C’è un’Arcella che lavora per l’accoglienza e l’integrazione

MostraArcellaÈ passato poco più di un mese da quando due appartamenti in Arcella sono stati oggetto di atti di  vandalismo: luoghi che avrebbero ospitato, di lì a poco, alcuni richiedenti asilo

Il fatto è cronaca, come è cronaca il sostegno immediato che le associazioni della zona hanno dato alla Cooperativa Sestante in quella occasione. Ad oggi, la Cooperativa sta lavorando per consentire l’ingresso degli ospiti, anche facendosi carico delle preoccupazioni del vicinato.

L’incontro tra Il Sestante e un bel progetto di quartiere, Contarcella, è stato quasi casuale: una semplice coincidenza di date che ha prodotto una collaborazione spontanea e naturale. L’occasione di fare rete è stato il giorno di chiusura del progetto, il mese scorso, dopo un anno dal bilancio decisamente positivo. Tanto che le Associazioni che l’hanno promosso stanno già lavorando al suo seguito: si chiamerà Play Together e porterà avanti la collaborazione nata con la cooperativa Sestante lo scorso dicembre. Punterà ancora di più sul fare festa, sullo stare insieme, giocando e condividendo abitudini e difficoltà. I “nuovi vicini di casa” saranno coinvolti con attività progettate insieme a loro.

“Come Contarcella abbiamo pensato che fosse importante impegnarci per dare una risposta positiva a quello che è successo – ci raccontano Emiliano Bon di Xena e Grazia Raimondo della libreria Limerick, che quel giorno organizzavano l’incontro – anche perché il progetto nasceva anche dall’idea di dare un immagine più positiva del quartiere”. “Sappiamo benissimo”, proseguono, “che un anno di attività, feste e mostre facilmente passa sottotraccia mentre atti violenti e negativi come questo vengono riportati in maniera molto più visibile, facendo dimenticare quanto di positivo si fa”.

Proprio in questi giorni, è uscito, per BeccoGiallo, l’Arcelledario, per leggere il quartiere come un libro, dalla A alla Z: ci sono il Campanile di Sant’Antonino, i Graffiti, le palazzine Liberty, gli Orti urbani, la Trasformazione e tanto altro, per raccontare il bello dell’Arcella.

Il sostegno delle Associazioni di Contarcella al Sestante è soprattutto simbolico, ma ha anche un risvolto concreto con la destinazione delle offerte ricevute a una “ricostruzione” che va oltre il ripristino degli appartamenti, i cui costi sono sostenuti, assieme al proprietario, anche dalla Cooperativa.  Da questo è nata poi l’idea di includere anche la cooperativa nel nuovo progetto sostenuto attraverso il bando Culturalmente della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.

Già in questi giorni Il Sestante, ci raccontano il presidente Tiziano Peracchi e gli operatori Sara e Giancarlo, sta incontrando, grazie soprattutto al sostegno della parrocchia di San Filippo Neri, i residenti per rassicurarli e farli riflettere sul concetto che certe troppo facili equazioni sono davvero banali: arrivano i rifugiati e aumenta lo spaccio? Improbabile, visto che sono loro ad essere più controllati.

Ai danni c’è rimedio ma atti del genere però finiscono per creare timore: non solo che negli operatori ma anche nella stessa comunità che dovrebbe farsi più accogliente, costringendo la vittima dell’attacco a lavorare ancora di più per mostrare che i pregiudizi su coloro che tra pochi mesi non saranno altro che “i nuovi vicini di casa” sono solo, appunto, pre-giudizi senza fondamento.

Annalisa Scarpa – redazione ecopolis

5 thoughts on “C’è un’Arcella che lavora per l’accoglienza e l’integrazione

  1. Mi meraviglia che Legambiente Padova , dopo 15 anni dal 11/9, non si renda conto del fatto che il processo integrativo in Europa dei musulmani non è mai iniziato.
    E’ di loro che si diffida maggiormente, non di tutti gli immigrati.
    Perchè allora insistere con le stesse prassi e proposte di sempre ?
    Le destre a livello mondiale vincono perchè le proposte delle sinistre non funzionano.
    Non è evidente ?

    La sig.ra Scarpa scriva ad esempio un pezzo per informare i lettori per quali motivi lo Stato italiano, sia con un governo di sinistra o di destra , non è mai riuscito a scrivere un concordato con il gruppo di fede islamica in Italia. Oramai la gente si è accorta che “l’integrazione” NON parte dando casa e lavoro. quando poi la generazione successiva, che è andata nelle nostre scuole , parte per il Daesh o comunque simpatizza, navigando nei siti jihadisti in tutta Europa.

    Bitonci NON vince perchè bravo, ma perchè gli elettori NON si riconoscono nelle soluzioni proposte da Scarpa Annalisa. Per loro e le loro famiglie, la sicurezza personale viene prima di tutto.
    A che serviranno i suoi articoli e le sue ragioni, se prima delle comunali vi fosse un non-improbabile attentato stragista in Italia ?

  2. Si chiama “strategia della tensione” cara Lina. Sappiamo che è un rischio permanente, sappiamo che ci son apparati e posizioni politiche che la auspicano, sappiamo chi e cosa ha sempre favorito.Non credo si possa minimamente escluderla, anzi. E , al limite, qualche esaltato da gonfiare si trova/costruisce sempre. Ma Annalisa Scarpa ha ragione, perchè non fa l’errore della gggente(con tre “g” -quella che vota certi personaggi e che è continuamente corteggiata da certi pessimi altri di psuedo-opposizione) di associare immigrazione mussulmana e mancanza di sicurezza personale. Giacchè questa non è analisi dei dati e dei fatti, ma costruzione di un immaginario (che certo si nutre di varie sconcezze, da tutte le parti) enfatizzato dai media in quell’eterno gioco di specchi (e convenienze) che essi e i politici fanno con le paure ( primordiali) della gggente.
    G.

  3. qui si scrive di persone che sono profughi, e la Lina fa una prima equazione: sono tutti musulmani.

    E poi parte con la seconda: dagli tempo una generazione e tutti ‘sti islamici ci partono per fare la guerra santa o per ammazzare in europa.
    Troppo semplice: questo è un tipico esempio di pensiero razzista (non si offenda, chissà): si usa un fatto o una caratteristica riconducibile ad uno o più individui (è vero, esistono i combattenti dell’ISIS, è vero ci sono stati alcune decine di terroristi in europa che sono di fede musulmana) e si generalizza: in Italia abitano 1,6 milioni di terroristi ?!?; nel mondo quanti miliardi?

    Lina, ognuno di noi oggi è preoccupato quando si imbarca in un aereoporto, probabilmente di più di quanto non succedesse 5 anni fa, ci si fa forza e si decide che è giusto continuare a viaggiare, per lavoro, studio, turismo (un po’ come quando mia madre mi sgridava che riuscivo sempre a prendere un treno per il sud il 2 agosto e mi apostrofava “quei fascisti sono fanatici, credono nelle ricorrenze ed anniversari, potevi partire un giorno prima o dopo, no?!”).

    Si ricordi, aldilà delle sue assurde semplificazioni, che molti musulmani sono stati vittime di attentati terroristici dell’Isis, tante, tantissime giovani donne nigeriane sono state rese schiave da un gruppo di fanatici, che si dicono ferventi osservanti. E chi riesce scappa da quei mostri, e viene qui. Abbia più rispetto, per sè e gli altri.
    Lei ha paura e riegisce nel peggiore dei modi: vede attorno a sè tutti nemici (persino l’autrice Scapra da lei apostrofata in malo modo); si riprenda, un po’ di lucidità, il giornalista scrive ed intervista, magari non condivide neppure ciò che gli viene detto. Ma lei Lina si sente circondata. Mi fa pena! I problemi esistono, si cerca di risolverli. Lei cosa propone, i muri! le armi stile cittadino pistolero statunitense?
    Il mondo cambia, è sempre cambiato, oggi in modo epocale; ma perfino Sole24 ore, confindustria, ed in America i grandi investitori economico finanziari ce lo chiariscono: senza nuovi cittadini Europa e Stati Uniti non vanno da nessuna parte! I fenomeni si governano.
    Se lei preferisce mettere la testa sotto il tappeto come quando aveva 5 anni ed urlare sarà anche in compagnia di qualche altro milione di spaventato, ma le sue ricette (?) non porteranno a nulla.

    Senza cordialità, Alfredo

  4. non conosco quanto accaduto agli appartamenti in questione, non credo che tutti i musulmani siano terroristi, ne che tutti gli italiani che pensano diversamente, che si preoccupano per il futuro, o criticano l’operato di alcune associazioni, siano delinquenti o fascisti, leghisti, antisociali, razzisti etc.
    La storia ci insegna però che qualsiasi invasore viene mal visto e ostacolato nel suo insediamento dai locali e che solo dopo lunghe difficili convivenze e lotte, si può valutare chi ha avuto la meglio a distanza di secoli, quanta integrazione ci sarà, o quali conseguenze si dovranno subire. (Allo stato attuale, è la multitudine appartenente a vari stati, che non da lo stato di profugo e la mancanza di documenti, e nella crisi interna si aggiunge altra crisi, e il territorio e il futuro sempre più brutto).
    Quindi se non vi fossero consistenti, interessi materiali in palio, se nessuno riuscisse a tirarsi fuori un buon stipendio, di questi nuovi fratelli nessuno se ne occuperebbe, tanto meno nascerebbero tante associazioni con lo stesso indirizzo per sostenersi a vicenda.
    Troppe culture diverse, sono di difficile definizione e integrazione, soprattutto perché gli stessi operatori, cui spesso sfugge di mano il loro operato, fanno una politica arrogante e sporca nei confronti dei cittadini autoctoni, che chiedono il dovuto rispetto, dalle loro azioni e dai soggetti che rappresentano.
    Senza rendersi conto che a pensarla diversamente sono ormai anche coloro che politicamente dovrebbero sostenerli, che la propaganda, la diffamazione, la delazione contro coloro che si permettono di difendersi dai danni di questi progetti è sempre più evidente nei loro messaggi ed azioni.
    Si confida, se non altro nella crisi incombente che cancellerà le risorse. Allora si vedrà quanto di questa bontà resterà in questi animi votati a si suol dire al sacrificio e quanto costerà raccogliere i loro cocci……….

  5. due cose molto semplici ed un ps (per Lina):
    1. in via Paisello si è perpretato un reato contro la proprietà privata ed il lavoro di una cooperativa. Loro sono le vittime, ci hanno perso dei soldi e la serenità nel lavoro. Non dimentichiamocelo.
    2. 1/6 delle pensioni di ex lavoratori italiani è pagato dai contributi dei lavoratori immigrati. Senza il sitema pensionistico italiano collerebbe. Al netto delle spese dello Stato (di tipo sanitario, sociale, sicurezza e prima accolgienza) il saldo fra dare/avere è a favore degli immigrati, che versano più di quanto ricevono. Solo le forze lavborative nuove, giovani e le nuove famiglie ci stanno salvando da una crisi epocale dovuto al calo demografico.

    ps: per Lina: ieri è stato firmato un importante protocollo Stato Italiano / comunità musulmane in Italia, di reciproco riconoscimento (diritti e doveri). Tra le altre cose, in virtù della libertà di esercitare il culto che si desidera (diritto Costituzionale), i musulmani potranno erigere/adibire luoghi di culto superando le costrizioni o limitazioni che alcune regioni italiane avevono cercato di frapporre.

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