Arriva un tempo in cui, anche se appassionati di montagna, di escursioni e camminate, si ritiene che si debba rinunciare.
Succede quando, messa su famiglia e nati dei figli, questi arrivano ad avere fra i 4-7 anni. Ormai grandicelli, tali da non poter più essere portati negli zainetti (troppo pesanti), ma ancora piccoli e scostanti da riuscire a camminare per parecchie ore senza stancarsi, lagnarsi e – giustamente – protestare.
La soluzione sarà quindi quella di abbandonare le escursioni per un bel po’ di anni? No, vi si apre invece un’opportunità nuova, affasciante e alquanto ecologica. È quella di “noleggiare” un asino per alcuni giorni e grazie a questa bestia stupenda percorrere chilometri senza dover rinunciare a dei veri e propri trekking.
La patria europea della riscoperta dell’uso escursionistico dell’asino, in autonomia e piena libertà, è sicuramente la Francia, timidamente imitata anche dall’Italia. Chi scrive ci ha messo in groppa i propri figli molti anni orsono in zona di montagna, ma in realtà è tutto il territorio francese ad essere costellato di quelli che con un neologismo potremmo chiamare asinari.
Censiti on line qui, se ne contano circa 300 in una nazione che presenta delle zone sconfinate poco densamente abitate; non solo molta campagna ma anche parecchie zone di mezza montagna che diventano facilmente percorribili a piedi con l’ausilio di un animale infinitamente docile, allenato a trasportare pesi, sensibile e capace di entrare in relazione con noi uomini e suscitare emozioni forti.
“Noleggiare” un asino è una impresa semplice e alla portata di chiunque. La spesa è contenuta (sui 30 euro giorno, praticamente come un’auto); con la differenza che in questo caso non c’è il costo del carburante. Nella nostra esperienza infatti l’asino si è sempre nutrito da sé, la sera quando arrivati a destinazione, veniva assicurato in un prato con una lunga fune alla moda di Tex Willer dopo aver concordato con il gestore del rifugio del quale fosse il luogo più adatto per farlo.
Sì perché è bene sapere che anche i posti tappa, che siano rifugi e/o agriturismi che sorgono nelle valli che possono essere percorse con gli asini, sono abituati a veder arrivare famigliole accompagnate da un animale che sosterà, per la notte, in un loro campo (l’alternativa è anche quella del bivacco con tenda, oibò).
Gli asinari sono esperti dei luoghi da quali potrete ricevere indicazioni sui percorsi da seguire, e loro stessi vi chiederanno che itinerario avete intenzione di seguire, fornendovi qualche consiglio. Vi insegneranno in pochi minuti come montare un basto, una particolare sella sulla quale potrete far accomodare il bambino di turno e contemporanea assicurare i vostri zaini, fino a circa 40-50 km di peso totale. E con la naturalezza tutta transalpina, seppur intervallata da qualche “puff puff”, da noi confuso come sbuffo di superiorità, vi affideranno l’animale anche per parecchi giorni senza tanta burocrazia.
Senza dimenticare di darvi una spazzola con la quale dovrete strigliare l’animale la mattina (insieme ad un controllo degli zoccoli). Un rito che “consentirà” ai vostri figli di svegliarsi presto la mattina senza troppi problemi, come si usa fare nei rifugi.
E se di figli ne avete due? Vi assicuro che può bastare un solo asino perché chi non è in groppa trarrà enorme soddisfazione a tenere il capo della corda con la quale condurre (o illudersi di condurre, ché il quadrupede conosce a menadito i sentieri lungo i quali vi state arrampicando) l’accoppiata fatta da asino e fratello, abbarbicato in groppa. Fino al prossimo scambio di posto.
Chi scrive ha percorso per tre estati differenti i sentieri della selvaggia e immacolata val Clarée poco distante dal confine con l’Italia e dalla città fortificata di Briancion. Una valle che consente di organizzare trekking di più giorni potendo scegliere fra 4 o 5 rifugi disseminati lungo i quasi 250 km di sentieri esistenti, salendo fino ai circa 2500 metri da un fondovalle posto a 1700.
Ma le possibilità di muoversi oltralpe a dorso di asino sono tantissime. Non fatevi mancare questa possibilità, ai bambini (e noi adulti) fa bene il passo lento ma instancabile di un animale tranquillo e solido, imparando ad accudirlo come ringraziamento di quanto lui fa per noi. E se avete un cane, portatelo, nascerà un buon rapporto anche con lui.
Andrea Nicolello – direttore ecopolis
ps: in foto Federico conduce e Marta sta in groppa (estate 2005)