Gli alberi e l’uomo. Patrimonio e matrimonio sempre più a rischio

Gli alberi, la loro relazione con l’uomo e poi i boschi, di pianura, da fare rinascere. Sono stati questi gli argomenti sui quali Legambiente Selvazzano ha invitato a conferire Lorenzo Benvenuti, agronomo operante nell’agricoltura sostenibile e Christian Marcolin, fondatore e Presidente di Spiritus Mundi, presso Villa Draghi a Montegrotto Terme, domenica 9 giugno.

“Se vogliamo fare una corretta analisi ecologica il giudizio estetico andrebbe abolito”. Esordisce così Benvenuti parlando di quanto il verde urbano sia ormai divenuto una mera propaggine dei nostri arredi e ambienti casalinghi.

“Non ci sono più fiori nel verde cittadino e neppure api o farfalle. Le siepi, chirurgicamente potate, si riducono a banale arredo urbano e non danno alcun contributo all’ecosistema. Osservate i giardini, quelli delle nostre abitazioni: tappeti erbosi perfettamente tagliati, alberi con le chiome drasticamente ridotte onde permettere ai nostri confortati sguardi di attraversare l’impenetrabile foresta che così tanto ci fa atavicamente paura. Abbiamo un bisogno spasmodico di ordine e pulizia nelle nostre case che poi estendiamo all’esterno delle nostre mura.”

E continua: “Dovremmo abolire questa maniacale cura e mantenere la vegetazione che ci circonda quanto più possibile spontanea e naturale. Perché gli alberi siano occasioni di vita per licheni e muschi e dove persino la vituperata, infestante, edera possa avvinghiarsi ai tronchi partecipando anch’essa ad alimentare, con i propri fiori, l’ecosistema complessivo.

Di estensioni arboree originarie, oggi quasi del tutto scomparse dai territori causa antropizzazione a fini insediativi, è ciò che ci racconta Bergamin: “Plinio il vecchio scriveva che qui c’era un’infinita selva. Lo stesso testimoniano Tito Livio e Tacito. 700.000 ettari di bosco che, nel corso dei secoli si son ridotti nel tempo all’1% grazie soprattutto all’esteso disboscamento operato ai tempi della Serenissima. Oggi ci troviamo con una sostanziale scomparsa di boschi di pianura i quali coprono in Veneto una superficie di appena 50 ettari.”

E aggiunge il fondatore di Spiritus Mundi: “La natura, come sappiamo, ha ritmi ciclici e si rigenera da sola a differenza di quanto fa l’Uomo che ha scelto di investire su un tipo di economia lineare dalle conseguenze altamente nefaste, sia in termini di sostenibilità che di produzione rifiuti.  

Poi si tocca il tasto più delicato, quello degli effetti salutistici sulle nostre vite: “Padova purtroppo è la terza città più inquinata d’Italia, con valori comparabili a quelli di Pechino e ciò sta causando un aumento preoccupante di malattie degenerative. Una di queste, la SLA per esempio, è cresciuta di ben 7 volte negli ultimi quarant’anni. Crediamo fermamente che i boschi, nei territori di ogni comune, dovrebbero diventare delle vere e proprie infrastrutture verdi che vadano a compensare quelle di cemento. Per una più chiara comprensione di quanto fa Spiritus Mundi Onlus che ambisce di ricostituire il bosco planiziale nella pianura padano-veneta, andate qui.

Al termine dell’incontro il presidente di Legambiente Selvazzano, Paolo Cestaro, assieme ai ringraziamenti doverosi ha voluto ricordarci, a chiosa del tutto, quanto disattesa ancora sia la Legge Regionale n. 20 del 9 agosto 2002 sulla: “Tutela e valorizzazione degli alberi monumentali“.

Una legge importante con la quale si vuol rendere conto del rapporto tra uomo e natura, tra antropizzazione e naturalità, individuando così nell’albero monumentale un’entità imprescindibile di memoria storica e di indiscutibile valenza culturale.

Flavio Boscatto – Legambiente Selvazzano