35 anni di El Tamiso, storia e prospettive di chi ha le mani in pasta

Abbiamo compiuto 35 anni.

 Tantissimi se si considera la storia del “biologico” in Italia, nato poco prima come movimento culturale che riversa l’impegno per il cambiamento di un’intera generazione (quella che aveva 20 anni nel ’75) su temi quali l’agricoltura, l’alimentazione, la medicina alternativa e le proposte di vita.

Non fu un caso dunque che proprio su queste istanze AAM Terra Nuova e Proposte di Vita nasca alla fine degli anni Settanta, in occasione di un famoso convegno sulla “repressione”, organizzato da Jean Paul Sartre a Bologna, per mettere in discussione un modello economico e sociale che già si capiva avrebbe condotto verso la massificazione dei consumi e l’asservimento del modello agricolo alle logiche delle multinazionali della chimica, oltre che alle lobby commerciali.

Una messa in discussione fatta con grande pragmatismo e concretezza, con le “mani in pasta”, nel fare il pane e coltivare rispettosamente la terra e scambiarne i prodotti come nell’occupazione delle terre incolte e il ripopolamento di interi villaggi in Appennino; assimilando e ragionando sulle migliori esperienze italiane ed europee; analizzando i fondamentali dell’agricoltura biodinamica e biologica, ragionando sulle norme condivise su “Cos’è Biologico”; dando valore e risalto alle esperienze macrobiotiche, vegetariane ed “integrali”; rimettendo al centro la mutualità e la cooperazione tra le persone; dialogando tra cittadini e non più solo da produttori e/o consumatori, rimettendo al centro il cibo come cerniera tra le persone e i loro progetti; infine riportando sul territorio le relazioni, con i Coordinamenti regionali fra produttori, consumatori e distributori di prodotti biologici.

Proprio dall’esperienza veneta di coordinamento, incentrata qui a Padova su due fondamentali associazioni culturali (la Biolca ed il Sole), come un po’ in tutti i Centri della Regione, nacque l’idea di una cooperativa agricola, che organizzasse al meglio quello che già allora si vedeva come la necessità di scambiare, trovare e valorizzare i prodotti delle poche coraggiose aziende agricole bio dell’epoca: nasce così El Tamiso, che in dialetto veneto è il setaccio che si usa in cucina per le farine, cioè per “scegliere” le cose che servono di più: allora, nel nostro caso, le idee e i progetti più appropriati.

Asse portante fin dal 1984 fu la vendita diretta dei prodotti dei soci “contadini” in Padova che trovate ancora oggi insieme di tanti altri produttori italiani incontrati  ai banchi in Piazza delle Erbe, ai mercati settimanali di Este ed Abano, ai mercatini bio di Rio Terà dei Pensieri a Venezia e in centro a Mestre, e infine, ultimo nato, il negozio nello storico Sotto il Salone di Padova.

Nel frattempo si è fatto anche molto altro, organizzando eventi importanti in rapporto con la comunità locale e diventando uno dei più rilevanti distributori italiani di produzioni biologiche fresche e trasformate, fino all’approdo di vent’anni fa al MAAP, Mercato Agro Alimentare di Padova, grande struttura logistica locale, aperta a chiunque, sempre con l’obiettivo di valorizzare al massimo la dignità ed il lavoro contadino.

Senza dimenticare mai il dialogo ed il rapporto con le migliori esperienze regionali di GAS – Gruppi di Acquisto Solidale, nel solco delle origini, né la necessaria ricerca e sviluppo sulle sementi, sulla fertilità della terra, la biodiversità, la qualità del cibo, la responsabilità sociale ed ambientale e continuando sempre ad occuparsi, oltre che di ortofrutta, anche di cereali, farine e trasformati, simbolicamente affini al nostro nome.

Sono aumentati i soci, oltre 50 tra locali e altri; i collaboratori a vario titolo sono una quarantina; il volume delle attività economiche da un paio d’anni supera i 10 milioni di euro.

Tutto benissimo dunque? No, perché oggi il biologico è ormai prevalentemente e stabilmente presente in Italia nella Grande Distribuzione Organizzata (anche grazie a noi, inevitabilmente); oggi si importano cereali e legumi biologici quasi quanti se ne producono in Italia, chiaramente per motivi esclusivamente di prezzo (basso); la frutta e la verdura proposte sono sempre più simili agli standard convenzionali, come aspetto, origine, semente e piantina, gusto e confezione (magari con un bel bollino adesivo irriciclabile); la stagionalità nella produzione e nei consumi non sono più una priorità;  in altre parole le relazioni nella “filiera” commerciale non sono più quelle legate ai comuni interessi di chi produce e di  chi consuma, ma fortemente condizionate dagli interessi dei vari intermediari commerciali.

E per noi, come per i molti negozi specializzati che ci seguono, è sempre più difficile reggere questo tipo di concorrenza, semplicemente perché basata su presupposti completamente diversi: entrata nel mercato di soggetti poco affini eticamente, sfrenata competizione, prezzi alla produzione sempre più bassi, quando non oltre il limite della sostenibilità, massimizzazione dei profitti privati.

È anche interessante poi scoprire come anche nel nostro “mondo” ancora una volta si conferma la caratteristica e la debolezza tipicamente italiana, nella distanza tra il dire e il fare. Siamo tutti d’accordo e spesso entusiasti nel sostenere il contadino e l’agricoltura locale e sostenibile, magari urbana; lo si è molto meno a fronte delle scelte quotidiane del come, dove, quanto spendere e da chi fare la spesa.

Che fare dunque? Dopo la sbornia del biologico globale, bisogna tornare ad occuparsi serenamente ed attivamente della propria agricoltura, alimentazione e medicina alternativa (perché il cibo è la migliore medicina): tornare cioè l’AAM Terra Nuova di tanto tempo fa, scegliendo l’agricoltura biologica locale.

I nostri 35 anni, festeggiati lo scorso settembre 2019, prima con una mirabile conferenza del Prof. Franco Berrino, incentrata tutta sul ritorno alla semplicità ed all’essenza di cibo e salute, poi con una bella domenica di festa al Parco Etnografico di Rubano, hanno visto un grande afflusso di pubblico: un bel segnale dell’interesse per i temi che da anni portiamo avanti e per il quale li ringraziamo.

Franco Zecchinato – presidente El Tamiso