Writing, arte contemporanea che riqualifica. 30 anni di graffiti a Padova

Ead_PamPadova candida il suo prezioso ciclo di affreschi del ‘300 a Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Un patrimonio artistico inestimabile e quasi inesauribile, che attraversa i secoli tra palazzi, architetture, chiese e musei… ma siamo sicuri che l’arte si limiti a vivere solo in questi spazi antichi?

A metà degli anni ‘80, a Padova, un gruppo di giovani ragazzi assimila dalla cultura newyorkese un fenomeno che nel corso del tempo trasformerà i muri della città: il Writing.

Il Writing è una pratica espressiva che, attraverso l’uso di bombolette spray e pennarelli indelebili, utilizza i muri e gli spazi urbani come tela su cui sviluppare artisticamente la scrittura del proprio nome o pseudonimo. Alla base di tutti i “pezzi”, c’è lo studio delle lettere che compongono il nome, che si modellano fino a diventare criptiche ai più. Ogni writer elabora la forma del lettering secondo la sua ricerca stilistica, giocando con effetti tridimensionali e psichedelici, intrecciando elementi fitomorfi e geometrici attraverso colori e segni.

Parte della mancata accettazione sociale del Writing sta proprio nel fatto che è meno fruibile esteticamente rispetto ai soggetti più leggibili, decodificabili e immediati della Street Art.

Il Writing era nato come forma di ribellione, un modo (illegale) per appropriarsi del territorio e marcarlo con una firma. L’illegalità dell’atto artistico ha sempre posto il Writing in una posizione difficile rispetto ai rapporti con le amministrazioni e con l’opinione pubblica.

EAD (Escuela Antigua Disciples), la crew padovana nata nel 1991 (“alle banche”, dove si trovavano dj, breakers e writers), fu tra le prime in Italia che si distinse per la richiesta di spazi su cui lavorare, dialogando sia con l’amministrazione che con i privati.

Numerosi i progetti e i lavori gestiti da EAD che hanno regalato una veste nuova alla città: uno dei primi in collaborazione con l’amministrazione comunale, nel 1997, fu all’interno del bando True Glue, in cui vennero realizzati i graffiti nel parcheggio di via Fra Sarpi, coinvolgendo artisti di altre crew internazionali. “L’incontro con gli altri writers e il piacere di invitarli agli eventi – racconta Made514, membro di EAD – è da sempre nostra prerogativa perchè vediamo una grande risorsa nello scambio artistico”.

Un altro progetto di riqualificazione da ricordare è “A-head” (2014), che vide l’intervento dei writers sulle pareti esterne di alcuni complessi di edilizia popolare in zona Ippodromo, Arcella e Vigonovese.

La scelta del luogo sul quale riprodurre i graffiti ha enorme importanza. Gli spazi sono spesso quelli abbandonati e dimenticati della periferia: le forme e i colori di un graffito possano strappare dal degrado stazioni ferroviarie, centri commerciali, aree industriali e strutture stradali e rigenerare uno spazio altrimenti grigio.    

È quello che è successo lungo i muri del parcheggio del supermercato Pam a San Carlo, in via Tiziano Minio, dei cavalcavia di Chiesanuova e Bassanello e di via Friburgo (solo per citarne alcuni). Particolare il caso del cavalcavia Borgomagno, che ha visto parte dei graffiti esser poi ricoperti dall’edera rampicante.

“Molti lavori condotti da EAD sono nati sotto impulso della nostra crew, – racconta Made514 – spesso poco supportati dalle amministrazioni, che hanno riconosciuto in modo altalenante l’attività dei writers, nonostante questo tipo di manifestazione artistica sia ormai affermata e riconosciuta in Italia e all’estero”. Un sostegno fragile che nel periodo di Bitonci si trasformò in ostilità quando il futuro sindaco manifestò la sua contrarietà presenziando con un comizio i palazzi Ater di Mortise che i membri dell’EAD stavano riqualificando.

Una situazione tutta padovana quindi, dato che in altre città italiane (Mestre, Bassano, Torino, Bologna e Grottaglie) ci sono festival che favoriscono l’incontro tra artisti e danno la possibilità di confrontarsi nella pratica. Lo strabismo di alcune amministrazioni padovane è palese quando si vedono andare all’estero i membri dell’EAD, invitati a festival internazionali o si scopre che hanno esposto al Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto e partecipato alla Biennale di Venezia.

Sarebbe giunto il momento di prendere atto che il Writing, come la street art, è un mezzo di espressione che può e ha diritto di far parte di una città: ha il potere di riqualificare la realtà urbana, di dialogare con i cittadini e creare un rapporto con essi.

Laura Solvej Poli, redazione ecopolis

esiste da tempo una mappa on line che recensisce le opere dei principali writers attivi a Padova. La trovate qui, realizzata da Anna Zielo. E’ possibile selezionare tutte le opere della crew EAD, oltre che di altri artisti (n.d.r.).