Rifiuti Free è una realtà, ma si può migliorare, soprattutto a Padova. I dati del Forum Rifiuti Veneto

dossier comuni ricicloni venetoProvincia di Treviso al top, staccata al secondo posto quella di Belluno. Faticano le città, ma i risultati di Treviso e di Belluno dicono che tutti possono raggiungere il risultato Comune Rifiuti Free.

Padova peggior capoluogo in regione. Problemi per i Comuni costieri, a causa dell’impattante numero di presenze turistiche.

E’ quanto emerge dal Forum Rifiuti Veneto di lunedì scorso, svoltosi a Treviso che ha messo in fila nel Dossier Comuni Ricicloni Veneto 2016 i dati su rifiuti (produzione, raccolta e smaltimento) di ARPAV 2015.

Da sempre leader nella percentuale di raccolta differenziata, il Veneto vince la classifica nazionale dei Comuni rifiuti free. Fra questi il premio di Comune più riciclone del Veneto se lo aggiudica Castelcucco, piccolo centro in provincia di Treviso, con soli 17,9 kg di rifiuto secco per abitante anno e una raccolta differenziata che sfiora il 90%. Seguono San Gregorio nelle Alpi (BL) e Refrontolo (TV) (per il dossier e la classifica clicca qui).

Per proseguire questo trend, i Comuni devono continuare a lavorare sull’estensione del porta a porta dove ancora vige la raccolta stradale, muoversi al più presto verso la tariffazione puntuale e incentivare tutte le buone pratiche di riduzione dei rifiuti. Compito della Regione invece è promuovere le filiere del riciclaggio e di economia circolare, grazie alla quale si creeranno nuovi posti di lavoro tutelando l’ambiente.

Nel 2013 presentando le osservazioni al piano regionale dei rifiuti Legambiente propose come obiettivo per il 2018 il 75% di RD, che la Regione ritenne raggiungibile solo nel 2020. Ebbene questo risultato oggi è raggiunto già da 2 comuni su 3 (il 66%). Il 75% di RD non era un’utopia nel 2013 e i dati presentati oggi lo dimostrano. Serve un ultimo sforzo.

Per quanto riguarda la classifica per bacini, tariffa puntuale e porta a porta spinto fanno guadagnare la prima posizione alla Destra Piave-Priula che raggiunge il primo posto, seguito a ruota dal bacino Sinistra Piave. Sono gli unici bacini a raggiungere l’obiettivo rifiuti free.

Il sistema di raccolta porta porta spinto garantisce anche nelle città ottimi risultati: basti pensare che Treviso è il capoluogo di provincia più virtuoso d’Italia con una quantità di secco residuo inferiore ai 57 kg/ab anno. Belluno lo segue con 70,79 kg. Nessun altro capoluogo riesce a raggiungere gli obiettivi posti per essere considerato virtuoso. Tra i Comuni con più di 30.000 abitanti vanno citati Montebelluna con 46 kg, di rifiuto secco residuo per abitante all’anno, Castelfranco con 57 kg e Conegliano con 72,2 kg.

Pessimi risultati per Padova, dove l’ampliamento del porta a porta prosegue in maniera troppo lenta per conseguire dei risultati concreti e dove la produzione di rifiuti è impattante sul risultato finale (277 kg secco abitante/anno). Non sta certo molto meglio Venezia (270), anche se il comune lagunare è certamente penalizzato dall’imponente flusso turistico. Nessuna giustificazione per Rovigo (259), che facilitato dalle dimensioni potrebbe ambire a ben altri risultati. Verona riesce a discostarsi leggermente da questo trio (233). Vicenza grazie a un costante ampliamento del porta a porta fa qualcosa di meglio (193) ma l’obiettivo rifiuti free è ancora davvero lontano. Che è raggiunto solo da Treviso e Belluno, dove l’alta percentuale di RD abbatte una produzione di rifiuti già decisamente più bassa rispetto agli altri capoluoghi.

In provincia di Padova sono 11 i comuni che hanno superato l’obiettivo della regione del 76% di RA: c’è un solo comune metropolitano (Vigodarzere), 8 della bassa padovana (Piacenza d’Adige che svetta all’80,8% e poi Battaglia, Solesino, Pozzonovo, Carceri, Correzzola, Boara Pisani e Baone), Teolo dell’area colli e Compodoro dell’alta.

Cinque mosse per un Veneto sempre più libero dai rifiuti.

Per Legambiente la vera scommessa è quella di far diventare tutta la regione, nei prossimi 3 anni, ‘Rifiuti free’ attraverso l’obbligo di tariffazione puntuale, lo stop ai nuovi inceneritori, l’aumento dei costi di discarica e la costruzione di nuovi impianti di riciclo” e torna a ribadire che lo si può fare in cinque mosse:

1) utilizzare i proventi dell’ecotassa per politiche di prevenzione, riuso e riciclo; premiare i comuni virtuosi e le popolazioni con sistema di tariffazione;

2) eliminare gli incentivi per il recupero energetico dai rifiuti;

3) completare la rete impiantistica per il riciclaggio e il riuso dei rifiuti, per la preparazione per il riutilizzo e tutte le innovazioni tecnologiche che sono in grado di recuperare materia dai rifiuti considerati fino a ieri irriciclabili, come ad esempio i pannolini usa e getta;

4) “Chi inquina paga”: lotta allo spreco e prevenzione della produzione di rifiuti;

5) stop a qualsiasi commissariamento per l’emergenza rifiuti.

Sono tutti obiettivi che si possono raggiungere e che il Veneto è in grado di fare, come dimostrano le numerose esperienze censite nel rapporto.

Luigi Lazzaro Presidente Legambiente Veneto

Piero Decandia, Vicepresidente Legambiente Veneto