Spreco di soldi pubblici. Esposto sull’anello ciclabile delle città murate

impraticabilità anello ciclabile città murate“Con ogni probabilità non un solo cicloturista ha percorso questo anello di circa 64 km che collega Este con Montagnana, circuito di per sé di grandissimo interesse turistico-culturale e sicuramente di grande potenzialità anche economica”.

Inizia così l’esposto (scarica qui) rivolto alla Corte dei Conti ed alla Procura, firmato da Legambiente Este e condiviso con la sezione di Este di Italia Nostra e dal Comitato Lasciateci respirare.

Sono stati spesi 700.000 euro per ottenere “un risultato disastroso, dovuto all’evidente motivo che l’incompletezza dell’opera e gli ostacoli presenti rendono il percorso impraticabile”.

Il dato più tristemente eclatante, richiamato nell’esposto, è che sul 1° dei tre lotti in cui è stato suddiviso la costruzione del progetto, non è stato eseguito a tutt’oggi alcun lavoro. E’ il tratto tra Este e Montagnana. Il cicloturista che si dovesse avventurare si troverebbe di fronte ad un percorso in parte non ancora definito, in parte impercorribile, come il tratto di circa 5 km tra Este e Montagnana, o come quello di circa 2 km, che attraversa l’area del Palù.

Va beh, direte voi, un’opera pubblica si costruisce per lotti, esistono il 2° ed il 3° (da Montagnana a ritroso, lungo altre vie d’acqua), perché mai un ciclista si dovrebbe spingere lungo un percorso incompleto, partendo da Este? Perché esiste la segnaletica che invita a farlo: studiata, approvata, posizionata, giudicata congrua e … pagata.

E’ quella “piccola” differenza che cambia il segno di questa vicenda, trasformandola in beffa.

Infatti il 5 settembre 2013, con Delibera di Giunta provinciale n. 128, è stato approvato il progetto esecutivo per la segnaletica, che viene appaltato nonostante che per il 1° stralcio non esistesse ancora nessun percorso (da segnalare), neanche allo stadio preliminare. E con determinazione dirigenziale 975 dell’8.6.2015 viene dichiarata l’ammissibilità del certificato di regolare esecuzione dei lavori di fornitura ed installazione della stessa.

“In questa situazione tutta la diffusa segnaletica che invita a percorrere l’anello è da ritenersi inattendibile e ingannevole. Una vera e propria insidiosa “trappola” scriviamo nell’esposto. “Risulta raffazzonata in modo sconcertante: casuale, discontinua, in vari punti sbagliata e fuorviante. Non ci spieghiamo in base a quali criteri possano essere state ritenute appaltabili la fornitura e l’installazione e possa poi essere stato ritenuto ammissibile il certificato di regolare esecuzione dei lavori”.

Purtroppo le problematiche non si fermano alla segnaletica. “Ampi tratti relativi al 3° stralcio (tratto da Merlara ad Este passando per Piacenza d’Adige e Vighizzolo, n.d.r.) sono stati realizzati con un fondo ghiaioso. Quanto mai disagevole per i cicloturisti, con il risultato che la ridottissima frequentazione e la pressoché inesistente manutenzione hanno da subito creato una situazione diventata ormai di totale impercorribilità. E’ sconcertante che tale situazione si sia presentata sin dai giorni di poco successivi al certificato di “regolare” esecuzione dei lavori”.

E per non farsi mancare proprio nulla, anche lungo il 2° lotto (da Montagnana a Merlara) “vicino a San Salvaro, dove non risulta essere stato fatto alcun lavoro, si presenta anch’esso del tutto impraticabile (problematico anche solo individuare il percorso)”.

La situazione è stata più volte segnalata, a partire dal 2015, anche pubblicamente come nel caso dell’incontro serale di aprile 2016 (vedi qui articolo su ecopolis), fino alla diffida del maggio scorso. Tutti rimasti senza alcun riscontro.

Ora non ci rimane che rivolgerci a Corte dei Conti e Procura, affinché valutino la fondatezza dei fatti esposti, secondo noi di evidente sperpero.

In conclusione l’esposto è inviato anche al GAL (Gruppo di Azione Locale, strumento promosso dall’Unione Europea per sviluppare piani di interventi per il miglioramento socio-economico delle comunità rurali, n.d.r.), che ha stanziato i fondi.

Noi suggeriamo loro di escludere da altri finanziamenti le amministrazioni che si sono rese responsabili di questi sperperi e di non finanziare altri progetti di valorizzazione turistica dell’area interessata se prima non viene recuperata la funzionalità di questo progetto strategico risanandolo e completandolo.

Non avrebbe senso, ci pare, aprire altri fronti progettuali lasciando nelle attuali condizioni questa vergognosa situazione.

Flores Baccini, Presidnete circolo Legambiente Este