Siamo alla sesta estinzione di massa, serve agire ora!

A poca distanza dalla giornata mondiale della biodiversità il 22 maggio, il rapporto ONU dell’IPBES ha lanciato l’allarme su una una perdita senza precedenti delle specie viventi oggi sulla Terra, con tassi di estinzione che hanno un’accelerazione tale da impedire alla natura di ricreare il proprio ciclo vitale.

Si stimano fino a un milione di specie che rischiano di scomparire nei prossimi decenni.

In assenza di una inversione di rotta nell’alterazione dei servizi ecosistemici, gli scienziati mettono in guardia sulle conseguenze che si avranno per quanto riguarda il rifornimento di cibo, energia, acqua potabile. L’anno scorso abbiamo consumato tutte le risorse già il primo agosto invece che alla fine di dicembre: e quest’anno Europa ed Italia sono già arrivate a metà maggio all’Overshoot Day.

Il rapporto Global Assessment Report on Biodiversity and Ecosystem Services è stato scritto da centinaia di scienziati di oltre 50 paesi in più di tre anni di lavoro ed è ad oggi il più importante rapporto sullo stato di salute del pianeta, con lo stesso valore dei report dell’IPCC sul cambiamento climatico (di cui abbiamo parlato qui).

Secondo il rapporto, l’attività umano ha alterato in maniera significativa il 75% delle terre emerse e il 66% degli ecosistemi marini: ad oggi le zone umide si sono ridotte del 15% rispetto a trecento anni fa, le barriere coralline si stanno sbiancando in tutto il mondo (su questo tema è possibile vedere il documentario Chasing Coral su Netflix), mentre in Europa un terzo degli insetti è a rischio estinzione.

Uno dei fattori che secondo il rapporto contribuisce all’estinzione di molte specie è il cambiamento climatico (di cui abbiamo parlato qui), un fenomeno provocato principalmente dall’immissione di di gas serra nell’atmosfera, che ad oggi hanno raggiunto il massimo storico dell’epoca della civiltà umana.Ma sul banco degli imputati è tutto il nostro sistema di sviluppo, considerato causa di fenomeni che gli scienziati arrivano a definire “senza precedenti”: dalla deforestazione all’agricoltura, dalla pesca alla produzione di carne, fino all’inquinamento.

“È necessario essere cauti sugli allarmi che vengono lanciati, ma il rapporto dell’IPBES si basa su dati scientifici, cioè su fatti – commenta a Ecopolis Domenico D’Alelio, ecologo marino della Stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli – e oggi c’è un grosso problema di salute delle specie, la cui popolazione biologica sta diminuendo, insieme a una tendenza alla perdita di biodiversità: a causare tutto ciò è il sovra-sviluppo che abbiamo raggiunto come genere umano”.

“Ma attenzione – conclude il ricercatore – perché il nodo non è tanto la perdita di specie che si trovano in cima alla catena alimentare, quanto il funzionamento basato sulla biodiversità degli ecosistemi nella loro complessità: specie che si estinguono possono anche essere sostituite da altre, per questo è sempre necessario analizzare la perdita di biodiversità su scala locale, con tutti gli impatti che ciò può avere sulle risorse necessarie al genere umano”.

Un tema, quella della perdita della biodiversità, in cima all’agenda degli osservatori più attenti: per fermare la sesta estinzione di massa è nato di recente il movimento globale Extinction Rebellion (di cui abbiamo parlato qui): «La colpa – ha dichiarato a La nuova ecologia il coordinatore nazionale italiano Marco Bertaglia – è del sistema e dei nostri stili di vita non sostenibili»; mentre, sempre con l’obiettivo di contrastare la perdita di biodiversità, nei giorni scorsi si è svolto presso la Pontificia Accademia delle Scienze il convegno Scienza e azione per la protezione delle specie. Le Arche di Noè del XXI secolo.

Nella nostra regione è attivo il progetto Volontari x Natura di Legambiente, che ha tra i temi anche lo studio e la tutela della biodiversità, la verifica dello stato di fruibilità e dei servizi delle aree protette. Insieme a Slow Food e altre realtà, Legambiente Riviera del Brenta ha inoltre organizzato la seconda Festa delle Api che si svolgerà a Dolo (VE) questo sabato a partire dalle ore 14,00 (la locandina è scaricabile qui). Si parlerà del ruolo delle api nell’ecosistema e dell’importanza degli alberi e della biodiversità attraverso letture, concerti e degustazioni.

Luca Cirese – redazione ecopolis