente connessa con quella della piazza, alimentando diffuse opposizioni al progetto (“prima le fognature e poi eventualmente la piazza”), sembra risolta: grazie ai soldi del Comune per la piazza e ad uno stanziamento aggiuntivo di APS, che anticipa parte del piano complessivo progettato (5 milioni di euro, in attesa dalla regione). I tecnici APS affermano che in tal modo il tempo di ritorno nell’area degli allagamenti sotto pioggia intensa passerà dai circa 1-2 anni attuali a 5, standard di legge (per passare poi a 10 con il progetto definitivo).

Polemiche finite quindi? Non lo credo, come testimonia il grande lenzuolo con scritto No alla Piassa che sventola sopra il cantiere. Perché molti sono, per principio o interessi personali, contrari a limitazioni del traffico e riduzioni di parcheggi (vedi qui i rendering del progetto sul sito del Comitato Mura). Perché altri temono l’arrivo di perditempo, spacciatori o giovani che fanno chiasso e si ubriacano. Perché la questione è ormai entrata nel tritacarne della politica in vista delle elezioni comunali di maggio (in particolare della Lega di Bitonci).

Resta da dire che, se l’Amministrazione ha finalmente ascoltato le trentennali richieste di riqualificazione dell’area, la possibilità degli interessati (residenti, commercianti, associazioni culturali del Portello e della città) di accedere alle informazioni per esprimere pareri e suggerimenti è stata, come già scrivevo a giugno 2013 su ecopolis, del tutto inadeguata e quindi moltiplicativa del dissenso.

Insisto su questo perché è una questione di metodo che ha interessato in passato ed interesserà in futuro anche altri interventi pubblici.

In pratica silenzio assoluto da marzo (quando Rossi ha presentato, in modo molto succinto, il progetto) fino a novembre, quando finalmente Rossi, ormai vice-Sindaco reggente, ha passato la palla a Micalizzi; che ha promosso contatti, ascoltando e dando informazioni qualitative, ma senza mai rendere accessibili i progetti di dettaglio.

Basti un solo esempio: solo da pochi giorni abbiamo appreso che la modifica fognaria richiede la perforazione di 50 cm delle mura cinquecentesche, ad un livello inferiore al pelo libero del Piovego, e quindi alla fine invisibile.

Ma sempre di perforazione si tratta, e quindi attualmente in attesa dell’autorizzazione definitiva della Sovrintendenza. Ritengo personalmente che la soluzione sia accettabile, ma ritengo anche che avrebbe dovuto essere oggetto di dibattito pubblico e valutazione di eventuali alternative, oggi difficilmente praticabili a cantiere aperto.

Alberto Bernardini – Ass. Progetto Portello

12 thoughts on “Portello: w la pedonalizzazione, ci guadagna anche la porta

  1. Credo che, una volta ultimati i lavori, ci si rendera’ conto che sara’ necessario riaprire via loredan come era prima, ovvero togliere la deviazione da via gradenigo a via marzolo che, invece, e’ diventata adesso una strada di intenso traffico, rendendo la piazzetta all’inizio di via marzolo una vera camera a gas, oltre alla pericolosita’ per i tanti bambini e ragazzi che passano, vivono e giocano in quest’area.
    Non mi e’ chiaro infatti il motivo della chiusura da via gradenigo a via loredan; inizialmente credevo fosse temporaneo per la sistemazione della porta, poi mi e’ stato detto che sara’ definitivo…non ho capito perche’ appesantire via marzolo e fare una deviazione cosi’ contorta piuttosto che scorrere direttamente (per circa soli 50 metri!) e lasciare libera la piazza portello che sarebbe cosi’ molto meglio fruibile da pedoni e ciclisti.

  2. Il nostro è un NO convinto al progetto “Rossi-Attolico” della inesistente “Piassa” del Portello.

    E’ un progetto antistorico, è costoso, irregolare nelle procedure, danneggia le mura, la viabilità, la qualità della vita.
    Ancora una volta osserviamo che le ragioni di pochi prevalgono sul buon senso espresso da chi il Portello lo abita, vi lavora, lo frequenta, e non è organico alle logiche del partito di governo cittadino: il PD.

    E’ “accettabile bucare le mura”, scrive Bernardini. E’ una tesi allucinante.
    Mentre il monumento cinquecentesco delle mura veneziane sono in condizioni pietose, e non si spendono soldi per rimuovere la vegetazione spontanea annuale che cresce indisturbata minando la stabilità della cortina lungo il Piovego, si spendono soldi per forarle!
    E’ la stessa logica che portò l’Università di Padova a edificare le cliniche sul Bastione Cornaro. Allora furono gli “accademici” che condizionarono le scelte di politica amministrativa. Oggi pure.
    Gli intellettuali collaterali al PD locale, giustificano l’operazione su Via Portello, avallando una operazione elettorale, di ulteriore degrado e snaturamento del patrimonio storico cittadino. Predicano bene e razzolano male. 750.000 euro di soldi pubblici, e siamo solo all’inizio (quanto costa a APS, cioè a noi, l’operazione “sbusamura”?).

    Il Comitato “Amici di Via Portello” ha più volte chiesto un confronto pubblico reale. Ha elaborato da anni delle proposte per rivitalizzare, tutelare, valorizzare, riqualificare VIA PORTELLO (VIA, non piazza).
    Ma la mancanza di trasparenza e partecipazione, come sistema di governo, da parte del PD e delle associazioni collegate (Comitato Mura e Progetto Portello), che hanno avallato lo sciagurato progetto “Portello”, ha impedito un confronto serio fra idee e tesi.

    Il Comitato “Amici di Via Portello” ha da tempo elaborato una serie di proposte.
    E chi è senza pregiudizio, e vuole leggerle, e confrontarsi liberamente, le chieda scrivendo a
    amiciviaportello@email.it

    Per il Comitato “Amici di Via Portello”
    Maurizio Ulliana – cell. 3487077807

  3. Credo che Illiana abbia torto, come spesso gli capita.
    Spara, secondo me, bordate che hanno il sapore di di preconcetti preconfezionati, volutamente esagerati, che hanno l’unico effetto di sollevare una cortina di fumo e molto baccano, utile a suggestionare più che a ragionare. Ma in democrazia il pensiero critico è giustamente libero: il progetto può certamente essere criticato, come pure il pensiero di Ulliana (“nessuno è perfetto”) e quello di chi scrive.
    Per me, al di là del metodo (ha ragione Bernardini), il progetto realizza concretamente un obiettivo di messa in sicurezza, sistemazione e di valorizzazione che altrimenti non si sarebbero realizzati (forse mai realizzati) se non con le chiacchiere. Nessuna persona di buon senso e dotata di onestà intellettuale può negare (tralasciando per un attimo gli interessi particolari di alcuni, pur legittimi) che la pedonalizzazione, accompagnata da una accurata sistemazione della pavimentazione, dell’arredo urbano, e delle emergenze storiche-architettoniche bel BORGO del PORTELLO, può rendere quel sito (da lungo tempo in effetti e di fatto una PIAZZA e non solo una “via”) il luogo degno dell’importanza che ha sempre avuto nella sua storia: il Portello come area monumentale d’arrivo e di incontro, di frequentazione e di vita che sarà felice e sottratta al degrado solo se si avrà la coscienza (da parte di tutti) e il coraggio (da parte di alcuni) di considerala ancora così come la considerarono i fondatori. Ovvero la porta d’ingresso della nostra città, come dire la porta d’ingresso di casa nostra. Tutti, credo a breve, ne guadagneranno.
    Le polemiche non servono, tuttavia penso che un foro da 50 cm rappresenti sicuramente un danno per le mura, comunque inferiore di gran lunga rispetto a benefici dell’intervento. Enormermemente minore rispetto ai danni di chi in tutti questi anni ha sciaguratamente, inopinatamente e incoscientemente (?) abbattuto muri cinquecenteschi (e non solo) lungo la cerchia bastionata (parlo delle cannoniere e al Castelnuovo) e contro i quali non mi pare che il sig. Ulliana e soci si siano mai scagliati o abbiano protestato (attendo fiducioso smentite).
    Le mura abbisognano di manutenzione per cui i soldi occorreva destinarli a quello? Ma potevano essere dirottati? Io non lo so, ma se il ragionamento è che c’è sempre qualcosa di più urgente e necessario allora qualsiasi priorità potrebbe essere ribaltata.
    Il progetto Attolico obbedisce alle logiche del PD? Onestamente non me ne importa un fico secco, il progetto mi piace, non sono organico o attratto da alcun partito (Ulliana può dire lo stesso?) e personalmente (se a qualcuno interessa) voto in tutt’altra direzione: guardo alla sostanza.
    Quanto alle proposte avanzate dagli “Amissi di via Portello” le leggerò senz’altro se le mettono in rete.

    Cordiali saluti
    Adriano Menin

  4. Gentile Ulliana
    mi sembra che nei suoi ragionamenti manchino le proporzioni nel paragonare fatti completamente differenti.
    Come si fa a paragonare uno scempio irrecuperabile (la costruzione delle Cliniche Ospedaliere sui Bastioni negli anni ’50) con una scelta di tipo funzionale come uno scolo di acque bianche?
    Si giudichi l’intero progetto che tra le altre cose ha permesso di rimettere in luce il basamento della Porta Portello, sepolto da anni e anni.
    Come si fa ad accusare il sig. Bernardini di essere organico ad un partito quando nel suo scritto leggo parole nette e precise di denuncia circa la mancata informazione e coinvolgimento dei residenti da parte di Ivo Rossi? Giudizio negativo sul metodo che leggo essere esteso anche alla questione del come e se procedere con il foro per lo scolo.
    Auspico quindi che Ulliana e i suoi Amissi siano meno ideologici nell’affrontare un problema che è sicuramente complesso.

  5. Gent.le Sig. Mattioli,
    non so se ci conosciamo di persona, non mi pare. Ho piacere di leggere comunque le sue osservazioni.
    1) La questione da me riportata è firmata dal Comitato “Amici di Via Portello”, e non da “Amissi”.
    2) Con il prof. Bernardini ci conosciamo da un po’ di tempo. Così come anche altri esponenti dell’associazione Progetto Portello che hanno avallato l’operazione in corso di “riqualificazione” di Via Portello. Ovviamente non me la prendo con il prof. Bernardini a titolo personale, ma sul piano politico. Il vizietto culturale dell’area di riferimento di Bernardini è di cercare di fare l’oppositore stando al governo. Conosco bene le dinamiche nel PD, mio ex partito. Purtroppo sono uno di quelli che ha contribuito a fondare il PD patavino, da iscritto e membro direzione patavina della Margherita ho approvato la fusione con i DS. Nel PD ci si lamenta ma poi si approva l’operato calato dall’alto e lo si giustifica. I danni li vediamo già oggi, e sono sotto gli occhi di tutti. Il prof. Bernardini l’altro giorno commentava la notizia del foro nelle mura: “è solo carotaggio!” come se nulla fosse. Poi successivamente ha dovuto ammettere che quel buco era propedeutico alla vera e propria perforazione delle mura cinquecentesche. Ma lo sapeva anche prima.
    L’Italia è fallita grazie a questi modi di pensare e di fare.
    3) Il Comitato “Amici di Via Portello” ha individuato altri percorsi per canalizzare le acque meteoriche, e quindi il relativo sversamento. Tra l’altro solo pochi anni fa è stato rafforzato il collettore all’altezza del Selvatico, e comunque si potrebbero portare le acque dalle caditoie verso il San Massimo. La salvaguardia e il rispetto per le mura del Cinquecento, il più grande monumento esistente a Padova, richiede maggiore coerenza.
    4) Il “basamento” della Porta poteva egualmente essere messo in luce, indipendentemente dal progetto Attolico. Il Comitato Amici di Via Portello ha proposto di allargare l’area pedonale davanti alla Porta, ampliando il “collarino” e ponendo sotto una lastra di vetro i resti delle antiche fondazioni. Come può comprendere non era necessario un costoso progetto “Rossi-Attolico”.
    5) La finta pedonalizzazione di Via Portello (non è una “Piazza”, dal punto di vista urbanistico, storico e monumentale, e della mobilità) è un danno alla salute e quiete di chi abita le vie laterali, tra Via Marzolo e Loredan, e per coloro che hanno casa o negozio sul lato della Via Portello dove verrà creata la corsia auto provenienti da Via Gradenigo. Il Comitato ha proposto di creare il senso unico tra Via Gradenigo e Via Loredan, direzione Largo Meneghetti, ampliando lato canale la superficie pedonale, lasciando il parcheggio sul lato edifici. Il passaggio davanti alla porta non disturba più di tanto, ponendo segnaletica orizzontale adeguata e restrizione di carreggiata per rallentare la velocità. L’allargamento di qualche metro del raggio della lunetta pedonale davanti alla Porta è sufficiente a garantire la comodità per i pedoni diretti sui lati di destra o di sinistra della Via. Basta conoscere le dinamiche esistenti per comprendere la soluzione ottimale.
    6) Il Comitato ha proposto di allargare l’area pedonale ai lati della via, a beneficio in modo equo di entrambi gli edifici, e del plateatico per i locali pubblici. Al centro ovviamente rimane una corsia ristretta per l’inevitabile, al momento, traffico delle auto private, ma anche per le bici. Quest’ultime, anzi la fanno da padrone, visto il numero di studenti universitari ciclisti. Va assecondata l’inevitabile direzione verso il centro dei ciclisti che attraversano in asse Via-Porta-Ponte, come già avviene oggi, in modo anarchico, spontaneo. Basta osservare che la corsia riservata alle bici non è utilizzata. Si corre prevalentemente al centro strada. Così si fa, per dissuadere le auto!
    7) il Comitato, per ridurre l’attraversamento (e parcheggio) di auto private provenienti da fuori Borgo Portello ha proposto di istituire una navetta pollicino-circolare “Portello” con parcheggio-capolinea, tra le vie Tommaseo o Venezia. Sotto il Galileo Hotel c’è un bel parcheggio, ad esempio, che potrebbe diventare il park di riferimento “Portello” collegato appunto da una navetta-circolare. Chi parcheggia in Via Loredan e Gradenigo durante il giorno non è residente al Portello. Può essere trasportato con l’autista…. dell’APS, se il servizio è comodo.

    .. e tante altre proposte del Comitato…

    Sig. Mattioli, Lei pensa che il PD abbia voluto, richiesto, considerato il preventivo confronto di tesi e idee fuori dal PD? Il PD e Rossi perderanno le elezioni, sia per il modo di fare, che per lo spreco di denaro pubblico, che per aver bucato le mura del Cinquecento per risolvere il problema acqua della “Piassa” inesistente.

    Cordialissimi saluti.
    Maurizio Ulliana
    cell. 3487077807

  6. Risposta per punti alle affermazioni del sig. Ulliana:

    1) Storicità: l’aspetto antistorico della situazione limitrofa a Porta Portello era certamente il fatto che il fronte interno dell’ingresso monumentale alla città fosse sepolto sotto 50 cm di rialzi e asfaltature che compromettevano fortemente la comprensione storica e la monumentalità architettonica della struttura. L’intervento progettato ed in corso fa recuperare alla porta le sue corrette proporzioni. Mai in passato abbiamo sentito porre questo tipo di problematica nei confronti del percorso di recupero di Porta Portello, prima dell’intervento attuale.
    Le mura hanno certamente bisogno di una maggiore attenzione, politica ed economica, poiché sono il “più grande” (11 km) monumento cittadino. Le situazioni di degrado sono varie e ben note alla nostra associazione che costantemente le segnala agli organi competenti. Le problematiche sono molte e varie e l’intervento in corso, anzi l’insieme degli interventi fatti negli ultimi anni sulla porta Portello, sono un tassello importante e concreto di un processo di recupero che speriamo, anzi chiediamo, diventi più costante e tangibile.

    2) Pedonalizzazione (parziale): la qualità della vita in un’ area pedonalizzata aumenta, come dimostrano numerosi esempi in molte città italiane, le aree di pregio nei centri storici sono quelle in cui il traffico automobilistico è stato limitato. Senza andare molto lontano basta riferirsi alla pedonalizzazione trentennale del cosidetto “liston” (via 8 febbraio) a Padova, qualcuno oggi rinuncerebbe al passeggio di fianco al Pedrocchi e di fronte facciata del Bo? O ritiene che Padova guadagnerebbe qualcosa dal riavere auto e bus in corsa da Piazza Garibaldi fino al Prato della Valle? I centri storici possono sopportare un carico automobilistico ridotto specialmente in aree con emergenze monumentali, come il caso del Portello e la sua porta. Un’ area semi-pedonalizzata (ricordiamo infatti che il passaggio delle auto sarà mantenuto sul lato est dell’area di intervento, compreso un certo numero di posti auto nella parte più distante dalla Porta, verso via Marzolo) diventa spazio di relazione, socialità, di incontro per la cittadinanza (e qui l’amministrazione comunale dovrà impegnarsi e agevolare iniziative compatibili con il luogo, la sua frequentazione corretta e la residenzialità). Inoltre attraverso la riduzione del passaggio automobilistico si crea un’ area che maggiormente incentiva l’uso di mezzi di spostamento ecologici (biciclette). L’interruzione del passaggio delle auto di fronte alla porta consentirà una maggiore sicurezza ai ciclisti, studenti e non, che prima rischiavano di essere “arrotati” uscendo dalla porta sul lato interno alla città.

    3)Scarico delle acque piovane: lo scarico delle acque attraverso la muraglia non ci rende sicuramente felici, ma, se lo si farà, si procederà in modo tale che poi non resti nulla di visibile (neanche con forti abbassamenti delle acque del Piovego, come ci hanno assicurato i tecnici di APS). L’intervento attuale è parte di un progetto complessivo di raccolta delle acque piovane, che per disponibilità economiche non può essere realizzato in una volta sola e di cui viene realizzato un elemento proprio cogliendo l’occasione dei lavori di ripavimentazione della zona. Quella sulla cortina muraria è un operazione dolorosa lo sappiamo bene, ma necessaria alla sicurezza idraulica del Portello, aspetto quest’ ultimo sempre molto sollecitato dai residenti che varie volte, nel recente passato, si sono trovati strade e scantinati allagati.

    4) Stabilità delle mura: esse hanno uno spessore di circa 2 metri, nel corso dei secoli sulle cortine sono state praticate numerose aperture (certamente non gradevoli a vedersi, ma per questo intervento il problema come detto non si pone) senza che la loro stabilità venisse minacciata. Sull’intervento e le sue modalità vigila comunque la Soprintendenza ai Beni Architettonici, unica e competente autorità, che ben conosce le caratteristiche delle mura e ha già imposto tutta una serie di indagini preliminari, ad oggi in corso, prima che si proceda oltre. L’intervento attuale rientra in un quadro di opere di sistemazione idraulica che si spera, anzi si chiede, trovi completamento nei prossimi anni.

    5) Collateralismo: quanto al presunto collateralismo con partiti politici non ci può essere nulla di più lontano dal comportamenti e dalle pratiche del Comitato Mura di Padova che si occupa delle fortificazioni da oltre 30 anni avendo dialogato, collaborato, ma anche stimolato e criticato amministrazioni di “tutti i colori”. A noi interessano porte, bastioni e cortine murarie la cui salvaguardia richiede tempi lunghi che vanno ben oltre quelli di una (o più) amministrazioni comunali e che necessita del coinvolgimento di tutte le componenti cittadine (politiche e sociali).
    Può dire altrettanto chi è stato candidato alle ultime elezioni politiche nazionali?

    Cordiali saluti

    Ass. Comitato Mura di Padova
    via Raggio di Sole 2
    35137, Padova
    http://www.muradipadova.it
    http://www.facebook.com/muradipadova

  7. Adottare la pratica del “Progetto Condiviso” non sarebbe stato meglio?
    La partecipazione della cittadinanza, fin dalla fase progettuale, non favorirebbe maggiore coesione sociale e conseguente responsabilità civica?
    Se la cittadinanza non volesse lasciarsi coinvolgere, peraltro tutto da dimostrare, non sarebbe un problema prioritario sul quale intervenire per qualsiasi pubblico amministratore?
    Perchè si istituisce l’Assessorato alla Partecipazione e poi non gli si da strumenti e risorse per farlo funzionare?
    I troppi cittadini sfiduciati dalla politica e dei politici, anche locali, non è conseguenza di questa assenza di metodi e pratiche partecipative?

    Cordialmente
    Silvano Cogo

  8. “… ciclisti attirati dalla scorrevole discesa inforchino pedoni che sbuchino sulla porta interna.” … in questo caso, che ormai a Padova anche in altre zone è abbastanza diffuso, anche i ciclisti si comportano come i peggiori e più pericolosi automobilisti.

  9. Risposta per punti alle affermazioni del sig. Ulliana:

    1) Storicità: l’aspetto antistorico della situazione limitrofa a Porta Portello era certamente il fatto che il fronte interno dell’ingresso monumentale alla città fosse sepolto sotto 50 cm di rialzi e asfaltature che compromettevano fortemente la comprensione storica e la monumentalità architettonica della struttura. L’intervento progettato ed in corso fa recuperare alla porta le sue corrette proporzioni. Mai in passato abbiamo sentito porre questo tipo di problematica nei confronti del percorso di recupero di Porta Portello, prima dell’intervento attuale.
    Le mura hanno certamente bisogno di una maggiore attenzione, politica ed economica, poiché sono il “più grande” (11 km) monumento cittadino. Le situazioni di degrado sono varie e ben note alla nostra associazione che costantemente le segnala agli organi competenti. Le problematiche sono molte e varie e l’intervento in corso, anzi l’insieme degli interventi fatti negli ultimi anni sulla porta Portello, sono un tassello importante e concreto di un processo di recupero che speriamo, anzi chiediamo, diventi più costante e concreto.

    2)Pedonalizzazione (parziale): la qualità della vita in un’ area pedonalizzata aumenta, come dimostrano numerosi esempi in molte città italiane, le aree di pregio nei centri storici sono quelle in cui il traffico automobilistico è stato limitato. Senza andare molto lontano basta riferirsi alla pedonalizzazione trentennale del cosidetto “liston” (via 8 febbraio) a Padova, qualcuno oggi rinuncerebbe al passeggio di fianco al Pedrocchi e di fronte facciata del Bo? O ritiene che Padova guadagnerebbe qualcosa dal riavere auto e bus in corsa da Piazza Garibaldi fino al Prato della Valle? I centri storici possono sopportare un carico automobilistico ridotto specialmente in aree con emergenze monumentali, come il caso del Portello e la sua porta. Un’ area semi-pedonalizzata (ricordiamo infatti che il passaggio delle auto sarà mantenuto sul lato est dell’area di intervento, compreso un certo numero di posti auto nella parte più distante dalla Porta, verso via Marzolo) diventa spazio di relazione, socialità, di incontro per la cittadinanza (e qui l’amministrazione comunale dovrà impegnarsi e agevolare iniziative compatibili con il luogo, la sua frequentazione corretta e la residenzialità). Inoltre attraverso la riduzione del passaggio automobilistico si crea un’ area che maggiormente incentiva l’uso di mezzi di spostamento ecologici (biciclette). L’interruzione del passaggio delle auto di fronte alla porta consentirà una maggiore sicurezza ai ciclisti, studenti e non, che prima rischiavano di essere “arrotati” uscendo dalla porta sul lato interno alla città.

    3)Scarico delle acque piovane: lo scarico delle acque attraverso la muraglia non ci rende sicuramente felici, ma, se lo si farà, si procederà in modo tale che poi non resti nulla di visibile (neanche con forti abbassamenti delle acque del Piovego, come ci hanno assicurato i tecnici di APS). L’intervento attuale è parte di un progetto complessivo di raccolta delle acque piovane, che per disponibilità economiche non può essere realizzato in una volta sola e di cui viene realizzato un elemento proprio cogliendo l’occasione dei lavori di ripavimentazione della zona. Quella sulla cortina muraria è un operazione dolorosa lo sappiamo bene, ma necessaria alla sicurezza idraulica del Portello, aspetto quest’ ultimo sempre molto sollecitato dai residenti che varie volte, nel recente passato, si sono trovati strade e scantinati allagati.

    4) Stabilità delle mura: esse hanno uno spessore di circa 2 metri, nel corso dei secoli sulle cortine sono state praticate numerose aperture (certamente non gradevoli a vedersi, ma per questo intervento il problema come detto non si pone) senza che la loro stabilità venisse minacciata. Sull’intervento e le sue modalità vigila comunque la Soprintendenza ai Beni Architettonici, unica e competente autorità, che ben conosce le caratteristiche delle mura e ha già imposto tutta una serie di indagini preliminari, ad oggi in corso, prima che si proceda oltre. L’intervento attuale rientra in un quadro di opere di sistemazione idraulica che si spera, anzi si chiede, trovi completamento nei prossimi anni.

    5) Collateralismo: quanto al presunto collateralismo con partiti politici non ci può essere nulla di più lontano dal comportamenti e dalle pratiche del Comitato Mura di Padova che si occupa delle fortificazioni da oltre 30 anni avendo dialogato, collaborato, ma anche stimolato e criticato amministrazioni di “tutti i colori”. A noi interessano porte, bastioni e cortine murarie la cui salvaguardia richiede tempi lunghi che vanno ben oltre quelli di una (o più) amministrazioni comunali e che necessita del coinvolgimento di tutte le componenti cittadine (politiche e sociali).
    Può dire altrettanto chi è stato candidato alle ultime elezioni politiche nazionali?

    Ass. Comitato Mura di Padova
    via Raggio di Sole 2
    35137, Padova
    http://www.muradipadova.it
    http://www.facebook.com/muradipadova

  10. Buongiorno sig. Ulliana

    non capisco tutto questo suo insistere sul PD, mi pare francamente pretestuoso e forviante. Ho googlato – si dirà così – i due nomi riportati nell’articolo a proposito dell’associazione da lei giudicata collaterale. Ho scoperto che Bernardini è un professore universitario e la Kobal è stata candidata SEL a Vigodarzere.

    Pur non abitando più a Padova, conosco il Portello e mi ricordo delle foto che il sig. Nardo (?) esponeva della vecchia Nave con i tavoloni sui quali i poveri di quel rione mangiavano tutti insieme. Per cui, aldilà della toponomatisca, quella è stata anche una piazza.
    Ma poco importa, per dissuadere il traffico privato ma soprattutto per farci ammirare bellezze artistiche o monumentali è bene che le amministrazioni creino delle pedonalizzazioni, anche nei quartieri periferici.
    E al Portello qual è il centro? senz’alto la quinta (via, porta, passaggio, boh?) che porta alla Porta. Quindi è minimale e sbagliata la sua proposta di semplice allargamento “di qualche metro della lunetta pedonale”. O le cose si fanno per bene o non si fanno.
    Che poi ci sia la necessità che lei e i suoi amissi debbano parlarsi con Bernardini e l’associazione Portello per pretendere massima trasparenza dal comune è fuor di dubbio. Lo scrivete entrambi.
    Buona giornata a tutti
    Giovanni

    ps: spero che il fatto che la signora Kobal sia di SEL non le faccia replicare che tutto si spiega con una manovra fra i due partiti che a Roma stanno divisi ma qui in provincia eccetera eccetera

  11. W gli Amici di Via Portello e le loro proposte.

    No all’operazione “sbusamura” e falsa “Piassa”.

    No allo spreco di denaro pubblico per operazioni di partito.

    Maurizio Ulliana
    cell. 3487077807

  12. Il sig. Menin ha già risposto all’accorato richiamo del sig. Ulliana circa le necessità di salvaguardare il nostro maggior patrimonio monumentale:le Mura cinquecentesche da impropri atti canaglieschi. Ma come mai non mi è capitato di leggere nulla del sig. Ulliana quando ci sono stati interventi ,ad opera di sconosciuti, in zona Ognissanti, golena S. Massimo? Mah!!! forse il sig. Ulliana era altrimenti impegnato. Un cordiale saluto. diana ragazzo

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