Ville e paesaggio sotto l’assedio del cemento

lamincana-10E’ sorprendente constatare come lo Studio di Impatto Ambientale presentato dalla società Deda, documento fondamentale per la VIA relativa al nuovo Centro Commerciale di Due Carrare citi come i due soli Beni Culturali meritevoli di segnalazione, in rapporto a una possibile incompatibilità del progetto, un vassoio rituale in lamina bronzea rinvenuto in comune di Battaglia e alcune iscrizioni romane reperite in comune di Due Carrare. Nient’altro.

Eppure sarebbe bastata una rapidissima ricognizione in loco per rendersi conto delle emergenze clamorose che caratterizzano il paesaggio naturale e storico di questo territorio ai piedi degli Euganei. Senza contare il vicino centro storico di Due Carrare, con l’Abbazia di Santo Stefano, i resti della corte carrarese, la villa Priuli-Soranzo, a poche centinaia di metri dall’area del progettato Centro commerciale si trovano due ville fra le più celebri della Riviera Euganea: il Cataio e villa Dolfin-Dal Martello, nota anche come Mincana, oltre al canale di Battaglia scavato dai Padovani nel XII secolo.

Cataio, villa Dolfin, Colli Euganei: è questo lo straordinario concentrato di valori storici e paesaggistici che si presenta a chi esca dall’autostrada a Terme Euganee lungo la provinciale 9 “Mincana”. Questo accesso ai Colli e alla Riviera Euganea assume oggi una straordinaria rilevanza, tanto che il Piano Ambientale del Parco dei Colli Euganei, nella scheda dell’Unità di Paesaggio dedicata al Cataio, precisa  che “il complesso della villa domina l’intera Unità di Paesaggio e costituisce fulcro di grande distanza, con asse principale da est”  indicando l’area intorno allo svincolo autostradale come “relazione da conservare”. Ne deriva, a tutela delle prospettive, “il divieto della costruzione o dell’ampliamento di edifici, manufatti, barriere vegetali od elementi d’arredo urbano o stradale che possano intercettarle o precluderle”. Invece in questo prezioso e delicato contesto s’intende collocare un centro commerciale fra i più grandi della provincia, destinato a sfasciare irrimediabilmente un paesaggio secolare.

Villa Dolfin, improntata al classicismo palladiano, è rifabbrica d’inizio Settecento voluta da Dionisio Dolfin, patriarca di Aquileia. Charles de Brosses, nel 1740 la lodò come la più bella delle ville affacciate sulle rive del canale di Battaglia. Famosi erano anche i suoi giardini.

Il Cataio, considerato “uno dei più straordinari complessi architettonici della terraferma veneta” (Muraro, 1986), fu costruito fra il 1570 e il 1573 per volontà del nobile padovano Pio Enea Obizzi, All’interno, un fastoso ciclo di affreschi di Giovan Battista Zelotti (1571-1573) orna il salone e le stanze d’onore, mentre all’esterno si ammirano vaste aree a parco e giardino.

La costruzione del centro commerciale, con connesso enorme parcheggio e opere stradali destinate a sconvolgere la viabilità fin sotto il Cataio, non pregiudicherà solo le visuali dalla pianura verso i Colli e le ville, ma altererà per sempre l’orizzonte di pianura esperibile dalle finestre e dalle terrazze del Cataio, quelle vedute che mossero il committente a compiere le impegnative scelte progettuali che ancor oggi ammiriamo.

Il paesaggio insomma è parte integrante dell’identità monumentale e va pertanto salvaguardato per conservare pienamente il valore storico, ma anche turistico, dei tanti monumenti che sono la principale ricchezza del nostro Paese.

Renzo Fontana  – Italia Nostra sezione di Padova

Sintesi a cura della Redazione di Ecopolis

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