Mobilità veneta: mancanza di fondi e di sistemi integrati

Aimagesl Convegno “Infrastrutture e trasporti al servizio del turismo: proposte per il Veneto” che si è tenuto a Mestre il 22 maggio 2013 dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori dei trasporti e del turismo della CGIL Veneto, sono emerse proposte specifiche e attuabili per ogni comparto del trasporto turistico e per ogni area del Veneto, tenendo conto sia della specificità di ogni settore sia della necessità di creare un sistema integrato, per dare impulso e modernità a un settore economico strategico e virtuoso, quello turistico, in quanto capace di coniugare sviluppo e benessere sociale ed economico con la tutela del territorio e del paesaggio (vedi qui gli atti preparatori).

I tre aeroporti (Verona, Venezia, Treviso) sono ben collocati e sufficientemente attrezzati, ma mancano collegamenti con le città di riferimento e la presenza prevalente di compagnie low cost a traffico europeo rischia di tagliare fuori il Veneto da rotte di medio e lungo raggio. La valorizzazione del porto turistico di Venezia passa attraverso una attenta gestione delle rotte crocieristiche, la valorizzazione della città a vantaggio anche dei residenti e lo sviluppo di collegamenti nell’Adriatico.

Il sistema autostradale veneto è stato curato con molto interesse dai decisori politici regionali in questi anni, tanto da essere ben oltre le attuali necessità e le realistiche previsioni di traffico. Non a caso questo è uno dei temi del groviglio oscuro della politica/affari di questa Regione, che le più recenti inchieste della Magistratura hanno messo in luce. Nonostante gli alti pedaggi, tuttavia abbiamo una bassa qualità del manto stradale, poche e malridotte aree di sosta, aree di servizio solo a pagamento, segnaletica confusa.

La condizione delle strade, la percorribilità, l’accessibilità, sono tutti elementi che possono favorire l’offerta turistica. Per questo è auspicabile un cambio delle priorità regionali: si persevera ancora nella logica di nuove strade e nuovi capannoni, mentre l’esistente non viene curato. Per altro molte tangenziali stanno diventando a pagamento, rendendo poco ospitale è poco attraente anche per il forestiero il nostro territorio. Il turismo fluviale in Italia è sempre stato poco sviluppato e curato lasciando ampie aree di degrado ambientale e paesaggistico. Siamo convinti invece che dare stabilità alla navigazione dei fiumi veneti e del Garda sia una valida condizione di sviluppo.

Il Veneto è la regione con il maggior numero di impianti a fune, al servizio del turismo. Purtroppo molti sono dismessi e da rimuovere, e pressoché nessuno di quelli funzionanti ha un bilancio attivo senza contributi pubblici. Chiediamo che prima di assecondare nuove richieste di enti pubblici ci sia un’attenta analisi costi/benefici, compresi quelli ambientali. È inutile e dannoso costruire impianti dove l’innevamento naturale è scarso, su versanti fragili (vedi Rocca di Monselice) o in luoghi dalla particolare bellezza ambientale e paesaggistica, convinti che alcune cime siano da raggiungere solo con le proprie forze.

Ferrovia e trasporto pubblico locale sono fattori decisivi per la ricchezza regionale ma soffrono di risorse insufficienti, con gravi responsabilità della Regione per l’anno in corso. Manca anche una politica su integrazione, riordino, aggregazione delle aziende. Per il turista poi si aggiungono altri limiti, come la mancanza di un biglietto unico.

Padova in particolare con la sua posizione strategica e le sue numerose attrattive, è una provincia privilegiata. È necessario promuovere la politica del biglietto unico per il turista e maggiori collegamenti con gli aeroporti e con le altre città, mentre a livello locale andrebbe pensato un sistema integrato per la fruizione di piste ciclabili che interessi la città e la sua provincia, altrettanto ricca di bellezze naturalistiche e storiche.

FILCAMS e FILT CGIL Veneto

sintesi a cura di Annachiara Capuzzo

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