Colleghiamo la sede del Parco al territorio. Este snodo del cicloturismo

Area ITALGAS_Este_Bisatto_Parco_ColliLa sede del Parco Regionale dei Colli Euganei ad Este, il seicentesco palazzo detto Ca’ Mori, è affacciata sull’argine sinistro del canale Bisatto, sul quale corre il percorso dell’anello ciclabile dei Colli.

Sede e canale sono però separati da una fascia di terreno non ancora edificato, ma che sembra destinato a diventarlo. Mentre da anni chiediamo che l’area sia attrezzata a verde, come congiunzione naturale tra lo storico palazzo e l’asse fluviale.

L’area, oggi degradata, era occupata negli anni ’50 dalle “Officine Gas” ed è tuttora di proprietà della Società Italgas (azionista principale è lo Stato, tramite la Cassa Deposito Prestiti).

Negli anni Ottanta era stata prevista la realizzazione di un insediamento abitativo di notevoli dimensioni, in seguito scaduta. Il Piano degli Interventi approvato dal Comune nel 2016 ne ha proposto uno stralcio, vincolato alla bonifica del sottosuolo inquinato, dovuto alle lavorazioni di sessant’anni fa. La società proprietaria ha avviato dei lavori di messa in sicurezza, mai completati. La scheda del Piano non indicava alcun indice edificatorio né alcuna previsione, in attesa, si diceva, di conoscere gli esiti dei lavori di bonifica.

In quella occasione, come circolo di Legambiente Este, abbiamo presentato un’osservazione che proponeva la previsione di un collegamento tra Cà Mori e il Bisatto, da molti anni sollecitata dalle associazioni e sempre promessa dall’amministrazione cittadina.

Il Consiglio Comunale di Este ha approvato il Piano degli Interventi (2 marzo ’16), accogliendo parzialmente l’osservazione, prevedendo che in coda alle Prescrizioni si aggiungesse la frase “In sede di progetto dovrà essere inserito un collegamento tra la sede del Parco e il canale”. Una piccola soddisfazione, ma da allora niente è cambiato. I lavori di bonifica si sono fermati e nulla è dato sapere sulle intenzioni della proprietà.

Per questo in occasione della manifestazione per il rilancio del Parco del 5 maggio scorso siamo tornati, come Coordinamento delle associazioni, a sollecitare Ente Parco e Amministrazione comunale a programmare per quest’area un destino diverso: farla cioè diventare quell’area di congiunzione naturale che certamente caratterizzava in passato tutto il sito.

Un’area verde ben curata e accogliente, oltre a costituire un doveroso recupero storico-ambientale, potrebbe rappresentare un punto di accesso privilegiato alla sede per i tanti turisti che, a piedi o in bicicletta, percorrono, e sempre più percorreranno, il panoramico tratto di argine che conduce al centro storico della città.

Occorrere ricordare che la sede dell’Ente già ospita un info point per i visitatori e la Biblioteca del Parco. E’ un centro informativo sul territorio, con particolare attenzione alla documentazione e all’informazione riferita all’area euganea.

Valorizzando il rapporto ‘anello-sede’ del Parco si rinforza la naturale vocazione di Este quale centro nevralgico del cicloturismo. Non dimentichiamo che questo luogo è lo snodo di quattro itinerari ciclabili. I primi due sono di fatto deviazioni dell’anello dei Colli Euganei, percorsi notevoli, sia per lunghezza che per pregio turistico paesaggistico. Il primo, partendo da Este lungo gli argini del canale Santa Caterina, consente di immergersi nel cuore della bassa lungo un percorso di 35 km. Permette di andare a visitare l’abbazia di Carceri, la Botte delle Tre Canne e il bosco dei Lavacci, passando da argine in argine, prima lungo il solitario Gorzone, poi il Masina e tornando ad Este pedalando lungo l’antico canale della Restara. Il secondo si imbocca poco dopo Este quando, percorsi 9 km lungo l’Anello ciclabile sull’argine del Bisatto, si è raggiunto Lozzo Atestino. E’ un anello di 20 km: è il circuito del Monte Lozzo fino al medievale castello di Valbona, che prosegue verso Agugliaro dove si incontrano numerose ville venete: la palladiana villa Saraceno, la villa delle Trombe di Sanmicheli e le barchesse del Pigafetta.

Più impegnativo per numero di km è l’anello delle città Murate (64 km), che sfrutta gli argini del Frassine per unire Este a Montagnana e proseguire verso Urbana, Merlara e Piacenza d’Adige. Questo tracciato merita una riflessione, amara: a tutt’oggi fino a Montagnana ci sono solo gli argini, non un vero percorso cicloturistico, ancora in fase di progetto esecutivo (approvato lo scorso 20 aprile) e in capo alla Provincia. Per il resto siamo alla situazione denunciata di 2 anni fa…*

Ecco perchè chiediamo un’opera di ‘apertura al territorio’, pensata in prospettiva di sviluppo sostenibile. Sarebbe un progetto sia simbolico che concreto, per valorizzare le funzioni della sede del Parco e di tutto un territorio ricco di attrattive culturali, ambientali e paesaggistiche, fruibili riducendo gli impatti grazie all’ecoturismo responsabile.

Flores Bacccini, Presidente Legambiente Este

* L’anello delle città Murate è un percorso affascinante, disegnato sulla carta dalla Provincia, segnalato dalla cartellonistica locale, ma spesso ingannevole. Infatti per almeno 20 km necessita di importanti opere di messa a norma e completamento (ecco l’articolo di denuncia di due anni fa).