Quale città, quale Sindaco di svolta? commenti politicamente scorretti

padova_futuro_ecopolisQuale idea di città, quali le priorità e gli scenari di futuro. “Lo sviluppo sostenibile è il vostro orizzonte per una nuova Padova?” Da qui siamo partiti per dialogare sabato scorso con 5 esponenti di partiti e movimenti che stanno nell’area del riformismo e del cambiamento. PD, Sel, Rifondazione comunista, Movimento 5 Stelle e Padova 2020 (vedi qui il video dell’introduzione).

Per prime 4 domande sui contenuti. Poi sulle strategia: cioè quali schieramenti farete nascere? Sarete cioè capaci di esprimere un candidato Sindaco credibile per Padova alle elezioni del 2014, in grado di rompere con le politiche sbagliate dell’amministrazione uscente? (che sulla mobilità che non ha messo le briglie a traffico ed inquinamento, che ha prodotto un enorme consumo di suolo, e sulla partecipazione è stata inesistente?)

Partiamo dai contenuti: sul fronte energetico serve una città che abbia una impronta ecologica minore, nella quale incrementare impianti per la produzione di rinnovabili e migliorare l’efficienza per ridurre lo spreco. Allora abbiamo chiesto quale ruolo immaginano per l’Amministrazione, e se lo strumento delle pubblic company può essere adeguato, prendendo come esempio negativo la fusione (a freddo) tra Hera e APS Acegas (vedi il video qui della domanda e delle risposte).

Su questo aspetto Francesco Fiore e Daniela Ruffini hanno colto in pieno lo spunto: Fiore (coordinatore di Padova 2020) non solo ha elencato cosa c’è da fare per aumentare efficienze e rinnovabili, ma ha ragionato sulla nascita di una nuova municipalizzata ad azionariato popolare: che raccolga l’interesse all’investimento dei padovani, che preceda ESCO di mano privata pronte con proposte di risparmio energetico per Padova. Se di mano pubblica/comunale potrà favorire la nuova voglia di imprenditorialità giovanile che esprime l’Università e prevedere consumi minimi garanti a tutela di fasce povere di popolazione. La Ruffini (Presidente consiglio comunale di Rifondazione Comunista) solleva una questione di strategia politica: se agli Enti Locali, con le privatizzazioni, togliamo i possibili strumenti, anche le politiche con le migliori intenzioni (come dimostra Parma con Pizzarotti) rimangono nel libro dei sogni.
Sul punto Marina Mancin (consigliere comunale di SEL) ha preferito continuare a rivendicare una scelta di responsabilità nel cambiamento rispetto al voto a favore della fusione APS Hera: forse che si riesca a controllare processi finanziari così complessi? La risposta l’avremo nei fatti. Giovanni Maria Martingano (portavoce padovano del M5S) lega energia al concetto di energia alla maggiore efficienza delle abitazioni, chiede un regolamento comunale energetico (lo si sta scrivendo ad Agenda 21, n.d.r.) e sottolinea la pericolosità della gestione dell’inceneritore. A parte una scivolata (per noi pericolosa) su premi volumetrici a favore di chi fa interventi di efficienza energetica nelle abitazioni, rimane sullo sfondo la questione delle multiutility. Il PD tramite Marco Frascati (responsabile  ambiente dei giovani democratici) entra nel merito: attrarre investimenti, abbattere le barriere burocratiche e la proposta dei Piani tecnici energetici di quartiere per attirare investimenti e consentire economie di scala. Meno convincente l’idea che ora, a dimostrazione che la fusione di Hera Acegas fosse un vero piano industriale, si debba rimettere a bando tutti i servizi pubblici di utility, con la certezza che saranno vinti proprio dalla nuova aggregazione aziendale.

Domanda stringente quella di Lorenzo Cabrelle su urbanistica e consumo di suolo: “prima della sua approvazione sarà rivisto il dimensionamento del Piano di Assetto del Territorio (PAT adottato nel 2009) e contemporaneamente sarà adottata la moratoria edilizia rispetto alle nuove lottizzazioni?” (vedi il video qui della domanda e delle risposte).

Tutti si sono dichiarati contrari all’ulteriore consumo di suolo. Ma con qualche distinzione: Francesco Fiore ritiene necessaria la rivisitazione integrale del PAT, integrando la moratoria con progetti di recupero dell’esistente, basati su efficientamento energetico ed innovazione dell’edilizia. Marina Mancin, in modo molto più generico, indica in un diverso approccio culturale che rivaluti l’agricoltura gli strumenti per ripensare la pianificazione del territorio. Giovanni Maria Martingano si limita a denunciare la perdita di credibilità di tutti i partiti che non hanno mantenuto le promesse fatte e denuncia, tra vari interventi di aggressione al territorio, la decisione di realizzare un nuovo ospedale ed un centro commerciale a ridosso dello stadio. Daniela Ruffini afferma che il suo partito ha sempre appoggiato la moratoria edilizia e che la pianificazione del territorio deve cambiare paradigma dando centralità ad ambiente e paesaggio. L’ultima risposta, la più attesa, la dà Marco Frascati del PD che richiama l’esplicito impegno di Ivo Rossi (da cui però attendiamo atti formali, n.d.r.) di rivedere drasticamente il PAT e aggiunge che va contrastato il nuovo Piano Casa della Regione laddove assegna il 50% di cubatura agli edifici oggetto di intervento di riqualificazione energetica senza porre limiti all’aumento di superficie coperta. A parte il Movimento 5 stelle -che seppur documetatissimo sui dati- non ne ha fatte di esplicite, le proposte sono condivisibili e andrebbero integrate tra loro.

La domanda più difficile è quella posta da Dino Pinelli, che ha costretto gli interlocutori ha confrontarsi sul futuro. Premessa: in alcune città europee (paragonabili a Padova per dimensioni come Cambridge e Uppsala), dal 2000 al 2010 il reddito per abitante è aumentato grazie a politiche che hanno mantenuto le radici nella storia, cintura verde e i loro parchi. Se le città che crescono economicamente sono quelle capaci di attrarre per le loro bellezze e perché vi si vive bene, dove ci si incontra facilmente, città aperte, capaci di far interagire persone diverse, è stato proposto un esercizio di immaginazione: “vorrei che sceglieste un luogo di Padova. Ve ne indico tre, che mi stanno a cuore. Via San Francesco, in centro; il Portello. E la zona industriale. Provate a descrivere come li vedete nel 2050. Chi vi abita, chi vi lavora, quali attività vi si svolgono (economiche e no), come ci si arriva” (vedi il video qui della domanda e delle risposte).

In generale è emersa una convergenza sull’impossibilita di continuare sulla vecchia strada fatta di cubature, parcheggi e centri commerciali. Però idee su cosa ci sia “di la dal guado” sono emerse in maniera meno chiara. Alcune proposte sono sembrate interessanti; sul Portello come quartiere creativo (Fiore); che recupera il carattere popolare in un nuovo rapporto con gli studenti non più solo “clienti” ma ricchezza della città (Frascati); il Quartiere Latino della città (Mancini). Rispetto alla Zona industriale, c’è stata convergenza sulla necessità di qualcosa di nuovo per l’economia cittadina e il problema dei capannoni vuoti. Interessanti le proposte di Fiore sul km zero da allargare al settore manifatturiero (ad es: il tessile) attraverso un marchio volontario di provenienza e l’open source manufacturing, mettendo in rete le competenze per ridurre i costi di progettazione in manifattura ad alta innovazione. La Ruffini però ha lanciato l’allarme sul rischio che si perda la gestione pubblica della zona industriale e con questo la possibilità di influenzarne le politiche. Sul centro storico tutti d’accordo sugli effetti negativi dei centri commerciali periferici. Proposta (di Fiore) di chiuderlo al traffico (“spesso si portano i bambini nell’outlet perchè non ci sono le macchine. Devo poterli portare in centro e sentirmi sicuro“) per poterne recuperare la funzione di centro commerciale e sociale naturale (nonchè culturale, ha aggiunto la Ruffini). Di minore visione la polemica di Martingano su tossicodipendenti e vetri in centro.

Infine la domanda esplicita di Lucio Passi su alleanze e scenari politici. Alla sollecitazione se “si formerà un’aggregazione politica affidabile“, non una parola sui possibili schieramenti comuni (vedi il video qui della domanda e delle risposte).

Non ne ha parlato il rappresentante del PD Marco Frascati venuto a sostituire Piero Ruzzante (segretario cittadino del PD) che ha dato “buca” all’ultimo momento, dimostrando ancora una volta lo scarso interesse di questo Partito per il confronto con i corpi intermedi della società ed i cittadini. Frascati ha però dichiarato che le primarie sono un impegno preso dal suo partito e che se non si svolgessero sarebbe lui il primo a trarne le conseguenze. Hanno glissato anche gli altri partecipanti: Francesco Fiore che però può vantare una grossa novità: Padova 2020 il programma lo sta costruendo in modo partecipativo a partire da un manifesto di idee ispiratrici. Il loro obiettivo: le primarie del centro sinistra. Sguardo rivolto a quanto è successo nel passato da parte di Marina Mancin e Daniela Ruffini. Certo tutti si sono “annusati”, ma che cosa vogliano fare “da grandi” non è chiaro. L’unico esplicito è Giovanni Maria Martingano (portavoce padovano) in linea con la posizione nazionale: il Movimento 5 Stelle alle elezioni comunali si presenta da solo. Forti di una partecipazione crescente di cittadini alle loro riunioni tematiche. E di una denuncia: “queste cose le avreste potute fare, ora che ce le venite a raccontare non siete credibili”.

Un quesito – quello di Passi (che rivolgeremo a settembre anche alle associazioni e III settore, n.d.r.) – che deve trovare velocemente una risposta perché un’ampia aggregazione politica, con forti radici nella società civile, che abbia al centro le ragioni della green economy, dell’ambiente, dello sviluppo sostenibile è più che mai necessaria alla città. Si vedrà poi se essa concorrerà, con un proprio candidato, alle primarie del centro sinistra, o se si presenterà autonomamente al primo turno delle elezioni comunali. Prassi e strategie dello sviluppo sostenibile non sono ancora maggioranza in questo paese, anche se giovani, mondo dell’imprenditoria innovativa, consum-attori con nuovi stila di vita aumentano in modo considerevole. Quindi – per superare vecchie logiche di governo – servono alleanze e contaminazioni. Ecopolis farà la sua parte affinchè questi mondi politici si parlino.

resoconto a cura di Andrea Nicolello-Rossi, direttore di ecopolis

Lorenzo Cabrelle e Dino Pinelli, redazione di ecopolis

Lucio Passi, portavoce di Legambiente Padova

11 thoughts on “Quale città, quale Sindaco di svolta? commenti politicamente scorretti

  1. Dopo le alluvioni che in Veneto si succedono oramai non solo in autunno , ma anche in primavera, mi dispiace che nessuno degli intervenuti e tanto meno nessuno degli interrogati, abbia sollevato l’idea che la sicurezza idraulica viene prima di buona parte dei temi trattati.
    Immagino che dovremo aspettare un altro disastro per dare al problema la priorità che merita.
    Il completamento dell’idrovia, con tutto quello che implica per lo sviluppo compatibile, il paesaggio, l’inquinamento aereo, il traffico e l’occupazione potenziale, evidentemente non riguarda i padovani.
    Ignorano ad esempio il fatto che se gli argini dei corsi d’acqua vicentini vengono rinforzati e alzati, come pare stiano facendo, chi sta a valle non godrà più, come in passato, del vantaggio degli straripamenti a monte…….ma avremo una massa d’acqua maggiore in arrivo alla Paltana.

  2. a scanso di equivoci – e per prevenire che ciascuna associazione e/o comitato settoriale – scriva che mancava tra le domande un argomento prioritario quale ad es ……… è vero: MOBILITA’ SOSTENIBILE (ed inquinamento), gestione dei RIFIUTI (ed inceneritore), ACQUA, PARTECIPAZIONE, RISCHIO IDRAULICO, AGRICOLTURA di prossimità, tutela del PATRIMONIO ARTISTICO/MONUMENTALE …… questi sono argomenti centrali per lo sviluppo sostenibile della nostra città e sui quali ecopolis (da anni) ha ospitato decine e decine di articoli (propri o di associazioni altre) e sui quali Legambiente Padova ha fatto battaglie o proposte.
    C’è in ecologia un principio, che è il concetto del limite: sabato non si poteva trattare tutto. Avremo altre occasioni.
    Abbiate fiducia e continuate a sollecitarci positivamente.

  3. Lo dico a bassa voce e senza nessun desiderio di rivalsa.
    E’ vero che c’è il principio del limite di tempo, ma per chi pensa in termini politici, si fissa prima dell’incontro l’ordine delle priorità e dei problemi che sono sul tavolo. Proprio perchè Ecopolis ha da anni raccolto articoli sui vari temi e quindi ne conosce i nomi.
    Prima che delle delegazioni si mettano davanti a degli amministratori, si fanno lavorare gli “sherpa” affinchè si stabilisca cosa valga la pena discutere prima e cosa dopo.
    Non si fa un minestrone di tutto, rinviando la sintesi a tempi ignoti.
    Muoversi in questo modo, specie in questi tempi, non permette di stabilire dove investire le poche risorse disponibili. Cioè le priorità.

  4. …comunque per quanto riguarda l’idrovia, ho sentito dire che uscirà la settimana prossima un articolo di Cabrelle a codesto riguardo 🙂 Sempre scritto molto bene, come tutti gli articoli di Cabrelle

  5. non c’è verso, per chi ha un unico obiettivo, “o c’è quello o si è sprecato tempo”.
    ecopolis per sabato scorso aveva deciso di interrogare i presenti su 4 temi: energia e beni comuni; urbanistica e consumo di suolo; green ecomony e bellezza; partecipazione e forme della politica.
    Abbiamo fatto una scelta, finalizzando su alcune questioni e non su altre; nessun minestrone, sappiamo fare il nostro lavoro.
    Crotti, ti prego di non insistere, perdi di credibilità
    Cordialmente
    Andrea Nicolello

  6. Mi sono sciroppata i 4 video. Ma il rappresentante di 5 Stelle non ha detto nulla, assolutamente niente, ha ripetuto sempre e solo “tutti a casa, non avete credibilità”.
    Per fortuna che gli italiani si stanno accorgendo che sono loro – i grillini- che non hanno credibilità ne idee.
    saluti
    ps: certo che il sonoro del video non è proprio un gran chè

  7. Che bello questo passaggio della vs.cronaca, e che vero in tutto (!!!!!!):

    “Non ne ha parlato il rappresentante del PD Marco Frascati venuto a sostituire Piero Ruzzante (segretario cittadino del PD) che ha dato “buca” all’ultimo momento, dimostrando ancora una volta lo scarso interesse di questo Partito per il confronto con i corpi intermedi della società ed i cittadini. “

  8. l’ho ritrovato!!!
    ero in sala quando il rappresentante di Movimento 5 stelle ha detto che non hanno gerarchie e capi. Tutti siamo scoppiati a ridere.
    Ma mi era sfuggita la faccia di Nicolello, il moderatore.
    Guardate il video http://www.youtube.com/watch?v=wznCq6ySx8Q dal minuto 15.15 al 15.29: Martignano parla e lui al suo fianco prima si copre la bocca con la mano, alza le sopraciglie al cielo e poi scoppia a ridere cercando di trattenersi … pochi secondi di comicità pura!

  9. non dico che pensassi di venir ricordato per qualche frase detta durante l’evento, ma essere citato per un siparietto comico, questo no, non me lo aspettavo.
    e vabbè, noi comunque come ecopolis si continua e aver sfondato ieri il muro dei 40.000 post letti in 8 mesi (da quando ad ottobre siamo diventati un blog) ci conforta.
    cordialmente
    Andrea Nicolello

  10. Ma per voi esiste solo la sinistra, solo la sinistra può avere idee su temi come energia, cementificazione, green economy ecc.,che interessano tutti i cittadini?

  11. Centro destra e ambiente, più che le parole contano i fatti.
    Per stare solo agli ultimi anni: il rilancio del nucleare (per bloccare il quale è stato necessario un secondo referendum), il primo attacco alle rinnovabili con le modifiche al conto energia, il tentativo di rilanciare il ponte sullo Stretto, l’insistenza sulla Tav in val di Susa, la mancata soluzione del problema dei rifiuti in Campania e del dissesto idrogeologico, la posizione di retroguardia in Europa sui cambiamenti climatici (dal 20-20-20 al 17 per l’Italia), l’assenza di qualunque politica sull’inquinamento atmosferico nella pianura padana, il mancato inserimento dei reati ambientali nel codice penale, le titubanze sugli ogm…
    come dimenticare il condono edilizio di Tremonti nel 2003? l’abolizione delle commissioni edilizie comunali? e le posizioni sull’abusivismo edilizio in meridione? Nitto Palma docet.
    Rimanendo in Regione Veneto spicca il PTRC (cemento sia di capannoni, nuove aree industriali, superstrade, bretelle e autostrade, mai sentito parlare di Veneto City?), i tagli al finanziamento del trasporto pubblico più alti rispetto a tutte le altre regioni, l’assenza di un Piano Energetico regionale ….
    In tutto questo il centro sinistra si distingue in positivo (ci vuol poco), spesso tentenna, qualche volta è un pò più deciso. Per questo ci serviva interrogarli su progetti concreti!
    E quando avremo i candidati Sindaci, non dubitare, marcheremo stretto chiunque si presenti.

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