Ipercentro Due Carrare: perché il Sindaco accelera contro la Soprintendenza?

Centro Commerciale Due CarrareIl sindaco di Due Carrare, Davide Moro, ha annunciato di voler convocare il consiglio comunale per l’approvazione della variante al Piano degli Interventi che recepisce l’Accordo di Programma finalizzato alla realizzazione del centro commerciale della società Deda entro l’11 aprile, nel rigoroso rispetto dei tempi procedurali previsti dalla vigente legge urbanistica.

Dal punto di vista formale nulla da eccepire se non fosse che la realizzazione della grande struttura di vendita, da più parti contestata per gli impatti negativi che a diverso titolo induce sul territorio e sulla salute degli abitanti, è stata messa in discussione dal vincolo indiretto che la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio ha proposto sulle aree che formano la cornice ambientale del Castello del Catajo.  

A fronte di questa decisione della Soprintendenza, che lo stesso sindaco ha mostrato a parole di apprezzare (così almeno è stato riportato dalla stampa locale), perché decidere di dover comunque procedere nell’iter amministrativo della variante?

Sul punto il sindaco ha chiesto un parere legale, ma anche questa premura tradisce una timidezza politica. L’impressione che se ne trae è che Davide Moro non crede nel provvedimento della Soprintendenza e che ritiene probabile che la proposta di vincolo non sarà approvata dalla Commissione Regionale competente. Meglio quindi procedere con l’iter di approvazione della variante e non rischiare ricorsi di Deda, nel caso di respingimento del vincolo, per aver allungato i tempi del procedimento.

Ma se si legge con attenzione la Relazione Tecnico Scientifica che accompagna la proposta di vincolo sull’area di rispetto del Castello del Catajo, non si può non convenire che le argomentazioni sviluppate sono decisamente solide. Dimostrare diffidenza o, quanto meno, estraneità da parte del sindaco significa isolare la Soprintendenza e lasciarla sola ad occuparsi della tutela delle bellezze culturali e paesaggistiche del territorio; bellezze che costituiscono invece un bene collettivo la cui difesa deve accomunare tutti, soprattutto le istituzioni.

Non va inoltre dimenticato che, qualora l’approvazione del vincolo tardasse ad arrivare, il completamento dell’iter della variante al P.I. e dei successivi adempimenti per rendere cantierabile il progetto della Deda (variante al PUA e rilascio del permesso di costruire) renderebbe di fatto inefficace il vincolo stesso, non potendosi applicare le misure restrittive qualora i lavori fossero stati già iniziati.

Sorprende inoltre come il sindaco di Due Carrare non abbia almeno voluto attendere, per il proseguimento dell’iter di approvazione della variante, la data del 18/04/2018 in cui scadono i termini di salvaguardia del provvedimento della Soprintendenza. È pacifico che il regime di salvaguardia della proposta di vincolo non riguarda i procedimenti di pianificazione del territorio, ma il rispetto dei termini della sua applicazione avrebbe avuto un alto significato, in quanto significava riconoscere e condividere la decisione della Soprintendenza e poteva essere letto come un richiamo alla Commissione Regionale affinché approvasse in tempi rapidi il vincolo per evitare il danno al paesaggio prodotto dalla grande struttura di vendita.

Così purtroppo non è stato. Al sindaco Moro resta una prova di appello nell’esame delle osservazioni. Se vuol dimostrare che è effettivamente preoccupato per la realizzazione del centro commerciale, approvi almeno tutte le osservazioni che riguardano le misure necessarie per la tutela del territorio e della salute dei cittadini, a partire dalla richiesta alla Deda del preventivo studio di impatto ambientale e della individuazione delle necessarie misure, da porre in carico alla società, per azzerare gli effetti negativi che l’intervento minaccia di provocare sull’ambiente.

Lorenzo Cabrelle – Legambiente Padova

 

3 thoughts on “Ipercentro Due Carrare: perché il Sindaco accelera contro la Soprintendenza?

  1. “Meglio quindi procedere con l’iter di approvazione della variante e non rischiare ricorsi di Deda, nel caso di respingimento del vincolo, per aver allungato i tempi del procedimento.”: è l’esatta e amministrativamente corretta risposta al titolo di questo intervento (tratta da questo stesso testo): proprio quello che in un paese democratico e non dittatoriale un sindaco deve fare. Ma si potrebbe anche far notare come se “dal punto di vista formale (non c’è) nulla da eccepire”, perchè allora si eccepisce?

  2. Temo si abbia una idea della Soprintendenza che non corrisponda alla realtà.E quel sindaco temo lo abbia capito.E’ uno degli enti piu’ muti e immobili (aldilà della vulgata che gira tradizionalmente su di esso) con cui abbia mai avuto a che fare. Un fantasma con una (incompresibile) aura attorno. E’ un miracolo che (pur in ritardo, pur balbettando, pur con una lentezza tipica) sia sia mosso per il Catajo. Forse le pressioni son state cosi’ forti ed insistenti da costringerlo ad uscire per un attimo dalla sua tradizionale immobilità. Ma voi non enfatizzate questo ente muto, i suoi nemici (giustamente) non lo fanno proprio, come avete compreso.
    G.

  3. leggo spesso in questa rubrica le note di un lettore il quale afferma che “…la città faccia la città, che la campagna faccia la campagna”. Da quando in qua Due Carrare è diventata città? Forse sarebbe meglio avvertire il sindaco che sta amministrando un quartiere di Padova e che certi provvedimenti non li può prendere…

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