Non è un libro e nemmeno un film, anche se fa parte della definizione di ‘cultura’: parliamo delle liriche di Alessandro Macciò.
Con piacere Ecopolis pubblica questi versi animati da una coscienza ambientalista dell’autore, che riesce a fondare l’atmosfera metropolitana (‘Verde semaforo’) con un ‘sentire alto’. ‘Manifesti sopra i muri’ nasce dalla soppressione del campo da calcio in via Dottesio, che verrà sostituito da un parcheggio.
VERDE SEMAFORO
Solo per me, nell’infernale
ingorgo delle sei di sera,
dei tanti pollici che scorrono,
pigri, le opzioni di chiamata,
delle autoradio che rispondono
al rombo cieco dei motori,
degli uomini che ancora porgono
le loro rose ai vetri chiusi –
soltanto per me e per magia
t’accendi, verde Semaforo,
sublime emblema di equità.
Rallento il passo assaporando
la vittoria, quindi attraverso:
e intanto sogno una rivolta
dei tuoi simili, che proclami
il verde in tutta la città
MANIFESTI SOPRA I MURI
Qui non esistono mezze misure
qui non si firmano cambiali in bianco
non dormono i quartieri dormitorio
sognano – semmai – sogni a denti stretti
e pugni aperti, e le gengive in fiamme
propagano l’incendio nelle strade
che giacciono sui prati un tempo liberi
di correre a Palestro a perdifiato.
Qui non si chiedono risarcimenti
– c’è chi li chiama altrove carità –
né astrazione, ma concatenazione
esatta di pensieri condivisi
– perfino manifesti sopra i muri
scrostati e popolari delle case:
testardamente screpolati e liberi
di colorare i lugubri cantieri.