Il 13 gennaio scorso Commissario Prefettizio ha adottato il Piano Urbanistico Attuativo (PUA) di via Facciolati e via Pertile, che riguarda la demolizione delle ex serre Mazzucato e di altri fabbricati limitrofi per dar luogo ad un edificio residenziale e ad un nuovo supermercato.
Emblematico esempio di come Regione e Comune non siano stati in grado di assicurare un corretto sviluppo del territorio e anzi siano riusciti, nel caso in esame, ad ottenere l’effetto contrario, favorendo la speculazione edilizia e compromettendo la vivibilità del rione.
Iniziamo dalla Regione. L’approvazione del Piano Casa del 2009, già oggetto di critiche per la generosità degli incrementi volumetrici che, in deroga alle previsioni urbanistiche, venivano dati nella trasformazione degli edifici esistenti, fa sì che il volume residenziale schizzi a 5.707 mc, dai 1.848 ammessi dallo strumento urbanistico comunale. Se si aggiungono poi i 4.950 mc dell’edificio commerciale, si arriva a 10.657 mc rispetto agli esistenti 6.670 mc.
Si potrà dire che si tratta di volumi non eccessivamente rilevanti, ma non è così se si considera la destinazione d’uso commerciale ed il contesto in cui l’intervento si pone. E qui entra in gioco l’incapacità del comune. Un anno fa, commentando la delibera di C.C. di delimitazione d’ambito dell’intervento, avevamo fatto presente (vedi qui articolo) che via Facciolati, soprattutto nel tratto che va da via Gattamelata fino al semaforo di S. Osvaldo, è gravata da un carico urbanistico che la rende congestionata per la presenza di due supermercati, due farmacie, un ufficio postale, un ospedale e numerosi negozi. Un ulteriore supermercato risultava una scelta assolutamente sbagliata.
Parole cadute nel vuoto ed ora ci troviamo ad esaminare le soluzioni del tutto insufficienti che i progettisti, arrampicandosi sugli specchi, hanno proposto per risolvere il problema dell’accessibilità alla struttura. È stata prevista una piccola rotatoria all’innesto di via Pertile su via Facciolati, che però funziona solo sulla carta non essendo assolutamente in grado di fluidificare il traffico. Il maggiore punto di conflitto si avrà in corrispondenza dell’accesso al supermercato dove la svolta a sinistra interseca le direttrici di immissione su via Facciolati provenienti da via Canestrini e da via Pertile. Saranno sufficienti tre auto in attesa di immettersi nel parcheggio per provocare il blocco della circolazione nella rotatoria, con tutto quello che ne deriverà, soprattutto per il trasporto pubblico. Se poi si pensa che via Canestrini sarà la via di servizio del nuovo parcheggio dell’ospedale Sant’Antonio, il quadro diventa assolutamente drammatico.
Perché non è stato commissionato ad un professionista estraneo alla committenza, uno studio di impatto viabilistico? Forse si sarebbe concluso che la destinazione d’uso commerciale con il suo doppio parcheggio (uno pubblico ed uno privato, che costituiscono un formidabile attrattore di traffico) non era possibile in quanto le opere di urbanizzazione esistenti non sono sufficienti e la piccola rotatoria non risolve il problema.
Il rischio è che oltre il danno si consumi la beffa. Dovendo trovare soluzioni alternative per il trasporto pubblico, non vorremmo che si proponesse di trasformare la ciclabile nel verde che porta al parco Iris in strada, al fine di evitare la paralisi dovuta agli ingorghi quotidiani all’altezza della rotatoria. Senza dimenticare un danno ancora maggiore: l’impossibilità del transito del tram per via Facciolati, come sarebbe stato opportuno, visto che è lì che ci sono abitazioni, servizi e negozi.
La carenza delle opere di urbanizzazione, funzionali al nuovo insediamento commerciale, sarà sicuramente uno dei punti che Legambiente solleverà nel presentare le osservazioni al PUA.
Le osservazioni potranno essere presentate dal 4 al 23 febbraio e chiediamo ai residenti di fare sentire la loro indignazione. Ma ci aspettiamo anche l’intervento di altri interlocutori qualificati. Gli ordini professionali non hanno nulla da dire? Cosa faranno le associazioni di categoria rispetto all’ennesimo regalo di Bitonci alla grande distribuzione?
Lorenzo Cabrelle – Legambiente Padova